Correzione Errore Materiale: Cosa Succede se il Giudice Sbaglia a Scrivere?
L’infallibilità non è umana, e nemmeno il sistema giudiziario ne è esente. A volte, un semplice refuso può insinuarsi in un atto ufficiale. Ma cosa accade in questi casi? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico sulla correzione errore materiale, un istituto fondamentale per garantire la precisione e la certezza del diritto senza dover rimettere in discussione una decisione già presa.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari. La Corte di Cassazione, esaminando il caso, accoglieva il ricorso e annullava tale ordinanza.
Tuttavia, nel redigere la parte finale della decisione (il cosiddetto ‘dispositivo’) trascritta sul ruolo d’udienza, per un mero lapsus veniva scritto che si annullava la “sentenza”, anziché, correttamente, l’“ordinanza”. Sebbene la sostanza della decisione fosse chiara, la forma era imprecisa, poiché il provvedimento annullato era, per sua natura giuridica, un’ordinanza e non una sentenza.
La Procedura di Correzione Errore Materiale
Di fronte a questa discrepanza, il Presidente di sezione ha attivato la procedura prevista per la correzione errore materiale. Ha fissato un’apposita udienza in camera di consiglio (de plano), una modalità rapida e snella che non richiede le formalità di un’udienza pubblica, proprio perché finalizzata a risolvere questioni non controverse come, appunto, la rettifica di un refuso.
La Corte ha quindi emesso una nuova ordinanza con il solo scopo di correggere la precedente. La decisione è stata quella di disporre che, nel dispositivo della decisione di giugno, la parola “sentenza” fosse sostituita con la parola “ordinanza”, incaricando la cancelleria di apportare la modifica sui documenti originali.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base di questo intervento è cristallina: l’errore commesso era puramente formale. Non vi era alcun dubbio sulla volontà dei giudici, che era quella di annullare l’ordinanza impugnata. L’uso del termine “sentenza” è stato unicamente un errore di trascrizione, che non ha minimamente intaccato il percorso logico-giuridico che ha portato alla decisione di accogliere il ricorso. L’ordinamento processuale prevede lo strumento della correzione proprio per sanare queste imprecisioni, evitando di appesantire il sistema con nuove impugnazioni per questioni puramente formali. La procedura garantisce che l’atto giudiziario rispecchi fedelmente e accuratamente il pensiero e la volontà del collegio giudicante.
Le Conclusioni
Questo caso, nella sua semplicità, è emblematico dell’efficienza del nostro sistema processuale nel gestire le imperfezioni. Dimostra che un errore di battitura, sebbene possa creare confusione, non invalida una decisione giudiziaria. Esiste un meccanismo specifico, rapido ed efficace, per porvi rimedio. La correzione errore materiale assicura la coerenza e l’integrità degli atti giudiziari, riaffermando il principio secondo cui è la sostanza della decisione a prevalere sulla forma, e che gli strumenti per garantire la precisione formale sono sempre a disposizione per tutelare la certezza del diritto.
Cos’è un errore materiale in un atto giudiziario?
È un errore puramente formale, come un refuso o uno sbaglio di trascrizione (ad esempio, scrivere ‘sentenza’ invece di ‘ordinanza’), che non altera la sostanza e il contenuto logico della decisione presa dal giudice.
Come viene corretto un errore materiale dalla Corte?
Il Presidente di sezione può fissare un’apposita udienza camerale, senza particolari formalità, per deliberare la correzione. La Corte emette quindi un’ordinanza che dispone la rettifica, incaricando la cancelleria di annotarla sull’atto originale.
La correzione di un errore materiale cambia il significato della decisione originale?
No, la correzione non modifica in alcun modo la sostanza della decisione. Serve unicamente a far sì che il testo scritto del provvedimento corrisponda esattamente alla volontà del giudice, eliminando l’imprecisione formale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 27273 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 5 Num. 27273 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 09/07/2025
ORDINANZA
Nel procedimento relativo al ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a Pizzighettone il 25/11/1959
avverso l’ordinanza del 11/06/2025 della CORTE DI CASSAZIONE
visti gli atti, il provvedimento impugnato e la fissazione d’ufficio della camera di consiglio;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con il provvedimento impugnato questa Corte accoglieva il ricorso proposto dal COGNOME nei confronti dell’ordinanza in data 17 gennaio 2025 resa dal Giudice per le indagini preliminari di Padova.
Tuttavia, per mero errore materiale, nel dispositivo trascritto sul ruolo di udienza del l’ 11 giugno 2025, era scritto che si annullava la ‘sentenza’, e non già, come sarebbe stato corretto, l’ordinanza, avendo il provvedimento impugnato del quale era stato disposto l’annullamento quest’ultima veste formale.
Il Presidente di sezione ha dunque fissato udienza camerale de plano affinché venisse corretto l’indicato errore materiale.
Si deve pertanto disporre la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul ruolo di udienza del 11/6/2025, nel procedimento n. 10023/25 nei confronti COGNOME COGNOME, nel senso che, ove si legge “sentenza” deve invece leggersi “ordinanza”, mandando la cancelleria per le annotazioni sugli originali.
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto su ruolo di udienza del 11/6/2025, nel procedimento n. 10023/25 nei confronti COGNOME COGNOME, nel senso che, ove si legge “sentenza” deve invece leggersi “ordinanza”;
Manda alla cancelleria per le annotazioni sugli originali.
Così deciso il 09/07/2025