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Correzione errore materiale: data di nascita in sentenza

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 13 marzo 2024, ha disposto la correzione di un errore materiale in una propria precedente sentenza. Su istanza del Pubblico Ministero, è stata rettificata la data di nascita di un imputato, sostituendo la data errata con quella corretta, come risultante dall’Anagrafe Nazionale. La decisione applica l’articolo 130 del codice di procedura penale, evidenziando come la procedura di correzione errore materiale sia lo strumento adeguato per emendare sviste che non incidono sulla sostanza della decisione.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione errore materiale: data di nascita in sentenza

L’accuratezza dei dati anagrafici all’interno degli atti giudiziari è un requisito fondamentale per garantire la certezza del diritto e la corretta identificazione delle parti processuali. Ma cosa accade quando una sentenza, persino della Corte di Cassazione, riporta un dato errato? Una recente ordinanza offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento snello ed efficace per rimediare a tali sviste: la correzione errore materiale. Analizziamo il caso per comprendere come funziona questo istituto.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’istanza presentata dal Pubblico Ministero (PM) presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il PM ha richiesto alla Corte di Cassazione di correggere un dato anagrafico contenuto in una precedente sentenza emessa dalla stessa Corte in data 3 ottobre 2018.

Nello specifico, sia nel dispositivo della sentenza che nell’iscrizione a ruolo del procedimento, la data di nascita dell’imputato era stata indicata come “13.12.1966”. Tuttavia, da una verifica effettuata tramite la banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), era emerso che la data di nascita corretta era “31.12.1966”. Si trattava, quindi, di una palese discrepanza tra il dato riportato negli atti giudiziari e quello ufficialmente registrato.

La Decisione della Corte: una Procedura Specifica per la Correzione Errore Materiale

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto la richiesta del PM. Ha riconosciuto che la discrepanza segnalata costituiva un mero errore materiale, ovvero una svista che non incideva in alcun modo sulla volontà decisionale espressa nella sentenza o sul suo contenuto giuridico.

Di conseguenza, i giudici hanno applicato la procedura prevista dall’articolo 130 del codice di procedura penale, che disciplina appunto la correzione errore materiale. La Corte ha ordinato di rettificare sia l’intestazione della sentenza del 2018 sia l’iscrizione nel ruolo generale del procedimento, disponendo che, laddove era scritto “13.12.1966”, si dovesse intendere e leggere “31.12.1966”.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione è lineare e si fonda su due pilastri. In primo luogo, la natura dell’errore: la Corte ha accertato che si trattava di una semplice svista nella trascrizione del dato anagrafico, originatasi al momento dell’iscrizione della causa al ruolo generale e poi propagatasi nella stesura della sentenza. Un errore, dunque, che non toccava il merito della controversia né il ragionamento logico-giuridico seguito dai giudici. In secondo luogo, la certezza del dato corretto: la consultazione della banca dati ufficiale ANPR ha fornito una prova inconfutabile della data di nascita esatta dell’imputato, eliminando ogni dubbio. La procedura di correzione, pertanto, si è rivelata lo strumento idoneo e necessario per ripristinare la corrispondenza tra la realtà documentale e quella processuale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, riveste un’importante funzione pratica e didattica. Dimostra che il sistema processuale è dotato di meccanismi per assicurare la precisione e l’affidabilità dei propri atti, anche a posteriori. La procedura di correzione errore materiale permette di emendare le sentenze da imprecisioni formali senza la necessità di avviare complessi e lunghi procedimenti di impugnazione, che sono riservati a vizi di natura sostanziale. Il caso sottolinea, inoltre, il ruolo cruciale delle banche dati anagrafiche certificate come fonte di verifica attendibile per l’autorità giudiziaria, contribuendo alla correttezza e alla certezza dei rapporti giuridici.

Cosa si intende per ‘errore materiale’ in un provvedimento giudiziario?
Per errore materiale si intende una svista puramente formale o di calcolo, come un refuso, una data errata o un’inesatta trascrizione, che non influisce sul contenuto logico-giuridico e sulla sostanza della decisione del giudice. Nel caso specifico, l’errore riguardava l’indicazione della data di nascita di un imputato.

Quale procedura si applica per correggere un errore materiale?
La procedura applicabile è quella prevista dall’articolo 130 del codice di procedura penale, che consente al giudice che ha emesso il provvedimento di correggerlo, d’ufficio o su istanza di parte, senza alterarne la portata decisoria. La correzione avviene con un’ordinanza.

Quale prova è stata utilizzata per accertare la data di nascita corretta?
La prova decisiva è stata la consultazione della banca dati ANPR (Anagrafe Nazionale Popolazione Residente), che ha permesso di verificare in modo ufficiale e inequivocabile la data di nascita corretta dell’imputato, dimostrando l’errore contenuto negli atti giudiziari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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