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Convalida del sequestro: la data certa è decisiva

La Corte di Cassazione conferma l’annullamento di un sequestro a causa della mancata prova sulla tempestività della convalida del sequestro da parte del Pubblico Ministero. La sentenza ribadisce che, in assenza dell’attestazione di deposito della segreteria, l’atto è inefficace, poiché è tale certificazione a fornire la ‘data certa’ indispensabile per verificare il rispetto dei termini perentori di legge.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida del Sequestro: Senza Data Certa del Deposito l’Atto è Inefficace

Nel diritto processuale penale, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale a garanzia dei diritti dei cittadini. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di convalida del sequestro: l’efficacia del provvedimento del Pubblico Ministero dipende dalla prova certa del suo tempestivo deposito, che non può essere presunta. La mancanza dell’attestazione di deposito da parte della segreteria può rendere l’intero atto nullo.

I Fatti del Caso

Tutto ha inizio con un decreto di perquisizione e sequestro emesso dal Pubblico Ministero nell’ambito di un procedimento per ricettazione. L’indagato, ritenendo illegittimo il provvedimento, propone istanza di riesame al Tribunale della Libertà.

Il Tribunale accoglie la richiesta, annullando il sequestro. La motivazione è netta: mancava agli atti la prova del tempestivo deposito del decreto di convalida da parte del PM. In particolare, era assente l’attestazione della segreteria che certificasse la data e l’ora del deposito, rendendo impossibile verificare il rispetto del termine perentorio di 48 ore dalla trasmissione degli atti da parte della polizia giudiziaria.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero presenta ricorso in Cassazione, sostenendo che la tempestività poteva essere desunta da altri elementi, come l’invio di una PEC al difensore.

La Decisione della Corte sulla convalida del sequestro

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Pubblico Ministero, confermando la decisione del Tribunale della Libertà. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: il provvedimento con cui il PM dispone la convalida del sequestro è da considerarsi inefficace se non reca l’attestazione della data di deposito o se mancano altri elementi inequivocabili che ne dimostrino la tempestiva redazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio della ‘data certa’. Gli effetti giuridici di un provvedimento del Pubblico Ministero, quando non emesso in udienza, decorrono non dal momento in cui viene firmato, ma dal momento in cui acquisisce ‘data certa’ attraverso il deposito certificato dalla segreteria. Questa formalità non è un mero cavillo burocratico, ma una garanzia essenziale per la certezza dei rapporti giuridici.

Nel caso specifico, il Tribunale del Riesame aveva correttamente rilevato l’impossibilità di accertare, sulla base degli atti a sua disposizione, la tempestività della convalida. La Corte ha sottolineato che il ricorrente (il PM) non ha affrontato adeguatamente questa argomentazione, limitandosi a menzionare elementi (come la PEC inviata al difensore) senza però dimostrare che tali prove fossero state effettivamente prodotte e rese disponibili al Tribunale in sede di riesame. La semplice allegazione in Cassazione di prove non presenti nel fascicolo del giudizio precedente non è sufficiente a sanare il vizio originario.

Conclusioni: L’Importanza della Prova Formale

Questa sentenza riafferma con forza che l’onere di provare la tempestività dei propri atti spetta all’organo dell’accusa. La convalida del sequestro deve essere supportata da una prova formale e inequivocabile del suo deposito entro i termini di legge. La certificazione della cancelleria rappresenta lo strumento principe per assolvere a tale onere. In sua assenza, eventuali prove alternative devono essere concrete, presenti nel fascicolo processuale e tali da non lasciare alcun dubbio sulla tempestività dell’atto. In mancanza di ciò, il sequestro deve essere annullato, a piena tutela dei diritti dell’indagato.

Cosa succede se il decreto di convalida del sequestro del PM non ha l’attestazione di deposito della segreteria?
Secondo la sentenza, l’atto è da ritenersi inefficace per intempestività, a meno che non sussistano altri elementi probatori inequivocabili, presenti agli atti, che dimostrino il rispetto dei termini di legge.

La data in cui il Pubblico Ministero firma l’atto di convalida è sufficiente a provarne la tempestività?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che la data giuridicamente rilevante non è quella della compilazione, ma quella del deposito in segreteria, in quanto solo quest’ultima fornisce la ‘data certa’ al provvedimento.

È sufficiente che il PM, in Cassazione, indichi prove alternative della tempestività, come una PEC, per sanare il vizio?
No. Il PM deve dimostrare che tali prove alternative erano già state prodotte e messe a disposizione del Tribunale del Riesame. Allegare nuovi elementi probatori per la prima volta in sede di ricorso per cassazione non è sufficiente a rimediare alla mancanza originaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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