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Conoscenza lingua italiana: illogica presunzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che è illogico presumere la conoscenza della lingua italiana da parte di un imputato nato in Somalia e residente in Germania. In assenza di prove contrarie, questi elementi sono sufficienti a dimostrare la mancata comprensione della lingua, ribaltando la decisione di un giudice di merito che aveva ritenuto tali circostanze non sufficienti.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conoscenza Lingua Italiana: Quando la Presunzione Diventa Illogica

La garanzia di un giusto processo passa anche attraverso la piena comprensione degli atti e delle accuse da parte dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione interviene proprio su questo delicato aspetto, chiarendo quando la presunzione sulla conoscenza della lingua italiana da parte di un cittadino straniero diventa manifestamente illogica. Questo principio è fondamentale per assicurare che i diritti della difesa siano sempre tutelati.

Il Caso: Nascita e Residenza all’Estero

Il caso sottoposto all’esame della Suprema Corte riguardava un ricorso contro un’ordinanza della Corte d’Appello di Salerno. L’imputato, nato in Somalia e residente in Germania, sosteneva di non comprendere la lingua italiana. Il giudice di merito, tuttavia, aveva respinto questa argomentazione, ritenendo che la sola provenienza e residenza estera non fossero elementi sufficienti a dimostrare la mancata conoscenza della lingua.

In sostanza, la Corte d’Appello aveva operato una sorta di presunzione al contrario: pur in presenza di elementi oggettivi che suggerivano una possibile barriera linguistica, aveva concluso per una conoscenza della lingua italiana da parte dell’imputato, senza però basarsi su alcuna prova concreta in tal senso.

La Decisione della Cassazione sulla Conoscenza Lingua Italiana

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la prospettiva del giudice precedente, accogliendo il ricorso. Secondo gli Ermellini, il ragionamento della Corte d’Appello è errato nel suo fondamento logico.

Un Argomento ‘Congetturale’

La Suprema Corte ha definito ‘congetturale’ l’argomentazione secondo cui la nascita in Somalia e la residenza in Germania non sarebbero sufficienti a dimostrare la non conoscenza dell’italiano. Un’argomentazione congetturale è, per sua natura, basata su ipotesi e supposizioni, non su fatti concreti. In un procedimento penale, le decisioni devono fondarsi su prove e logica, non su mere congetture.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede in un principio di logica e di buon senso. La Corte ha affermato che, di fronte a dati pacificamente accertati – la nascita in un paese non italofono e la residenza stabile in un altro paese estero – la conclusione più logica è che l’imputato non conosca la lingua italiana. Pretendere il contrario, specialmente in assenza di ‘qualsivoglia elemento di senso contrario’ (come, ad esempio, una dichiarazione dell’imputato in italiano fluente o prove di un lungo soggiorno in Italia), è ‘manifestamente illogico’. Il ragionamento del giudice non può ignorare elementi oggettivi così rilevanti per giungere a una conclusione opposta e non supportata da alcuna prova.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione riafferma un principio cruciale per la tutela dei diritti degli stranieri nel processo penale. Non spetta all’imputato nato e residente all’estero fornire una prova ‘in negativo’ della sua ignoranza della lingua. Al contrario, sono gli elementi oggettivi della sua biografia a creare una forte presunzione in tal senso. Sarà onere dell’accusa, o del giudice stesso, trovare elementi concreti per superare tale presunzione. In mancanza, il diritto dell’imputato a un interprete e alla traduzione degli atti deve essere pienamente garantito per assicurare un processo equo e giusto.

La nascita e la residenza all’estero di un imputato sono sufficienti a far presumere che non conosca l’italiano?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, di fronte a elementi pacifici come la nascita in Somalia e la residenza in Germania, e in assenza di prove contrarie, è manifestamente illogico concludere che l’imputato conosca la lingua italiana. Tali elementi fondano una presunzione di non conoscenza.

Cosa intende la Corte quando definisce ‘congetturale’ l’argomento del giudice inferiore?
La Corte lo definisce ‘congetturale’ perché si basa su una semplice supposizione non supportata da prove. Sostenere che la nascita e la residenza all’estero non siano sufficienti a dimostrare la non conoscenza della lingua è un’ipotesi priva di un valido fondamento logico e fattuale.

Qual è il principio stabilito da questa sentenza sulla prova della conoscenza della lingua italiana?
La sentenza stabilisce che, in assenza di qualsiasi elemento che dimostri il contrario, dati oggettivi come il luogo di nascita e di residenza stabile all’estero sono sufficienti a fondare la presunzione che l’imputato non conosca la lingua italiana, garantendogli i conseguenti diritti processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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