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Correzione errore materiale: data di nascita errata

La Corte di Cassazione ha disposto la correzione di un errore materiale in una propria sentenza. L’errore riguardava l’anno di nascita di un ricorrente, indicato erroneamente come ‘1955’ invece del corretto ‘1945’. La Corte ha applicato la procedura specifica per la correzione errore materiale per rettificare l’atto, senza alterare la decisione di merito, garantendo così l’esattezza dei dati anagrafici e la certezza giuridica del provvedimento.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Giustizia Rettifica Se Stessa

Un atto giudiziario è un documento che deve rispecchiare la massima precisione. Tuttavia, anche nel sistema giudiziario può verificarsi un’in svista. In questi casi, interviene la procedura di correzione errore materiale, un istituto fondamentale per garantire l’accuratezza formale dei provvedimenti senza intaccarne la sostanza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come questo strumento funzioni, affrontando il caso di una data di nascita errata in una sentenza definitiva.

Il Fatto: Un Semplice Errore Anagrafico

Il caso trae origine da una precedente sentenza della Corte di Cassazione che aveva dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato. Successivamente, l’Ufficio Esecuzione del Tribunale competente ha segnalato alla Corte una discrepanza: sia nel dispositivo del ruolo d’udienza sia nell’intestazione della sentenza, l’anno di nascita del ricorrente era stato indicato come “1955”.

Si trattava di un palese errore, poiché l’anno di nascita corretto era il “1945”. Questo tipo di svista, pur non influenzando il giudizio di colpevolezza o la pena, rappresenta un’imprecisione formale che deve essere sanata per garantire la corretta identificazione della persona e la validità amministrativa dell’atto.

La Procedura di Correzione Errore Materiale

Di fronte a un’incongruenza di questo tipo, il Codice di Procedura Penale prevede, all’articolo 130, un rimedio agile ed efficace: la correzione errore materiale. Questa procedura permette al giudice che ha emesso il provvedimento di correggerlo d’ufficio o su richiesta di parte, senza dover riaprire il processo.

L’obiettivo è emendare errori che non incidono sul contenuto volitivo e logico-giuridico della decisione, ma che riguardano aspetti puramente formali, come errori di calcolo, omissioni di nomi o, come in questo caso, dati anagrafici errati. La procedura si svolge in camera di consiglio e si conclude con un’ordinanza che viene annotata sull’originale del provvedimento corretto.

La Decisione della Corte: Rettifica Formale

La Corte di Cassazione, preso atto della segnalazione e verificata l’esistenza del mero errore materiale, ha accolto la richiesta di correzione. Con un’apposita ordinanza, ha disposto che, ovunque nella sentenza e negli atti connessi fosse riportata la data di nascita con l’anno “1955”, questa dovesse leggersi e intendersi come “1945”.

La Corte ha quindi demandato alla Cancelleria di annotare tale correzione sull’originale della sentenza, completando così l’iter procedurale e ripristinando la correttezza formale del documento.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è stata lineare e concisa. I giudici hanno semplicemente rilevato che l’errata indicazione dell’anno di nascita costituiva un “mero errore materiale”. Hanno poi affermato che lo strumento giuridico idoneo a porvi rimedio era proprio il procedimento di correzione previsto dall’art. 130 del codice di procedura penale. La decisione si fonda sulla necessità di assicurare la coerenza e l’esattezza formale degli atti giudiziari, un principio cardine per la certezza del diritto. La correzione non ha in alcun modo toccato la decisione di inammissibilità del ricorso originale, che rimane ferma e immutata.

Conclusioni

Questo caso, sebbene semplice nella sua risoluzione, evidenzia l’importanza dei meccanismi di auto-correzione all’interno del sistema giudiziario. La procedura di correzione errore materiale dimostra come l’ordinamento sia attrezzato per rimediare a sviste umane in modo efficiente, preservando l’integrità sostanziale delle decisioni e garantendo al contempo che ogni documento ufficiale sia formalmente impeccabile. Per i cittadini, ciò si traduce in una maggiore fiducia nella precisione e nell’affidabilità degli atti che regolano i loro diritti e doveri.

Che cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista puramente formale, come un errore di battitura, un dato anagrafico errato o un errore di calcolo, che non altera il ragionamento logico-giuridico né la decisione finale del giudice.

Come viene corretto un errore materiale in ambito penale?
Attraverso la procedura prevista dall’art. 130 del Codice di Procedura Penale. Il giudice che ha emesso l’atto, su istanza di parte o d’ufficio, dispone la correzione con un’ordinanza, che viene poi annotata sull’originale del documento.

La correzione di un errore materiale modifica la sentenza originale?
No, la correzione non modifica il contenuto della decisione. La sentenza di condanna, assoluzione o inammissibilità rimane invariata; viene solamente rettificato l’errore formale presente nel testo del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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