Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione si Autocorrige
Nel complesso mondo della giustizia, la precisione è fondamentale. Ogni parola in una sentenza ha un peso e può determinare il destino di una persona. Ma cosa succede quando, per una semplice svista, il testo scritto non riflette la reale volontà dei giudici? La legge prevede uno strumento apposito: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come questo istituto garantisca la coerenza e l’esattezza delle decisioni giudiziarie, anche ai massimi livelli.
Il Caso: Un Dispositivo Errato
Una cittadina aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte di Appello di Palermo. La Suprema Corte, dopo aver esaminato il caso, aveva deliberato una certa decisione. Tuttavia, nel redigere il testo della sentenza, il dispositivo – ovvero la parte finale che riassume la decisione – conteneva un errore. Esso affermava: “Rigetta il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali”.
In realtà, la decisione presa in camera di consiglio era diversa e più favorevole alla ricorrente. L’errore, puramente materiale, ha trasformato una parziale vittoria in una sconfitta totale, con l’aggiunta della condanna alle spese.
La Procedura di Correzione Errore Materiale
La Corte di Cassazione, accortasi della discrepanza, ha agito d’ufficio, cioè di propria iniziativa, senza attendere un’istanza dalla parte interessata. Sulla base degli articoli 625 bis e 626 bis del codice di procedura penale, ha attivato la procedura di correzione errore materiale. Questo istituto permette di emendare quegli errori che non incidono sulla sostanza della decisione, ma che riguardano la sua stesura formale.
Si tratta di un meccanismo essenziale per preservare la certezza del diritto e l’affidabilità delle sentenze, consentendo una rettifica rapida ed efficace di sviste che potrebbero altrimenti generare confusione o pregiudizi ingiusti.
La Decisione della Corte Suprema
Con la nuova ordinanza, la Corte ha corretto il dispositivo della precedente sentenza. La frase errata è stata sostituita con quella corretta, che rifletteva la decisione effettivamente assunta dai giudici. Il nuovo dispositivo recita: “Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente alla pena accessoria della incapacità in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione, che elimina. Rigetta nel resto il ricorso”.
Le Motivazioni
La motivazione dietro questa ordinanza è insita nella natura stessa dell’errore. La Corte ha semplicemente rilevato che la sentenza era affetta da un errore materiale, e che, in presenza dei presupposti di legge, tale errore doveva essere corretto d’ufficio. L’intervento non ha modificato il giudizio espresso dalla Corte, ma ha allineato il testo scritto alla volontà decisoria, ristabilendo la verità processuale.
Le Conclusioni
Questo caso dimostra l’importanza del meccanismo di correzione errore materiale come strumento di garanzia. Anche la Corte di Cassazione può commettere sviste nella redazione dei suoi provvedimenti, ma l’ordinamento fornisce gli strumenti per porvi rimedio in modo celere. La giustizia non è solo decidere correttamente, ma anche comunicare tale decisione in modo inequivocabile e preciso, assicurando che il testo di una sentenza sia lo specchio fedele del giudizio espresso.
Che cos’è una correzione di errore materiale?
È una procedura che consente di correggere errori di battitura, di calcolo o altre sviste evidenti in un provvedimento giudiziario, senza alterare il contenuto sostanziale della decisione.
La Corte di Cassazione può correggere i propri errori?
Sì, la legge prevede che la Corte di Cassazione possa correggere i propri errori materiali. Può farlo di propria iniziativa (d’ufficio), come in questo caso, o su richiesta di una delle parti.
Qual era l’errore specifico corretto in questa ordinanza?
L’errore consisteva nel dispositivo della sentenza, che rigettava completamente il ricorso. La correzione ha ristabilito la decisione corretta, che annullava una pena accessoria (incapacità perpetua di contrattare con la P.A.) e rigettava il ricorso solo per le altre questioni.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 221 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 6 Num. 221 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 11/10/2023
Ordinanza
di correzione di errore materiale della sentenza del 21 settembre 2023 resa dalla Corte di Cassazione nel procedimento n. 2365:3/2023 RG, relativo al ricorso proposto da
COGNOME NOMECOGNOME nata a Erice il 28 ottobre 1972 avverso la sentenza della Corte di appello di Palermo del 10 gennaio 2023 udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E DIRITTO
Rilevato che la sentenza resa da questa Corte il 21 settembre 2023 nel procedimento n.23653/23 RG promosso da NOME COGNOME è affetta da errore materiale e che tale errore, in presenza dei relativi presupposti di legge, va emendato d’ufficio ex art 625 bis comma 3, prima parte , cod. proc. pen. nei termini di cui al dispositivo che segue
P.Q.M.
Letto l’art 626 bis, comma 3 , prima parte,cpp corregge I dispositivo della sentenza del 21 settembre 2023 nel procedimento promosso da COGNOME NOME, RG 23653/2023 nel senso che l’espressione ” Rigetta il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali” debba essere sostituita
dall’espressione ” Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente alla pena accessoria della incapacità in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione, che elimina. Rigetta nel resto il ricorso”. Manda alla cancelleria per le relative annotazioni.
Così deciso 1’11/10/2023.