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Convalida Daspo: nullo se non rispetta i tempi

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un Daspo con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La decisione si fonda sulla violazione del diritto di difesa, poiché la convalida daspo è avvenuta prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie memorie difensive, rendendo così la misura inefficace.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Convalida Daspo e Diritto di Difesa: La Cassazione Fissa i Termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19080 del 2025, interviene su un tema cruciale della procedura penale: i termini per l’esercizio del diritto di difesa nell’ambito della convalida daspo. La decisione ribadisce un principio fondamentale: il giudice non può convalidare la misura prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica all’interessato, pena la nullità del provvedimento per violazione del diritto di difesa. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere come le garanzie procedurali tutelino i diritti del cittadino di fronte a misure restrittive.

I Fatti del Caso

Un tifoso veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che gli vietava l’accesso a tutti gli impianti sportivi nazionali per cinque anni. Oltre al divieto, la misura imponeva l’obbligo di presentarsi presso gli uffici di polizia giudiziaria in occasione delle partite della sua squadra locale. Il Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale competente convalidava l’ordinanza. L’interessato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando due vizi principali. In primo luogo, la convalida era avvenuta prima della scadenza del termine utile per presentare una memoria difensiva, impedendo di fatto al giudice di valutarne il contenuto. In secondo luogo, il ricorrente censurava la motivazione dell’ordinanza per non aver considerato le argomentazioni difensive che contestavano l’eccessività della misura.

I Termini per la Difesa nella Procedura di Convalida Daspo

Il nodo centrale della questione giuridica riguarda il rispetto dei termini a garanzia del contraddittorio. La legge prevede che il destinatario di un Daspo con obbligo di presentazione abbia il diritto di presentare memorie e deduzioni al giudice competente per la convalida. La Corte di Cassazione, richiamando un orientamento ormai consolidato, chiarisce che questo termine è di quarantotto ore e decorre dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questo lasso di tempo è considerato essenziale per consentire un effettivo esercizio del diritto di difesa, sancito dall’articolo 24 della Costituzione. Qualsiasi provvedimento di convalida emesso prima dello scadere di questo termine è da considerarsi illegittimo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato e meritevole di accoglimento. Gli Ermellini hanno ribadito con fermezza che la convalida del provvedimento del Questore non può intervenire prima che sia decorso il termine di quarantotto ore dalla sua notifica all’interessato. L’inosservanza di tale termine, infatti, non consente l’effettivo esercizio del diritto di difesa e costituisce una causa di nullità generale. Di conseguenza, il giudice della convalida deve attendere la scadenza delle 48 ore prima di poter decidere, per permettere al destinatario della misura di esaminare gli atti e presentare le proprie argomentazioni. Nel caso di specie, essendo la convalida avvenuta prematuramente, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata senza rinvio.

Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio di civiltà giuridica: le garanzie procedurali non sono meri formalismi, ma strumenti indispensabili per la tutela dei diritti fondamentali. La decisione della Cassazione stabilisce in modo inequivocabile che il diritto alla difesa deve essere sempre garantito, anche nei procedimenti d’urgenza come la convalida daspo. La fretta non può mai prevalere sul diritto di un individuo di essere ascoltato e di presentare le proprie ragioni. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia è un monito a vigilare scrupolosamente sul rispetto dei termini procedurali, mentre per i cittadini è la conferma che l’ordinamento prevede solidi presidi a tutela delle loro libertà.

Entro quanto tempo si può presentare una memoria difensiva dopo la notifica di un Daspo con obbligo di presentazione?
La Corte di Cassazione, richiamando un orientamento consolidato, stabilisce che il destinatario ha 48 ore di tempo dalla notifica del provvedimento per esaminare gli atti e presentare memorie e deduzioni al giudice della convalida.

Cosa succede se il Giudice per le indagini preliminari (Gip) convalida il Daspo prima che siano trascorse 48 ore?
Se la convalida interviene prima del decorso del termine di 48 ore, l’ordinanza è nulla. L’inosservanza di tale termine, non consentendo l’effettivo esercizio del diritto di difesa, è causa di nullità generale e rende inefficace il provvedimento, almeno per la parte che impone l’obbligo di presentazione.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione, a causa della violazione del termine per l’esercizio del diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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