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Connessione teleologica: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un conflitto di competenza tra il Tribunale di Ancona e quello di Macerata. Il caso verteva sulla corretta applicazione del principio di connessione teleologica tra un reato associativo e un reato di bancarotta fraudolenta. La Suprema Corte ha stabilito che la competenza per tutti i reati spetta al Tribunale di Ancona, anche in assenza di identità tra gli autori dei diversi illeciti, poiché il reato associativo era strumentale alla commissione della bancarotta. La decisione rafforza l’interpretazione secondo cui la connessione va valutata sul piano processuale in base alle accuse formulate.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Connessione teleologica: quando un reato ‘attrae’ la competenza di un altro?

Il concetto di connessione teleologica rappresenta un pilastro fondamentale della procedura penale, in grado di determinare quale tribunale sia competente a giudicare una serie di reati. Con la sentenza n. 36673/2025, la Corte di Cassazione torna su questo tema cruciale, chiarendo i criteri per la sua applicazione, specialmente quando gli autori dei reati collegati non sono gli stessi. La decisione risolve un conflitto di competenza tra due tribunali, stabilendo un principio chiaro: ciò che conta è il legame funzionale tra i crimini, non l’identità dei soggetti che li commettono.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda processuale ha origine dalla decisione del Tribunale di Ancona di dichiarare la propria incompetenza per una serie di capi d’imputazione, tra cui un reato associativo, ritenendo che non vi fosse un legame sufficiente con un più grave reato di bancarotta fraudolenta, di sua competenza. Gli atti venivano quindi trasmessi al Tribunale di Macerata.

Tuttavia, il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) di Macerata non ha condiviso questa impostazione e ha sollevato un conflitto negativo di competenza. Secondo il GUP, esisteva una chiara connessione teleologica tra il reato associativo e la bancarotta. In sostanza, l’associazione criminale sarebbe stata creata proprio allo scopo di commettere la bancarotta. A sostegno della sua tesi, il giudice ha richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite del 2017, secondo cui la diversità degli autori tra il ‘reato-mezzo’ e il ‘reato-fine’ non è un ostacolo al riconoscimento della connessione.

La Decisione della Corte e la connessione teleologica

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi del GUP di Macerata, risolvendo il conflitto e dichiarando la competenza del Tribunale di Ancona per la totalità dei reati. La Suprema Corte ha ribadito che il Tribunale di Ancona, nel declinare la propria competenza, aveva interpretato in modo errato i principi stabiliti dalle Sezioni Unite.
Il fulcro della decisione risiede nell’affermare che la connessione tra reati deve essere valutata sul piano puramente processuale, basandosi sulla descrizione dei fatti contenuta nei capi di imputazione. Non è necessario, quindi, che vi sia una perfetta coincidenza tra gli autori del reato strumentale (l’associazione) e quelli del reato finale (la bancarotta).

Le Motivazioni della Sentenza

Nelle motivazioni, la Cassazione spiega che, per configurare la connessione teleologica ai sensi dell’art. 12, lett. c), del codice di procedura penale, non è richiesta l’identità degli autori. È invece sufficiente accertare che l’autore del ‘reato-mezzo’ abbia agito con la consapevolezza che la propria condotta fosse finalizzata a commettere o a occultare un altro reato.
Questo nesso, precisa la Corte, va ricostruito esclusivamente ‘sul terreno processuale’, ovvero analizzando come le accuse sono state formulate dal Pubblico Ministero. La ricostruzione operata dal GUP di Macerata è stata ritenuta ‘del tutto condivisibile e pienamente aderente ai contenuti delle imputazioni’. Di conseguenza, il legame di strumentalità tra il sodalizio criminale e il dissesto finanziario è stato considerato sussistente, determinando così lo spostamento della competenza per tutti i reati al giudice del luogo in cui è stato commesso il reato più grave, cioè il Tribunale di Ancona.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale volto a favorire il ‘simultaneus processus’, ovvero la trattazione congiunta di procedimenti legati da un nesso significativo. Questa impostazione risponde a esigenze di economia processuale e di coerenza delle decisioni giudiziarie. In pratica, la decisione chiarisce che per attrarre la competenza di reati connessi, è determinante il progetto criminale complessivo descritto nell’imputazione, piuttosto che una rigida verifica sulla coincidenza dei soggetti coinvolti in ogni singola fase delittuosa. Ciò significa che la competenza territoriale si concentra presso il giudice del reato più grave, anche se alcuni imputati devono rispondere solo di reati meno gravi e commessi altrove, purché inseriti in un unico disegno criminoso.

Che cos’è la connessione teleologica secondo la Corte di Cassazione?
È il legame che esiste tra un reato commesso con lo scopo di eseguire o nascondere un altro reato. Questo nesso determina uno spostamento della competenza territoriale al giudice competente per il reato più grave.

Perché la competenza è stata attribuita al Tribunale di Ancona?
Perché la Corte ha ritenuto sussistente una connessione teleologica tra il reato associativo (giudicato dal Tribunale di Macerata in prima istanza) e il reato di bancarotta fraudolenta (di competenza di Ancona), considerato il reato fine, cioè lo scopo per cui l’associazione era stata creata.

È necessario che gli autori del reato-mezzo e del reato-fine siano gli stessi perché si configuri la connessione teleologica?
No. La sentenza chiarisce, richiamando precedenti decisioni delle Sezioni Unite, che non è richiesta l’identità degli autori. È sufficiente che l’autore del reato-mezzo abbia agito con la consapevolezza che la sua azione fosse finalizzata alla commissione o all’occultamento di un altro reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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