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Conversione ricorso: quando la Cassazione lo converte

La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso avverso una sentenza di condanna per il reato di percosse. I motivi del ricorso sono stati giudicati una mera ripetizione di quelli già presentati in appello e quindi inammissibili. In applicazione del principio di conversione del ricorso per cassazione, la Corte ha convertito il ricorso in un atto di appello e ha rimesso gli atti alla Corte d’Appello competente per il giudizio.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conversione Ricorso per Cassazione: Quando l’Impugnazione si Trasforma

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sulla procedura penale, in particolare sul meccanismo della conversione ricorso per cassazione. In questo caso, un ricorso presentato con motivi non ammissibili è stato ‘salvato’ dalla Corte, che lo ha trasformato in un atto di appello, rimandando la decisione al giudice competente. Analizziamo insieme i dettagli di questa interessante pronuncia.

I Fatti di Causa

Un imputato, condannato per il reato di percosse (art. 581 c.p.), decideva di impugnare la sentenza della Corte di Appello proponendo ricorso per Cassazione. I motivi addotti dal suo difensore si basavano su presunte violazioni di legge, vizi di motivazione e travisamento delle prove emerse nel processo. Si trattava, tuttavia, di argomentazioni che erano già state presentate e respinte nel precedente grado di giudizio.

La Valutazione della Cassazione sulla Conversione del Ricorso

La Suprema Corte, nell’analizzare il caso, ha immediatamente rilevato una criticità fondamentale: i motivi del ricorso non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già esaminati e disattesi dalla Corte di merito. Questa modalità di impugnazione è considerata inammissibile in sede di legittimità.

La Funzione del Ricorso per Cassazione

Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. La sua funzione è quella di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Proporre argomenti che mirano a una ‘rivalutazione delle fonti probatorie’ esula dalle competenze della Corte.

L’Applicazione del Principio di Conversione

La Corte ha ritenuto che il ricorso, pur essendo inammissibile per le ragioni esposte, contenesse censure relative a vizi di motivazione che, sebbene non proponibili ‘per saltum’ direttamente in Cassazione, potevano essere qualificate come un atto di appello. In applicazione dell’art. 569, comma 3, del codice di procedura penale, la Corte ha quindi operato la cosiddetta conversione ricorso per cassazione. Invece di dichiarare semplicemente l’inammissibilità, ha trasformato l’atto nell’impugnazione corretta e lo ha trasmesso al giudice competente, in questo caso la Corte d’Appello di Messina.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri. In primo luogo, la non specificità dei motivi: un ricorso che si limita a ripetere le stesse doglianze già respinte non assolve alla sua funzione di critica argomentata avverso la sentenza impugnata. In secondo luogo, il principio di conservazione degli atti giuridici, che spinge a dare all’atto processuale l’effetto che avrebbe avuto se fosse stato qualificato correttamente fin dall’inizio. Poiché il ricorso presentava le caratteristiche sostanziali di un appello (seppur mal indirizzato), la legge consente di ‘convertirlo’ per garantire il diritto di difesa dell’imputato, evitando che una mera qualificazione errata dell’atto ne pregiudichi l’esame nel merito.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’importanza di redigere ricorsi per Cassazione specifici e mirati, che non si limitino a riproporre vecchie argomentazioni. Al contempo, dimostra la funzione ‘protettiva’ dell’istituto della conversione, che permette di sanare un errore formale, garantendo che il processo possa proseguire davanti al giudice naturale. La decisione finale spetterà ora alla Corte d’Appello, che dovrà esaminare nel merito gli argomenti presentati dall’imputato come se fossero stati proposti in un regolare atto di appello.

Cosa succede se un ricorso per Cassazione si limita a ripetere gli stessi motivi già respinti in appello?
La Corte di Cassazione lo considera un ricorso non specifico e apparente. Non assolvendo alla funzione di critica argomentata della sentenza impugnata, viene ritenuto inammissibile in quella sede.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può effettuare una nuova valutazione delle prove.

In cosa consiste la ‘conversione del ricorso’ decisa dalla Corte?
Consiste nel trasformare un ricorso per Cassazione, inammissibile perché proposto per vizi di motivazione, in un atto di appello. Invece di rigettarlo, la Corte lo ‘converte’ e trasmette gli atti alla Corte d’Appello competente, che lo giudicherà nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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