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Contrabbando Tabacchi: Decriminalizzazione sotto i 15kg

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per contrabbando tabacchi relativa a 3,380 kg. In base a una recente riforma legislativa del 2024, la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri in quantità inferiore a 15 kg non è più reato, ma un illecito amministrativo, anche in caso di recidiva. La Corte ha quindi annullato la sentenza senza rinvio, trasmettendo gli atti all’Agenzia delle Dogane per le sanzioni amministrative.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Contrabbando Tabacchi: Sotto i 15kg non è più Reato, neanche per i Recidivi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha definitivamente chiarito un punto cruciale in materia di contrabbando tabacchi, stabilendo che la detenzione per la vendita di una quantità inferiore a 15 chilogrammi non costituisce più un reato penale, bensì un semplice illecito amministrativo. Questa importante decisione, basata sulla novella legislativa del 2024, si applica anche ai soggetti recidivi.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, confermata in Appello, per aver illecitamente detenuto e posto in vendita un quantitativo di tabacchi lavorati esteri (t.l.e.) pari a 3,380 chilogrammi. L’imputato, tramite il proprio difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente che il fatto contestato fosse stato nel frattempo depenalizzato dalla legge, oltre a lamentare la mancata applicazione di altre norme di favore.

La Decisione della Corte sul Contrabbando Tabacchi

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna senza rinvio. La decisione si fonda sull’applicazione di una recente riforma, il d.lgs. n. 141 del 2024, che ha modificato la disciplina sanzionatoria per il contrabbando di tabacchi. La nuova normativa ha stabilito che la detenzione per la vendita di tabacchi lavorati esteri, quando la quantità è inferiore a quindici chilogrammi, non è più un reato penale ma viene punita come illecito amministrativo.

Le Motivazioni

Il cuore del ragionamento della Corte risiede nell’analisi della nuova legge. I giudici hanno evidenziato la presenza di due presupposti fondamentali nel caso di specie, che escludono la rilevanza penale della condotta:
1. Il quantitativo: la quantità di tabacco sequestrata (3,380 kg) era nettamente inferiore alla nuova soglia di 15 kg.
2. L’assenza di aggravanti: non sussistevano le aggravanti speciali previste dall’art. 85 del nuovo decreto, che avrebbero mantenuto la natura penale del fatto.

La Corte ha inoltre sottolineato un aspetto di notevole importanza: ai fini della nuova disciplina, è diventata irrilevante la circostanza che al ricorrente fosse stata contestata la recidiva specifica. La depenalizzazione opera a prescindere dai precedenti penali dell’agente, purché la quantità sia sotto soglia e non vi siano aggravanti. Di conseguenza, il fatto per cui l’individuo era stato condannato non è più previsto dalla legge come reato.

Le Conclusioni

La sentenza ha due conseguenze pratiche immediate. Da un lato, l’annullamento senza rinvio della condanna penale, con la cancellazione di ogni effetto penale per l’imputato. Dall’altro, poiché la condotta rimane comunque illecita e sanzionabile in via amministrativa, la Corte ha disposto la trasmissione di tutti gli atti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Napoli. Sarà quest’ultima a procedere con l’applicazione della sanzione amministrativa prevista. Questa decisione consolida l’orientamento secondo cui le nuove norme più favorevoli all’imputato devono trovare applicazione immediata anche nei processi in corso, confermando la volontà del legislatore di alleggerire il carico penale per le infrazioni minori legate al contrabbando di tabacchi.

Cosa succede oggi se una persona viene sorpresa a vendere una piccola quantità di sigarette di contrabbando?
Se la quantità di tabacchi lavorati esteri è inferiore a 15 chilogrammi e non ci sono particolari aggravanti, il fatto non è più considerato un reato penale. Si configura invece un illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Essere già stati condannati per contrabbando in passato cambia qualcosa secondo la nuova legge?
No. La sentenza chiarisce che, per quantità inferiori ai 15 kg, la precedente condizione di recidiva specifica è diventata irrilevante ai fini della qualificazione del fatto come reato. Anche un soggetto recidivo sarà quindi sottoposto solo a una sanzione amministrativa.

Qual è stato il risultato finale per l’imputato in questo specifico caso giudiziario?
La sua condanna penale è stata completamente annullata dalla Corte di Cassazione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Tuttavia, il caso non è chiuso: gli atti sono stati trasmessi all’Agenzia delle Dogane, che procederà a irrogare la sanzione amministrativa prevista per l’illecito commesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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