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Conversione del ricorso: Cassazione su misure prevenzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’errata proposizione di un ricorso avverso un provvedimento in materia di misure di prevenzione non ne causa l’inammissibilità. In applicazione del principio di conversione del ricorso, l’impugnazione è stata riqualificata come appello e trasmessa alla Corte d’Appello competente per la decisione nel merito, garantendo così il diritto alla revisione della decisione.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conversione del Ricorso: La Cassazione Fa Chiarezza sulle Misure di Prevenzione

Nel complesso panorama del diritto processuale penale, la scelta del corretto mezzo di impugnazione è un passo fondamentale per la tutela dei diritti. Un errore formale può, in alcuni casi, compromettere l’esito di una controversia. Tuttavia, il sistema giuridico prevede dei correttivi, come il principio della conversione del ricorso, volto a salvaguardare la sostanza della richiesta di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su questo tema, specificamente in materia di misure di prevenzione.

I Fatti del Caso

Tre soggetti presentavano un’istanza al Tribunale per ottenere la revoca di una misura di prevenzione patrimoniale, ovvero la confisca di un immobile. Il Tribunale rigettava tale richiesta. Contro questa decisione, il difensore proponeva ricorso direttamente in Cassazione, ritenendo sussistenti i presupposti per un annullamento del provvedimento.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Conversione del Ricorso

La Corte di Cassazione, esaminando il caso, ha rilevato un errore di procedura. Il mezzo di impugnazione corretto contro la decisione del Tribunale non era il ricorso per cassazione, bensì l’appello. Tuttavia, anziché dichiarare il ricorso inammissibile, la Corte ha applicato il principio di conversione del ricorso, sancito dall’art. 568, comma 5, del codice di procedura penale. Di conseguenza, ha riqualificato l’impugnazione come appello e ha ordinato la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello territorialmente competente, affinché quest’ultima potesse esaminare il caso nel merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Suprema Corte si fonda su una solida base normativa e giurisprudenziale. I giudici hanno richiamato l’art. 10 del D.Lgs. 159/2011 (il Codice Antimafia), il quale prevede espressamente l’appello come strumento per impugnare i provvedimenti che decidono sulla revoca o modifica delle misure di prevenzione. La giurisprudenza di legittimità è costante nel confermare questa interpretazione.

Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 568, comma 5, c.p.p. Questa norma stabilisce che l’impugnazione proposta con un nome giuridico errato non è inammissibile se si converte nel mezzo di impugnazione corretto, a patto che ne abbia i requisiti di forma e di sostanza. Questo principio, noto come favor impugnationis, mira a preservare il diritto della parte a ottenere una revisione della decisione, privilegiando la volontà di contestare il provvedimento rispetto al mero formalismo procedurale. In questo caso, il ricorso conteneva tutti gli elementi necessari per essere considerato un valido atto di appello, motivo per cui la conversione era la soluzione più appropriata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio di civiltà giuridica fondamentale: un errore nella qualificazione formale di un atto non deve precludere l’accesso alla giustizia. La conversione del ricorso agisce come una valvola di sicurezza del sistema processuale, garantendo che le questioni di merito possano essere discusse davanti al giudice competente. Questa decisione offre una lezione importante: sebbene il rispetto delle regole procedurali sia essenziale, il sistema è dotato di strumenti flessibili per correggere gli errori e assicurare che ogni istanza sia esaminata nel modo più appropriato, tutelando così il diritto di difesa.

Qual è il mezzo di impugnazione corretto contro un provvedimento del tribunale che decide su un’istanza di revoca di una misura di prevenzione?
Secondo la giurisprudenza consolidata e l’art. 10 del d.lgs. 159/2011, il mezzo di impugnazione corretto è l’appello, da proporre alla Corte d’Appello competente.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione invece di un appello in materia di misure di prevenzione?
L’impugnazione non viene dichiarata inammissibile. In virtù dell’art. 568, comma 5, del codice di procedura penale, la Corte di Cassazione procede alla conversione del ricorso in appello e trasmette gli atti alla Corte d’Appello competente per la decisione nel merito.

Qual è la finalità del principio della conversione dell’impugnazione?
La finalità è quella di salvaguardare il diritto della parte a ottenere una revisione della decisione (principio del favor impugnationis), evitando che un errore puramente formale, come l’errata denominazione dell’atto, possa impedire l’esame del merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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