Conversione Appello: Quando un Errore Processuale viene Corretto dalla Cassazione
Nel complesso mondo della giustizia, anche un singolo errore procedurale può avere conseguenze significative. Tuttavia, il sistema giuridico prevede dei meccanismi per salvaguardare il diritto alla difesa, anche di fronte a errori commessi in buona fede. Un esempio emblematico è il principio della conversione appello, applicato dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza. Questo caso dimostra come la Suprema Corte possa intervenire per correggere un’impugnazione presentata in modo errato, garantendo che il merito della questione venga comunque esaminato.
I Fatti del Caso: un Errore nell’Impugnazione
La vicenda ha origine da una sentenza del Tribunale di Trapani, che aveva condannato un imputato per una serie di reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, unificati dal vincolo della continuazione. La pena inflitta era di sei mesi di reclusione, sostituita con il lavoro di pubblica utilità.
Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso direttamente in Cassazione. Tuttavia, i motivi addotti – vizio di motivazione e violazione di legge – suggerivano che l’intenzione non fosse quella di contestare un mero errore di diritto, tipico del giudizio di legittimità, ma di ottenere una nuova valutazione nel merito dei fatti, propria del giudizio di appello.
L’Errore Procedurale dell’Imputato
L’imputato, probabilmente per ignoranza o per una non corretta interpretazione delle norme processuali, ha scelto un mezzo di impugnazione (il ricorso per cassazione) non appropriato per le sue doglianze. In questi casi, la conseguenza più comune sarebbe la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la conseguente definitività della sentenza di condanna. Ma la Corte di Cassazione ha percorso una strada diversa.
La Decisione della Corte: la Conversione Appello come Rimedio
La Suprema Corte, analizzando il ricorso, ha ritenuto evidente che l’errore nell’individuazione del mezzo di impugnazione fosse stato commesso in buona fede. Invece di sanzionare l’errore con l’inammissibilità, ha deciso di applicare il principio di conversione appello.
Concretamente, la Corte ha ordinato la conversione del ricorso per cassazione in un atto di appello e ha disposto la trasmissione di tutti gli atti alla Corte di Appello di Catania, l’organo giurisdizionale competente per decidere nel merito. Questa decisione ha permesso all’imputato di non perdere il suo diritto a un secondo grado di giudizio, nonostante l’errore iniziale.
Il Ruolo della Buona Fede nella Conversione Appello
Il fulcro della decisione risiede nel riconoscimento della buona fede dell’impugnante. La Corte ha presunto che l’errore non fosse un tentativo di abusare degli strumenti processuali, ma il risultato di una comprensibile difficoltà nell’orientarsi tra le complesse regole del diritto processuale penale. Questo approccio garantisce la prevalenza della sostanza sulla forma, tutelando il diritto fondamentale alla difesa.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione basandosi su un principio consolidato, citando anche un precedente giurisprudenziale specifico. La ragione fondamentale è che, quando risulta evidente che l’impugnante ha sbagliato mezzo di gravame per ignoranza scusabile o per errata interpretazione delle norme, e non per scopi dilatori o fraudolenti, il giudice deve intervenire per sanare l’errore. La conversione dell’impugnazione permette di salvaguardare il diritto costituzionale a un doppio grado di giurisdizione di merito, evitando che un errore formale possa pregiudicare irrimediabilmente la posizione dell’imputato. La Suprema Corte ha quindi agito come garante non solo della corretta applicazione della legge (funzione nomofilattica), ma anche dell’effettività del diritto di difesa.
Le Conclusioni
Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce che il processo penale non è un percorso a ostacoli dove ogni errore formale è fatale. Esistono correttivi, come la conversione dell’appello, pensati per assicurare una giustizia sostanziale. In secondo luogo, sottolinea l’importanza del principio della buona fede, che guida l’interprete nell’applicazione delle norme processuali. Per i cittadini e i loro difensori, questa decisione rappresenta una rassicurazione: il sistema è in grado di riconoscere e correggere gli errori involontari, garantendo che ogni caso possa essere esaminato a fondo dall’autorità giudiziaria competente.
Cosa succede se si sbaglia a scegliere il tipo di appello da presentare?
In base alla decisione in esame, se l’errore è commesso in buona fede per ignoranza o errata interpretazione delle norme, il giudice può convertire l’impugnazione errata in quella corretta, evitando che venga dichiarata inammissibile.
Qual è il presupposto fondamentale per la conversione dell’appello in questo caso?
Il presupposto è la buona fede dell’impugnante. La Corte ha ritenuto evidente che l’errore nell’individuare il mezzo di impugnazione (ricorso per cassazione invece di appello) non fosse intenzionale ma derivasse da una difficoltà interpretativa delle norme processuali.
Qual è stata la conseguenza pratica della decisione della Corte di Cassazione?
La conseguenza pratica è stata che il ricorso non è stato respinto. È stato invece trasformato in un atto di appello e l’intero fascicolo processuale è stato trasmesso alla Corte d’Appello competente, che ora dovrà celebrare un nuovo processo per esaminare il merito della vicenda.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 30033 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 6 Num. 30033 Anno 2024
AVV_NOTAIO: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 11/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MARSALA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 18/01/2024 del TRIBUNALE di TRAPANI
udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
NOME COGNOME propone ricorso per cassazione, ai sensi dell’art. 569, comma 1, cod. proc. pen., contro la sentenza indicata in epigrafe con la quale il Tribunale di Trapani lo ha dichiarato responsabile di reati di cui agli artt. 337, 341bis e 582, 585, 576 n. 1 e n, 5-bis, 61 n. 2 cod. pen., reati commessi il 19 agosto 2020 e lo ha condannato, unificati i reati ai sensi dell’art. 81 cod. pen., alla pena, sostituita con il lavoro di pubblica utilità, di mesi sei di reclusione. Con pluri motivi di ricorso denuncia vizio di motivazione e vizi di violazione di legge.
Il ricorso deve essere convertito in appello con trasmissione degli atti alla Corte di appello di Palermo poiché risulta evidente che l’impugnante, per ignoranza o non corretta interpretazione delle norme processuali, ha errato, in buona fede,
nell’individuazione del mezzo di impugnazione da utilizzare, sovrapponendo l’impugnazione in Cassazione, per motivi di legittimità, a quella proposto avverso la medesima sentenza con la quale denuncia vizio di motivazione (Sez. 3 – , Sentenza n. 1616 del 22/11/2023 Ud. (dep. 15/01/2024 ) Rv. 285738 – 01
P.Q.M.
Converte in appello il ricorso e dispone la trasmissione degli atti alla Corte di Appello di Catania.
Così deciso 1’11 luglio 2024
La Preside , pt relatrice