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Conversione ricorso in opposizione: il principio

In un caso di confisca di quote societarie, i ricorrenti presentano un ricorso per cassazione. La Suprema Corte, anziché dichiararlo inammissibile, applica il principio della conservazione degli atti. Stabilisce la conversione del ricorso in opposizione, rinviando gli atti al giudice dell’esecuzione. Questa decisione garantisce il diritto a un contraddittorio pieno, superando un errore procedurale.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conversione ricorso in opposizione: la Cassazione salva l’atto errato

Quando un atto processuale viene depositato con una forma sbagliata, il rischio è che venga dichiarato inammissibile, precludendo alla parte la possibilità di far valere le proprie ragioni. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3063 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la conversione del ricorso in opposizione, un meccanismo che salva l’atto errato in nome della giustizia sostanziale. Questo principio, basato sulla conservazione degli atti giuridici, si rivela cruciale soprattutto nella fase esecutiva del processo penale, come nel caso di specie relativo a una complessa vicenda di confisca di quote societarie.

I Fatti di Causa: la Confisca e il Ricorso

La vicenda trae origine da un’ordinanza della Corte d’Appello che aveva confermato la sussistenza di una confisca su quote di una società a responsabilità limitata, operante nel settore dei parcheggi. Gli interessati, ritenendo illegittimo il provvedimento, proponevano ricorso per cassazione, sostenendo che i beni in questione fossero stati oggetto di un provvedimento di dissequestro e restituzione in un altro procedimento penale. Essi denunciavano, quindi, un travisamento dei fatti e una violazione di legge, poiché si attribuiva validità a una confisca su beni ormai liberi da vincoli.

La Conversione del Ricorso in Opposizione: la Questione Giuridica

Il nodo centrale affrontato dalla Suprema Corte non è stato il merito della confisca, ma la corretta procedura da seguire. Il provvedimento impugnato era stato emesso dal giudice dell’esecuzione, un organo che decide spesso de plano, ovvero sulla base dei soli documenti, senza udienza. Contro tali decisioni, il codice di procedura penale (art. 667, comma 4) non prevede il ricorso per cassazione, ma l’opposizione davanti allo stesso giudice che ha deciso.

I due Orientamenti Giurisprudenziali

La giurisprudenza si è divisa su come trattare un ricorso per cassazione erroneamente presentato in questi casi:
1. Orientamento restrittivo: Considera il ricorso inammissibile, poiché l’opposizione non è un mezzo di impugnazione in senso stretto e, pertanto, non si potrebbe applicare il principio di conversione.
2. Orientamento prevalente: Ritiene che il ricorso debba essere riqualificato come opposizione. Questa interpretazione, fondata sul principio generale di conservazione degli atti giuridici e sul favor impugnationis, mira a preservare il diritto della parte a ottenere una decisione nel merito.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la decisione in commento, ha aderito con convinzione al secondo e prevalente orientamento. I giudici hanno affermato che, sebbene il ricorso per cassazione fosse tecnicamente errato, esso manifestava in modo inequivocabile la volontà dei ricorrenti di contestare il provvedimento. Dichiararlo inammissibile per un mero errore formale avrebbe significato negare il diritto a un pieno contraddittorio.
La Corte ha specificato che il principio di conservazione degli atti ha una portata generale e non può essere limitato. L’errore nella scelta del rimedio non deve prevalere sulla sostanza della richiesta di giustizia. Pertanto, l’atto è stato riqualificato come opposizione, con la conseguente trasmissione degli atti alla Corte d’Appello, quale giudice dell’esecuzione, per la celebrazione del relativo giudizio. Questa soluzione garantisce che le doglianze dei ricorrenti vengano esaminate nel merito in un’ulteriore sede, nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti.

Le Conclusioni: Principio del Favor Impugnationis

L’ordinanza n. 3063/2024 rafforza un principio di civiltà giuridica: la prevalenza della sostanza sulla forma. La conversione del ricorso in opposizione non è un mero tecnicismo, ma uno strumento essenziale per garantire l’effettività della tutela giurisdizionale. La decisione sottolinea che, pur nel rigore delle norme processuali, l’obiettivo primario del processo è quello di giungere a una decisione giusta. Impedire a una parte di difendersi a causa di un errore nella qualificazione dell’atto sarebbe contrario a questo scopo. La scelta della Cassazione assicura che il procedimento prosegua nella sede corretta, offrendo ai ricorrenti la possibilità di esporre le proprie ragioni in un contraddittorio pieno e non pregiudicando il loro diritto di difesa.

È possibile impugnare direttamente in Cassazione un’ordinanza del giudice dell’esecuzione emessa de plano?
No, l’ordinanza emessa de plano (senza contraddittorio) dal giudice dell’esecuzione ai sensi dell’art. 667, comma 4, c.p.p. non è direttamente ricorribile per cassazione. L’unico rimedio previsto è l’opposizione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione invece di un’opposizione?
Secondo l’orientamento prevalente seguito in questa ordinanza, il ricorso per cassazione, sebbene errato, non viene dichiarato inammissibile ma viene riqualificato come opposizione e gli atti vengono trasmessi al giudice dell’esecuzione competente. Questo processo è noto come ‘conversione dell’impugnazione’.

Perché la Corte ha scelto di convertire il ricorso invece di dichiararlo inammissibile?
La Corte ha applicato il principio generale di conservazione degli atti giuridici e il favor impugnationis. Ha ritenuto che l’errore nel mezzo di impugnazione non dovesse precludere il diritto della parte a una decisione nel merito. La conversione garantisce il diritto a un contraddittorio pieno, evitando che un errore formale impedisca la giustizia sostanziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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