LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Convalida DASPO: termine di difesa non rispettato

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa. La mancanza di un orario certo nel provvedimento di convalida ha determinato l’illegittimità della misura restrittiva, portando alla sua inefficacia.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida DASPO: Il Termine di 48 Ore per la Difesa è Sacro

Nel complesso mondo delle misure di prevenzione, la convalida DASPO rappresenta un momento cruciale in cui l’autorità giudiziaria valuta la legittimità di un provvedimento emesso dal Questore. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il rispetto del diritto di difesa non è una mera formalità. Vediamo come la violazione del termine dilatorio di 48 ore abbia portato all’annullamento dell’obbligo di firma.

I Fatti del Caso: Un DASPO e una Convalida Affrettata

Un tifoso veniva raggiunto da un provvedimento di DASPO emesso dal Questore, che includeva non solo il divieto di accedere agli stadi ma anche l’obbligo di presentarsi presso gli uffici di polizia in occasione delle partite della sua squadra. Il provvedimento gli veniva notificato il 25 luglio alle ore 13:00.

Il giorno successivo, il Pubblico Ministero richiedeva la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il quale la emetteva in data 27 luglio. Il problema? Il provvedimento del GIP non specificava l’orario di emissione. Questo dettaglio, apparentemente insignificante, si è rivelato decisivo.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della convalida DASPO

Il difensore del tifoso ha presentato ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge cruciale: la lesione del diritto di difesa. La normativa, infatti, prevede che al destinatario del provvedimento debba essere concesso un termine non inferiore a 48 ore dalla notifica per presentare memorie e deduzioni difensive.

Secondo la difesa, il GIP avrebbe convalidato il provvedimento prima della scadenza di tale termine, che sarebbe avvenuta il 27 luglio alle ore 13:00. L’assenza di un orario preciso nel provvedimento di convalida rendeva impossibile verificare il rispetto di questo fondamentale diritto, creando un’incertezza che non poteva che risolversi a favore del cittadino.

La Decisione della Corte: Diritto di Difesa Prima di Tutto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha affermato che nel giudizio di convalida del DASPO, il rispetto del termine dilatorio di 48 ore per l’esercizio del diritto di difesa è un obbligo inderogabile per il giudice. Questo termine consente all’interessato di partecipare al procedimento attraverso un “contraddittorio cartolare”, presentando le proprie ragioni per iscritto.

Le Motivazioni della Sentenza

I giudici hanno chiarito che, quando una decisione giudiziaria interviene prima della scadenza di un termine perentorio fissato per la difesa, essa è affetta da un vizio di violazione di legge. Nel caso specifico, il provvedimento del Questore era stato notificato il 25 luglio alle 13:00. Il termine per la difesa scadeva quindi il 27 luglio alle 13:00.

L’ordinanza di convalida del GIP, pur essendo datata 27 luglio, non riportava l’orario del deposito. In assenza di questo dato, e non potendolo desumere da altri atti, la Corte ha stabilito che non si può presumere che la decisione sia stata presa dopo la scadenza del termine. Questa incertezza determina l’illegittimità della convalida, poiché comprime in modo inammissibile il diritto di difesa. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, dichiarando l’inefficacia dell’obbligo di presentazione. È importante notare che l’annullamento ha riguardato solo la misura accessoria dell’obbligo di firma, lasciando intatta la parte amministrativa del DASPO (il divieto di accesso agli stadi).

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce con forza un principio cardine dello Stato di diritto: le garanzie procedurali sono sostanza, non forma. Il termine di 48 ore per la difesa in materia di convalida DASPO è una garanzia essenziale che non può essere sacrificata sull’altare della celerità. La decisione della Cassazione serve da monito per le autorità giudiziarie, sottolineando che l’incertezza sui tempi procedurali deve sempre risolversi a favore della piena tutela dei diritti del cittadino, specialmente quando sono in gioco limitazioni della libertà personale.

Cosa succede se il GIP convalida un DASPO con obbligo di firma prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
La convalida è illegittima per violazione del diritto di difesa. La Corte di Cassazione, come in questo caso, annulla l’ordinanza di convalida, rendendo inefficace l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’incertezza sull’orario esatto in cui è stata emessa la convalida ha qualche effetto?
Sì, è un elemento decisivo. Secondo la sentenza, se dagli atti non è possibile stabilire con certezza che la convalida sia avvenuta dopo la scadenza del termine di 48 ore, si deve concludere che il diritto di difesa è stato violato. L’incertezza opera a favore del destinatario del provvedimento.

L’annullamento della convalida cancella completamente il DASPO?
No. La sentenza chiarisce che l’annullamento riguarda solo la misura dell’obbligo di presentazione (la cosiddetta ‘firma’). La parte amministrativa del provvedimento, ovvero il divieto di accedere ai luoghi delle manifestazioni sportive, rimane valida ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati