Correzione Errore Materiale: Il Caso di un Nome Sbagliato in Sentenza
La precisione formale negli atti giudiziari non è un mero vezzo, ma una necessità fondamentale per garantire la certezza del diritto e la corretta esecuzione dei provvedimenti. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione illustra perfettamente l’importanza della procedura di correzione errore materiale, uno strumento essenziale per rimediare a sviste che, se non corrette, potrebbero generare complicazioni. Approfondiamo questa ordinanza per capire come il sistema giudiziario si auto-corregge.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da una segnalazione della Procura Generale presso la Corte di Appello, la quale ha rilevato un’imprecisione nel dispositivo di un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione. In un procedimento penale a carico di più persone, il nome di uno degli imputati era stato trascritto in modo errato.
Nello specifico, nel documento ufficiale risultava il nome ‘Bonarrigo Gioacchino’, mentre il nome corretto, come attestato dalla documentazione anagrafica e dalle sentenze dei precedenti gradi di giudizio, era ‘Bonarrigo Giacchino’. Si trattava di un classico refuso, un errore di battitura che, pur apparendo minimo, doveva essere formalmente sanato per evitare qualsiasi ambiguità sull’identità della persona coinvolta.
La Decisione della Corte sulla correzione errore materiale
La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminata l’istanza, ha ritenuto che la richiesta di correzione errore materiale fosse pienamente fondata. I giudici hanno quindi disposto la correzione del dispositivo, ordinando che il nominativo errato fosse sostituito con quello corretto.
La decisione è stata presa rapidamente, evidenziando la natura snella e funzionale di questa procedura. Non si è trattato di rimettere in discussione il merito della decisione, ma semplicemente di emendare un errore di trascrizione per allineare l’atto giudiziario alla realtà dei fatti e agli atti processuali.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base della decisione sono lineari e si fondano sulla palese evidenza dell’errore. La Corte ha constatato che si trattava di un ‘mero refuso’, ovvero una svista puramente formale. La prova decisiva è stata fornita dalla certificazione anagrafica allegata all’istanza di correzione, la quale non lasciava dubbi sulla corretta generalità dell’imputato. Inoltre, la coerenza con quanto riportato nelle sentenze di primo e secondo grado ha ulteriormente confermato la necessità dell’intervento correttivo.
Questo meccanismo procedurale è cruciale perché permette di salvaguardare la validità e l’efficacia degli atti giudiziari senza dover ricorrere a complessi mezzi di impugnazione, che sono invece riservati a contestazioni sul contenuto e sulla sostanza della decisione.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame, pur nella sua semplicità, offre un importante spunto di riflessione. Dimostra come l’ordinamento preveda strumenti efficaci per garantire l’accuratezza e la precisione dei propri atti. La correzione errore materiale è un istituto che risponde a principi di economia processuale e di certezza del diritto, consentendo di risolvere rapidamente e senza formalismi eccessivi quelle imprecisioni che possono verificarsi nel complesso lavoro di redazione dei provvedimenti giudiziari. Per i cittadini e gli operatori del diritto, ciò rappresenta una garanzia fondamentale che gli atti che li riguardano siano non solo giusti nel merito, ma anche formalmente ineccepibili.
Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È un errore puramente formale, come un refuso, un errore di calcolo o una svista nella trascrizione, che non altera la sostanza logico-giuridica della decisione. Può essere corretto con una procedura specifica e semplificata.
Come si procede per la correzione di un errore materiale?
Generalmente, una delle parti o il Pubblico Ministero presenta un’istanza (una richiesta formale) allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, segnalando l’errore e chiedendone la correzione. Il giudice, verificata la fondatezza della richiesta, emette un’ordinanza per correggere l’atto.
Quali prove sono state considerate decisive per correggere il nome nel caso di specie?
Le prove decisive sono state la certificazione anagrafica della persona coinvolta, che attestava il nome corretto, e la coerenza con quanto già riportato nelle sentenze di primo e secondo grado del medesimo procedimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 26098 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 6 Num. 26098 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 09/07/2025
ORDINANZA
sulla segnalazione della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Reggio Calabria del 26 giugno 2025, che ha chiesto procedersi alla correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo risultante dal ruolo di udienza pubblica di questa Sezione del giorno 18 giugno 2025, nel proc. n. 8168/2025 nei confronti di NOME NOME + 20 relativamente al nominativo di COGNOME COGNOME nato a Taurianova il 09/11/1969.
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
L’istanza di correzione dell’errore materiale è fondata.
Nel dispositivo risultante dal ruolo di udienza pubblica di questa Sezione del giorno 18 giugno 2025, nel proc. n. 8168/2025 nei confronti di NOME NOMECOGNOME è stato indicato per mero refuso il nominativo “COGNOME NOME“, invece di quello corretto “COGNOME NOME“, così come risultante dalla certificazione anagrafica allegata all’istanza e come riportato nelle sentenze di primo e secondo
grado. Deve quindi disporsi la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo e nel dispositivo dell’udienza del 18 giugno 2025, là dove si fa riferimento
al nominativo “NOME“, che va eliminato e sostituito con il diverso nominativo “NOME“.
P.Q.M.
dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo e nel dispositivo dell’udienza del 18 giugno 2025, relativa al procedimento N.R.G. 8168/2025, là
dove si fa riferimento al nominativo “NOME“, che va eliminato, sostituendolo con il diverso nominativo “NOME“.
Manda alla Cancelleria per la correzione e gli adempimenti di rito.
Così deciso il 09/07/2025