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Conoscenza del processo: elezione di domicilio non basta

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del PM per sopravvenuta carenza di interesse, poiché l’imputato, inizialmente irreperibile, è stato rintracciato. Tuttavia, la Corte ribadisce un principio fondamentale: per procedere in assenza, non è sufficiente la mera elezione di domicilio presso il difensore. È necessaria la prova certa dell’effettiva conoscenza del processo da parte dell’imputato, che non può essere presunta.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conoscenza del processo: elezione di domicilio non basta per procedere in assenza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23183/2025, torna su un tema cruciale della procedura penale: i presupposti per celebrare un processo in assenza dell’imputato. Il principio affermato è netto: la semplice elezione di domicilio presso il difensore di fiducia non è sufficiente a dimostrare la reale conoscenza del processo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Durante l’udienza preliminare, il Giudice (GIP) aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti di un imputato per un reato in materia di stupefacenti. La ragione? L’imputato era irreperibile e, secondo il giudice, non vi era la prova che avesse avuto effettiva conoscenza della pendenza del processo a suo carico. Di conseguenza, il GIP applicava l’art. 420-quater c.p.p., sospendendo il procedimento e disponendo nuove ricerche.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero presentava ricorso per cassazione. La tesi dell’accusa era che l’imputato, durante le indagini, avesse nominato un difensore di fiducia e avesse eletto domicilio presso il suo studio. Questi elementi, a parere del PM, sarebbero stati sufficienti per considerare la sua assenza in udienza come una scelta volontaria e consapevole, legittimando così la prosecuzione del processo ai sensi dell’art. 420-bis c.p.p.

La Sopravvenuta Carenza di Interesse e la Decisione della Corte

Mentre il ricorso era pendente, un fatto nuovo ha cambiato le carte in tavola: l’imputato è stato arrestato per un altro reato e, in quell’occasione, gli sono stati notificati gli atti del procedimento originario. Di conseguenza, il processo a suo carico è stato riaperto.

Questo sviluppo ha portato la Corte di Cassazione a dichiarare il ricorso del PM inammissibile per “sopravvenuta carenza di interesse”. In pratica, l’obiettivo del PM – ovvero celebrare l’udienza preliminare – era stato raggiunto per altra via, rendendo superflua una decisione sul ricorso. Tuttavia, la Corte non si è fermata qui.

La Conoscenza del Processo e l’Onere della Prova

Pur dichiarando l’inammissibilità, la Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato, definendo il motivo del ricorso del PM “manifestamente infondato”. La Corte ha chiarito che la giurisprudenza, anche prima delle recenti riforme, ha sempre svalutato le forme di conoscenza del processo basate su mere presunzioni.

L’elezione di domicilio presso il difensore, anche se di fiducia, non è di per sé un elemento che garantisce con certezza che l’imputato sia venuto a conoscenza della vocatio in iudicium (la chiamata in giudizio).

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che il giudice ha il dovere di verificare in positivo, e non per presunzioni, che l’imputato abbia avuto una conoscenza effettiva del procedimento o che si sia volontariamente sottratto ad essa. Non si può desumere automaticamente questa volontà dalla “negligenza informativa” dell’imputato che non si tiene in contatto con il proprio legale.

La nomina di un difensore e l’elezione di domicilio sono atti compiuti nella fase delle indagini, ma non garantiscono che l’imputato sia stato successivamente informato dell’avvio del processo vero e proprio. In assenza di elementi concreti che dimostrino questa comunicazione, il giudice non può procedere in assenza, poiché si invertirebbe l’onere della prova, addossando all’imputato le conseguenze di una mancata conoscenza di cui non è responsabile.

Le conclusioni

La sentenza rafforza le garanzie difensive, stabilendo un alto standard di prova per poter celebrare un processo in assenza. Per la giustizia, è fondamentale avere la certezza che l’imputato sia a conoscenza del processo a suo carico. La sua assenza deve essere una scelta libera e consapevole, non il risultato di una mancata comunicazione. Questa decisione impone ai giudici un’attenta e rigorosa verifica caso per caso, escludendo ogni automatismo e tutelando il diritto fondamentale a partecipare al proprio processo.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per “sopravvenuta carenza di interesse”. Ciò è avvenuto perché, nelle more della decisione della Cassazione, l’imputato è stato rintracciato, arrestato per un’altra causa e gli sono stati notificati gli atti del procedimento. Di conseguenza, il processo è stato riaperto, raggiungendo così lo scopo che il PM si prefiggeva con il ricorso.

L’elezione di domicilio presso il difensore è sufficiente a dimostrare la conoscenza del processo?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito con forza che la sola elezione di domicilio presso il difensore (anche se di fiducia) non è di per sé sufficiente a provare con certezza che l’imputato abbia avuto effettiva conoscenza della pendenza del processo e della data dell’udienza. Non si può basare una dichiarazione di assenza su una mera presunzione.

Cosa deve verificare il giudice prima di procedere in assenza dell’imputato?
Il giudice deve accertare in modo positivo e concreto che l’imputato abbia avuto un’effettiva conoscenza del processo (della vocatio in iudicium) oppure che si sia volontariamente e consapevolmente sottratto alla conoscenza del procedimento. Questo accertamento non può basarsi su presunzioni, come la cosiddetta “negligenza informativa” dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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