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Contraddittorio scritto in Cassazione: il caso

La Corte di Cassazione procede con un contraddittorio scritto per un ricorso penale, poiché le parti non hanno richiesto un’udienza orale. Il Procuratore Generale ha concluso per l’inammissibilità del ricorso, e la Corte si appresta a decidere sulla base degli atti depositati, in applicazione degli articoli 610 e 611 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Contraddittorio Scritto in Cassazione: Funzionamento e Conseguenze

L’evoluzione della procedura penale ha introdotto modalità di celebrazione del processo sempre più orientate all’efficienza e alla digitalizzazione. Una di queste è il contraddittorio scritto davanti alla Corte di Cassazione, una procedura che esclude l’udienza orale in assenza di una specifica richiesta delle parti. Una recente sentenza offre lo spunto per analizzare il funzionamento di questo meccanismo e le sue implicazioni pratiche per la difesa.

I Fatti del Processo

Il caso in esame riguarda un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un imputato, assistito dal suo legale di fiducia. In linea con le disposizioni normative vigenti, il procedimento è stato avviato secondo le regole del contraddittorio scritto. Ciò significa che il confronto processuale tra le parti è avvenuto esclusivamente tramite il deposito di atti e memorie, senza la necessità di un’udienza pubblica.

Il Sostituto Procuratore generale presso la Corte ha depositato le proprie conclusioni scritte, chiedendo che il ricorso venisse dichiarato inammissibile. La Corte, preso atto della mancata richiesta di trattazione orale da parte della difesa, ha quindi proceduto alla decisione sulla base degli atti a sua disposizione.

La Disciplina del Contraddittorio Scritto in Cassazione

La normativa di riferimento, contenuta negli articoli 610 e 611 del Codice di procedura penale, stabilisce che, di regola, i procedimenti davanti alla Corte di Cassazione si svolgano in udienza pubblica. Tuttavia, la legge prevede che si proceda con rito camerale non partecipato, ovvero con un contraddittorio scritto, qualora nessuna delle parti formuli una richiesta di discussione orale entro i termini previsti.

Questa modalità processuale risponde a esigenze di semplificazione e celerità, concentrando il giudizio sull’analisi degli atti scritti. La scelta di non richiedere un’udienza orale ha conseguenze dirette: la discussione si esaurisce con lo scambio delle memorie difensive e le conclusioni del Procuratore generale, senza possibilità di replica verbale.

Le Motivazioni della Corte

Nel provvedimento, la Corte prende formalmente atto della corretta instaurazione del procedimento. La scelta di procedere con il rito scritto non è una decisione discrezionale del collegio, ma una diretta applicazione della legge processuale. La mancanza di una ‘rituale richiesta di trattazione orale’ da parte della difesa o delle altre parti costituisce il presupposto fondamentale per attivare questa modalità semplificata.

La Corte, pertanto, evidenzia di aver seguito pedissequamente la procedura, leggendo le conclusioni scritte depositate dal Sostituto Procuratore generale, il quale ha esercitato le sue funzioni richiedendo una declaratoria di inammissibilità. L’organo giudicante si pone quindi nella condizione di deliberare avendo come unico materiale di valutazione i ricorsi e gli atti scritti depositati dalle parti.

Conclusioni

La vicenda sottolinea l’importanza strategica, per la difesa, di valutare attentamente se presentare o meno l’istanza di discussione orale. Sebbene il contraddittorio scritto possa accelerare i tempi del giudizio, la discussione in udienza pubblica offre un’opportunità insostituibile per illustrare oralmente le proprie argomentazioni e replicare alle conclusioni del Procuratore. La decisione di affidarsi esclusivamente agli atti scritti deve quindi essere ponderata, tenendo conto della complessità del caso e della forza persuasiva delle proprie memorie. La sentenza ribadisce che, in assenza di un’esplicita attivazione delle parti, la via processuale standard diventa quella cartolare, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Quando si svolge un processo in Cassazione con contraddittorio scritto?
Un processo in Cassazione si svolge con contraddittorio scritto quando nessuna delle parti (difesa o accusa) presenta una formale richiesta di discussione orale, secondo quanto previsto dagli articoli 610 e 611 del codice di procedura penale.

Cosa succede se nessuna parte richiede la trattazione orale del ricorso?
Se nessuna parte richiede la trattazione orale, il procedimento si celebra senza la presenza fisica delle parti. La Corte decide basandosi esclusivamente sugli atti scritti depositati, come il ricorso, le memorie difensive e le conclusioni del Procuratore generale.

Qual è stato il ruolo del Sostituto Procuratore generale nel caso specifico?
Il Sostituto Procuratore generale ha depositato le sue conclusioni scritte, chiedendo alla Corte di dichiarare l’inammissibilità dei ricorsi presentati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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