LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Conversione del ricorso: quando si passa in appello

Un imputato, assolto da un reato ma sanzionato con la confisca della patente, ricorre in Cassazione lamentando vizi di motivazione. La Suprema Corte dispone la conversione del ricorso in appello, poiché le censure sul merito dei fatti non possono essere esaminate direttamente in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conversione del Ricorso in Appello: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui meccanismi processuali dell’impugnazione, in particolare sulla conversione del ricorso per Cassazione in appello. La vicenda riguarda un imputato che, pur essendo stato assolto, si è visto confiscare la patente di guida e ha deciso di impugnare tale provvedimento. La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto che le doglianze sollevate non potessero essere esaminate in sede di legittimità, disponendo la trasmissione degli atti al giudice d’appello.

Il Caso: Assoluzione e Confisca della Patente

Il Tribunale di Frosinone aveva assolto un individuo dall’accusa di reati contro la pubblica amministrazione (artt. 319 e 321 c.p.) con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Nonostante l’esito assolutorio, il giudice di primo grado aveva ordinato la confisca e la distruzione della sua patente di guida. La decisione si fondava sulla convinzione che il documento fosse stato ottenuto tramite un esame di guida nullo, svoltosi con modalità illecite, e che quindi la sua detenzione costituisse di per sé un reato, a prescindere da una condanna formale.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la confisca. La difesa ha sostenuto che il Tribunale avesse errato nel disporre la misura senza un “accertamento serio e rigoroso” delle presunte irregolarità dell’esame di guida, avvenuto in una data (30 ottobre 2014) antecedente all’avvio delle indagini su un sistema fraudolento (iniziate il 27 gennaio 2015).

I Motivi del Ricorso e la Conversione del Ricorso in Appello

Il ricorrente ha lamentato una violazione di legge e, soprattutto, un vizio di motivazione ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. e) del codice di procedura penale. Le sue critiche non si limitavano a una pura questione di diritto, ma entravano nel merito della valutazione delle prove, contestando il modo in cui il primo giudice aveva ricostruito i fatti.

La Distinzione tra Vizio di Legge e Vizio di Motivazione

È fondamentale comprendere che il ricorso per Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. La Suprema Corte può annullare una sentenza per violazione di legge, ma non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione delle prove a quella del giudice di grado inferiore. Quando un ricorso, come in questo caso, lamenta che la motivazione è illogica o carente, sta chiedendo implicitamente una nuova valutazione del materiale probatorio. Questo tipo di esame è di competenza della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso proposto doveva essere convertito in appello. In base all’art. 569, comma 3, c.p.p., quando un ricorso per Cassazione “per saltum” (cioè saltando il grado d’appello) contiene motivi non consentiti, come le censure sulla motivazione, l’impugnazione deve essere trasmessa alla Corte d’Appello.

La Corte ha rilevato che le doglianze del ricorrente erano incentrate su “una rilettura delle emergenze processuali” e su “questioni di fatto improponibili nel presente giudizio di legittimità”. Di conseguenza, invece di dichiarare l’inammissibilità del ricorso, ha optato per la sua conversione, garantendo all’imputato la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice competente per il riesame del merito.

Conclusioni

La decisione riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: la netta separazione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Chi intende contestare non solo l’applicazione della legge, ma anche il modo in cui un giudice ha interpretato i fatti e motivato la sua decisione, deve necessariamente passare per il vaglio della Corte d’Appello. La conversione del ricorso rappresenta uno strumento di garanzia che evita la declaratoria di inammissibilità e assicura che ogni questione venga esaminata dal giudice funzionalmente competente, preservando il diritto a un doppio grado di giudizio di merito.

Perché il ricorso alla Suprema Corte è stato trasformato in un appello?
Perché il ricorso non si limitava a contestare una violazione di legge, ma criticava la motivazione della sentenza di primo grado, sollevando questioni sulla valutazione dei fatti. Questo tipo di censura deve essere esaminata dalla Corte d’Appello, non direttamente dalla Cassazione.

Cosa significa che un ricorso per cassazione non può essere proposto ‘per saltum’ per vizi di motivazione?
Significa che non si può ‘saltare’ il grado della Corte d’Appello per denunciare direttamente in Cassazione che la motivazione di una sentenza è illogica o carente. Il ricorso diretto in Cassazione è ammesso solo per specifici motivi di pura violazione di legge.

È possibile che un bene (come la patente) venga confiscato anche in caso di assoluzione?
Sì, il provvedimento analizzato mostra che un giudice di primo grado lo ha ritenuto possibile. La giustificazione era che la detenzione stessa del bene, ottenuto illecitamente, costituiva un reato, indipendentemente dalla condanna per il reato principale contestato. La legittimità di questa confisca sarà ora decisa dalla Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati