Correzione Errore Materiale: Quando la Precisione Giuridica è Tutto
Nel complesso universo del diritto, ogni parola, data e riferimento ha un peso specifico. Un’imprecisione, anche se apparentemente minore, può generare confusione e incertezze. Per questo motivo, l’ordinamento prevede strumenti specifici per sanare le sviste formali. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come funzioni la correzione errore materiale, un istituto fondamentale per garantire la correttezza e la trasparenza degli atti giudiziari.
Il Caso: Un’Errata Indicazione nell’Atto Giudiziario
La vicenda nasce da una richiesta avanzata dalla Presidenza della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione. Durante la preparazione di un’udienza pubblica, è emerso un errore nel relativo ruolo: un documento indicava la Corte di Appello di Catanzaro come l’autorità che aveva emesso il provvedimento impugnato in un determinato procedimento penale.
Tuttavia, un’attenta verifica ha rivelato che l’autorità giudiziaria corretta era, in realtà, la Corte di Appello di Reggio Calabria. Si trattava di una classica svista, un errore di trascrizione che, pur non alterando la sostanza del giudizio, doveva essere rettificato per assicurare la coerenza e l’accuratezza formale del procedimento.
La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione
Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione ha attivato la procedura prevista dall’articolo 625-bis del Codice di Procedura Penale. Questa norma consente di correggere, anche d’ufficio, gli errori materiali contenuti nei provvedimenti giudiziari. L’obiettivo è quello di eliminare le inesattezze senza dover riaprire il dibattimento o intraprendere complessi percorsi processuali, quando l’errore non ha inciso sulla volontà del giudice e sul contenuto decisionale dell’atto.
La Corte, pertanto, ha emesso un’apposita ordinanza per disporre la modifica del ruolo d’udienza, sostituendo il riferimento errato con quello corretto.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base del provvedimento è tanto semplice quanto fondamentale: la necessità di garantire la precisione formale degli atti giudiziari. La Corte ha rilevato che l’indicazione della Corte di Appello di Catanzaro era palesemente erronea e che era indispensabile provvedere alla sua correzione.
La decisione sottolinea come la corretta identificazione dell’autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento impugnato sia un elemento essenziale per la regolarità del procedimento. Anche se l’errore non ha influenzato il merito della causa, la sua permanenza avrebbe potuto creare ambiguità o problemi procedurali futuri. La rettifica, quindi, non è un mero formalismo, ma un atto dovuto per assicurare la chiarezza e l’affidabilità del sistema giudiziario.
Conclusioni
Questo caso, pur nella sua semplicità, dimostra l’importanza dello strumento della correzione errore materiale. Esso permette al sistema giudiziario di auto-emendarsi in modo rapido ed efficiente, sanando quelle sviste che possono verificarsi nel corso di procedimenti complessi. La decisione della Cassazione riafferma il principio secondo cui la giustizia non è solo sostanza, ma anche forma: la precisione degli atti è una garanzia fondamentale per la certezza del diritto e per la tutela di tutte le parti coinvolte nel processo.
Cos’è un errore materiale secondo la legge?
È un’inesattezza puramente formale o una svista in un documento giudiziario, come un nome scritto male o un riferimento errato, che non altera il contenuto logico e giuridico della decisione del giudice.
Perché è stata necessaria un’ordinanza per correggere l’errore?
Perché la modifica di un atto ufficiale come il ruolo d’udienza deve seguire una procedura formale per garantire la trasparenza e la correttezza del procedimento. L’ordinanza è l’atto con cui il giudice dispone ufficialmente la rettifica.
Qual era l’errore specifico corretto in questo caso?
L’errore consisteva nell’aver indicato la Corte di Appello di Catanzaro come l’autorità che aveva emesso la sentenza impugnata, mentre l’autorità corretta era la Corte di Appello di Reggio Calabria.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 44375 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 44375 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 03/12/2024
ORDINANZA
Letta la richiesta avanzata in data 11.11.2024 dalla Presidente titolare della Second sezione penale di iscrizione del presente procedimento ai sensi dell’art. 625-bis, cornma 3 cod. proc. pen. per procedere alla correzione dell’errore materiale contenuto nel ruol dell’udienza pubblica del 25/10/2024, con riferimento al procedimento recante n. R.G. Corte Cassazione 23666/24, iscritto a carico di COGNOME NOME NOME a Reggio Calabria il DATA_NASCITA;
rilevato che nel ruolo anzidetto è stata erroneamente indicata, come Autorità giudiziari che ha pronunciato il provvedimento impugNOME, la Corte di appello di Catanzaro, in luogo della Corte di appello di Reggio Calabria e che è necessario provvedere a correggere l’erronea indicazione;
PQM
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo dell’udienza pubblica de 25/10/2024, con riferimento al procedimento recante n. R.G. Corte Cassazione 23666/24, iscritto a carico di COGNOME NOME NOME a Reggio Calabria il DATA_NASCITA nel senso ch laddove è indicato “sentenza del 16/04/2024 Rg 749/2018 Corte appello Catanzaro” deve intendersi “sentenza del 16/04/2024 Rg 749/2018 Corte appello Reggio Calabria”
Manda alla Cancelleria per gli adempimenti di competenza. Così deciso il giorno 03/12/2024
Il Pre9idente