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Conversione dell’impugnazione: l’errore sul mezzo

Un cittadino straniero ha impugnato un provvedimento di confisca, emesso in esecuzione di una decisione tedesca, utilizzando lo strumento del riesame invece della corretta opposizione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7025/2024, ha annullato la decisione di inammissibilità del Tribunale. Applicando il principio della conversione dell’impugnazione, ha stabilito che un errore sul tipo di ricorso non ne causa l’inammissibilità se l’intenzione di contestare il provvedimento è chiara. La Corte ha quindi riqualificato il ricorso come opposizione e lo ha rinviato al giudice competente.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conversione dell’Impugnazione: Come un Errore Procedurale Non Invalida il Tuo Diritto di Appello

Nel complesso mondo della procedura penale, la forma è spesso sostanza. Tuttavia, esistono principi volti a garantire che un mero errore formale non pregiudichi il diritto fondamentale alla difesa. La sentenza della Corte di Cassazione n. 7025/2024 è un esempio emblematico di come il principio della conversione dell’impugnazione tuteli il cittadino, affermando che la volontà di contestare una decisione prevale sull’utilizzo di uno strumento processuale errato. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso: un Appello Errato contro una Confisca Internazionale

La vicenda ha origine da un provvedimento di confisca emesso da un’autorità giudiziaria tedesca. In esecuzione di tale decisione, il Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Genova emetteva un certificato di confisca su beni appartenenti a un cittadino tedesco. Quest’ultimo, ritenendo ingiusto il provvedimento, decideva di impugnarlo.

Il difensore del cittadino proponeva una richiesta di “riesame” avverso l’ordine del GIP. Tuttavia, il Tribunale di Genova dichiarava la richiesta inammissibile, sostenendo che il provvedimento di confisca non avesse natura cautelare, bensì definitiva/esecutiva, e che, pertanto, il riesame non fosse il mezzo di impugnazione corretto.

La Questione Giuridica e il Ricorso in Cassazione

Contro l’ordinanza del Tribunale di Genova, il difensore presentava ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. L’incompetenza funzionale del GIP, che a suo dire non era il giudice corretto per emettere l’ordine.
2. L’illegittimità della dichiarazione di inammissibilità, poiché, a suo avviso, il Tribunale del riesame era competente a decidere sull’impugnazione.

Il ricorrente, pur avendo errato nella scelta dello strumento processuale, manifestava una chiara volontà di sottoporre a controllo giurisdizionale il provvedimento che lo pregiudicava.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, sebbene per motivi diversi da quelli prospettati dalla difesa. I giudici supremi hanno innanzitutto chiarito che il difensore aveva commesso un error in procedendo, cioè un errore procedurale. Il “riesame” è lo strumento previsto per le misure cautelari (come un sequestro), mentre il provvedimento di esecuzione di una confisca definitiva deve essere contestato con l'”opposizione” ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale.

Qui entra in gioco il principio fondamentale sancito dall’art. 568, comma 5, del codice di procedura penale: la conversione dell’impugnazione. La norma stabilisce che l’impugnazione proposta con un mezzo diverso da quello prescritto non è inammissibile se dall’atto si evince una chiara voluntas impugnationis, ovvero l’intenzione inequivocabile di contestare il provvedimento.

In questi casi, il giudice che riceve l’atto non deve limitarsi a dichiararlo inammissibile, ma ha il dovere di riqualificarlo come il mezzo di gravame corretto e di trasmettere gli atti al giudice competente a decidere.

La Cassazione ha quindi stabilito che il Tribunale di Genova aveva sbagliato a dichiarare l’inammissibilità. Avrebbe dovuto, invece, riconoscere l’errore, convertire la richiesta di riesame in un’opposizione e inviare il fascicolo al giudice competente, identificato nello stesso GIP che aveva emesso l’atto impugnato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio di civiltà giuridica: la prevalenza della sostanza sulla forma. La decisione ha importanti implicazioni pratiche:

* Tutela del Diritto di Difesa: Impedisce che un errore tecnico, commesso in buona fede, possa precludere definitivamente l’accesso a un rimedio giurisdizionale.
* Responsabilità del Giudice: Sottolinea il ruolo attivo del giudice nel garantire l’effettività della tutela dei diritti. Il giudice non è un mero burocrate che applica passivamente le norme, ma un garante del giusto processo che deve interpretare gli atti alla luce del loro scopo.
* Certezza del Diritto: Se da un lato è fondamentale conoscere le corrette procedure, dall’altro questa pronuncia offre una “rete di sicurezza” che assicura che il diritto a impugnare una decisione sfavorevole non venga vanificato da un formalismo eccessivo.

In conclusione, la Corte di Cassazione annulla l’ordinanza impugnata e, riqualificando l’originaria impugnazione come opposizione, dispone la trasmissione degli atti al GIP del Tribunale di Genova per la prosecuzione del giudizio. Un’affermazione forte del principio secondo cui l’obiettivo della giustizia è risolvere le controversie nel merito, non fermarsi di fronte a ostacoli procedurali superabili.

Cosa succede se si utilizza un mezzo di impugnazione sbagliato per contestare un provvedimento del giudice?
Secondo la sentenza, l’impugnazione non è automaticamente inammissibile. Se dall’atto emerge una chiara intenzione di contestare il provvedimento (la cosiddetta voluntas impugnationis), il giudice deve applicare il principio di conversione dell’impugnazione, riqualificare l’atto come se fosse stato presentato con il mezzo corretto e trasmetterlo al giudice competente.

Qual è lo strumento giuridico corretto per opporsi a un provvedimento di confisca definitivo?
Lo strumento corretto non è il riesame, che si applica alle misure cautelari, ma l’opposizione davanti al giudice dell’esecuzione, secondo quanto previsto dall’articolo 667, comma 4, del codice di procedura penale.

Chi è il giudice competente a decidere sull’impugnazione una volta che è stata riqualificata?
Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha stabilito che, una volta riqualificata l’impugnazione da riesame a opposizione, gli atti devono essere trasmessi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova, ovvero lo stesso giudice che aveva emesso il provvedimento di confisca originale, in qualità di giudice competente per l’opposizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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