Conversione Ricorso in Appello: L’Ordinanza della Cassazione sul Ricorso Errato del PM
Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema prettamente procedurale ma di grande rilevanza pratica: la conversione del ricorso in appello. Quando un’impugnazione viene presentata con una forma errata, cosa succede? La Corte, applicando un principio di conservazione degli atti, chiarisce che l’errore non porta necessariamente all’inammissibilità, ma può condurre alla sua ‘trasformazione’ nel mezzo di impugnazione corretto, garantendo così il diritto alla giustizia. Analizziamo insieme questo caso.
I Fatti del Processo di Primo Grado
La vicenda processuale trae origine da una sentenza del Tribunale di Roma. Un imputato era stato condannato alla pena di due anni di reclusione per due episodi di illecito finanziamento ai partiti e per alcuni episodi di corruzione per l’esercizio delle funzioni.
Tuttavia, lo stesso Tribunale aveva assolto l’imputato da un’altra grave accusa: quella di traffico di influenze illecite. Insoddisfatto di questa assoluzione, il Procuratore della Repubblica decideva di impugnare la sentenza.
L’Impugnazione del Pubblico Ministero e la Conversione del Ricorso in Appello
Il Pubblico Ministero, per contestare l’assoluzione, sceglieva di presentare un cosiddetto ‘ricorso per saltum’ direttamente alla Corte di Cassazione. Questo strumento processuale consente, in casi specifici, di ‘saltare’ il giudizio della Corte d’Appello. Il motivo addotto era un presunto vizio di motivazione nella sentenza di primo grado.
La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha però rilevato un errore di procedura. Secondo i giudici supremi, il ricorso per saltum non era lo strumento corretto per le doglianze sollevate dal Procuratore. Invece di dichiarare semplicemente inammissibile l’impugnazione, la Corte ha applicato un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale.
Le Motivazioni della Cassazione
La Corte Suprema ha stabilito che il ricorso, sebbene proposto in una forma non consentita, doveva essere convertito in un atto di appello. La base giuridica di questa decisione si trova nell’articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, quando un ricorso per saltum viene presentato al di fuori dei casi consentiti, la Corte di Cassazione deve disporne la conversione in appello e trasmettere gli atti al giudice competente, ovvero la Corte d’Appello.
Questa regola risponde a un’esigenza di economia processuale e di tutela del diritto di impugnazione. Si evita di vanificare l’iniziativa della parte processuale a causa di un errore nella scelta del mezzo di gravame, purché l’atto possegga i requisiti di forma e sostanza dell’impugnazione corretta. La Corte ha richiamato anche un suo precedente conforme per rafforzare la decisione.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione
La decisione della Cassazione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato riguardo al reato di traffico di influenze illecite. L’ordinanza è puramente processuale ma fondamentale: il ricorso del Pubblico Ministero non è stato respinto, ma reindirizzato al giudice corretto. Gli atti sono stati trasmessi alla Corte d’Appello di Roma, che dovrà ora esaminare nel merito le ragioni del Procuratore e decidere se confermare o riformare l’assoluzione di primo grado. Questa pronuncia ribadisce che il sistema processuale, pur nel rigore delle sue forme, tende a favorire la ricerca della giustizia sostanziale, ‘sanando’ gli errori procedurali attraverso istituti come la conversione del ricorso in appello.
Cos’è un ricorso per saltum e perché è stato ritenuto errato in questo caso?
È un mezzo di impugnazione che permette di appellare una sentenza di primo grado direttamente in Cassazione, saltando la Corte d’Appello. In questo caso è stato ritenuto errato perché la legge non lo ammette per contestare un’assoluzione basandosi su un vizio di motivazione, come fatto dal Pubblico Ministero.
Cosa significa ‘conversione del ricorso in appello’?
Significa che, invece di dichiarare inammissibile un ricorso presentato in modo proceduralmente sbagliato (come il ricorso per saltum in questo caso), la Corte di Cassazione lo trasforma nel mezzo di impugnazione corretto (l’appello) e lo trasmette al giudice competente, che è la Corte d’Appello.
Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione non ha deciso nel merito dell’accusa. Ha stabilito che il ricorso del Pubblico Ministero era proceduralmente errato, lo ha convertito in un appello e ha ordinato la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello di Roma, che ora dovrà celebrare il processo di secondo grado.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 33719 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 6 Num. 33719 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 02/10/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
nel procedimento penale a carico di
COGNOME NOME, nato il DATA_NASCITA a Roma
avverso la sentenza del 05/04/2024 del Tribunale di Roma visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Rilevato che, con la sentenza in epigrafe, il Tribunale di Roma condannava NOME COGNOME per due episodi di illecito finanziamento ai partiti (artt. 7, comma 2, e 3 legge n. 1974 n. 195 e art. 4, comma 1, legge 1981 n. 659) (capi 4 e 16), nonché per alcuni episodi di corruzione per l’esercizio delle funzioni (art. 318 cod. pen.) (capi 5, 11 e 19), irrogando la pena di anni due di reclusione;
rilevato che avverso la sentenza ha presentato ricorso c.d. per saltum il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, deducendo, con un motivo unico, vizio di motivazione (art. 606 lett. e, cod. proc. pen.) quanto all’assoluzione dell’imputato per il reato di traffico di influenze illecite (art. 346cod. pen.) (capo 2);
ritenuto che il ricorso non avrebbe potuto essere presentato per saltum ma che, essendo stato proposto, va convertito in appello, ai sensi dell’art. 569, comma terzo, del codice di rito (in tal senso, tra le tante, Sez. 6, n. 26350 del 31/05/2007, Rv. 236860);
ritenuto che, pertanto, il ricorso del Pubblico Ministero va convertito in appello e che va disposta la trasmissione degli atti alla Corte di appello competente
P.Q.M.
Visto l’art. 569, comma 3, cod. proc. pen. converte il ricorso in appello e dispone la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Roma.
Così deciso il 2 ottobre 2025