Correzione errore materiale: quando un nome sbagliato viene corretto dalla Cassazione
Nel complesso mondo della giustizia, la precisione è fondamentale. Ogni parola, ogni data e ogni nome ha un peso specifico. Ma cosa succede quando si verifica una semplice svista, come l’inversione di un nome e di un cognome in un atto ufficiale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento agile ed efficace per rimediare: la correzione errore materiale. Questo meccanismo assicura che gli atti giudiziari riflettano fedelmente la realtà, senza dover rimettere in discussione l’intera procedura.
I Fatti del Caso: Un Semplice Scambio di Nomi
La vicenda trae origine da un errore di trascrizione avvenuto nel ruolo di un’udienza pubblica. Negli atti relativi a un procedimento penale, il nome del ricorrente era stato erroneamente indicato come “Di Silvio Vitale”, mentre il nome corretto era “Silvio Di Vitale”. Si trattava di una palese inversione tra cognome e nome, un classico errore di battitura che, se non corretto, avrebbe potuto generare confusione o problemi formali in futuro. La difesa ha quindi attivato la procedura per richiedere la rettifica di questa imprecisione.
La Decisione della Corte e la Correzione Errore Materiale
La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto la richiesta. La decisione non ha riguardato il merito della causa principale, ma si è concentrata esclusivamente sulla necessità di emendare l’errore. I giudici hanno quindi emesso un’ordinanza specifica, disponendo la correzione errore materiale ai sensi dell’articolo 625-bis del codice di procedura penale. È stato ordinato che, ovunque comparisse la dicitura errata, questa dovesse essere letta e intesa nella sua forma corretta. La cancelleria è stata inoltre incaricata di apporre le necessarie annotazioni sugli atti originali per formalizzare la rettifica.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base del provvedimento è lineare e si fonda sulla natura stessa dell’errore. La Corte ha rilevato che si trattava, appunto, di un errore “materiale”, ovvero una svista che non intaccava in alcun modo il contenuto logico-giuridico della sentenza precedentemente emessa nel procedimento. L’identità del ricorrente era infatti certa e l’inversione del nome non creava dubbi sulla sua persona. In questi casi, la legge prevede una procedura snella, definita “de plano”, che consente al giudice di decidere rapidamente in camera di consiglio, senza la necessità di un’udienza partecipata, proprio perché non vi è nulla da dibattere nel merito. Lo scopo è puramente quello di ripristinare la correttezza formale del documento.
Conclusioni: L’Importanza della Precisione Procedurale
Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, sottolinea un principio cardine del nostro sistema giuridico: l’importanza della precisione e dell’affidabilità degli atti processuali. La procedura di correzione errore materiale rappresenta un presidio di efficienza e garanzia, poiché permette di sanare le imprecisioni formali in modo rapido, evitando che errori banali possano compromettere la certezza del diritto o dare adito a future contestazioni. Dimostra come l’ordinamento sia dotato di strumenti flessibili per mantenere l’integrità e la coerenza formale dei suoi provvedimenti, assicurando che la giustizia non inciampi su semplici refusi.
Cos’è la correzione di un errore materiale in un atto giudiziario?
È una procedura legale utilizzata per correggere errori di battitura, di calcolo o altre sviste palesi in un provvedimento giudiziario, come un nome scritto in modo errato, che non incidono sulla sostanza della decisione.
Come ha agito la Corte in questo caso specifico?
La Corte ha disposto la correzione dell’errore materiale ordinando che il nome errato “Di Silvio Vitale” venisse letto e inteso come “Silvio Di Vitale”, e ha incaricato la cancelleria di annotare la modifica sugli atti originali.
Perché la procedura si è svolta in modo semplificato (“de plano”)?
Si è utilizzata una procedura semplificata perché l’errore era evidente e non richiedeva un’udienza con la partecipazione delle parti, come previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale per casi di questo tipo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 14126 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 3 Num. 14126 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/03/2025
ORDINANZA
Visto il provvedimento in data 14 febbraio 2025 di correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo di pubblica udienza del 16/12/2024 relativamente al procedimento n.RG 32851/24, ricorrente COGNOME NOME e definito da questa Corte con sentenza n. 5015/25, nel senso che, ove è scritto “NOME COGNOME” deve leggersi ed intendersi “NOME COGNOME“;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
rilevato che si procede con fissazione dell’udienza camerale non partecipata, ai sensi dell’art. 625-bis, cod. proc. pen., con modalità “de plano”;
ritenuto che occorre disporre la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo di pubblica udienza del 16/12/2024, nei termini indicati nel provvedimento emesso il 14/02/2025, in quanto il ricorrente si chiama NOME COGNOME
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo di pubblica udienza del 16/12/2024 relativo al ricorso n. RG 32851/2024, nel senso che, ove è scritto “NOME COGNOME” deve leggersi e intendersi “NOME COGNOME“.
Manda alla cancelleria per le annotazioni sugli originali degli atti.
Così deciso il 5 marzo 2025