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Confisca obbligatoria: annullata sentenza per omissione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza del Tribunale di Fermo che, pur condannando un’imputata per omessa dichiarazione fiscale, aveva omesso di disporre la confisca obbligatoria dei proventi del reato. La Corte ha ribadito che tale misura è un atto dovuto per i delitti tributari, annullando la decisione sul punto e rinviando il caso al Tribunale per la determinazione della somma da confiscare.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Confisca Obbligatoria nei Reati Tributari: La Cassazione Annulla per Omessa Pronuncia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di reati tributari: la confisca obbligatoria del profitto del reato non è una facoltà del giudice, ma un dovere. Anche una semplice ‘dimenticanza’ in sede di condanna costituisce un errore di legge che porta all’annullamento della sentenza sul punto. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Fermo, che aveva condannato un’imputata per il reato di omessa dichiarazione, previsto dall’articolo 5 del D.Lgs. 74/2000. Nonostante la condanna, il giudice di primo grado aveva omesso di disporre la confisca delle somme costituenti il profitto del reato.

Contro questa omissione, il Procuratore generale presso la Corte di Appello di Ancona ha presentato ricorso per Cassazione, sostenendo che il giudice avesse violato la legge non applicando una misura patrimoniale che, per questa tipologia di illeciti, è prevista come obbligatoria.

La Questione Giuridica: È Sempre Dovuta la Confisca per Reati Fiscali?

Il cuore della controversia verteva sulla natura della confisca nei delitti tributari. L’accusa sosteneva che, a seguito della condanna, il giudice non avesse alcuna discrezionalità, ma fosse tenuto per legge a ordinare la confisca del profitto illecito. La difesa dell’imputata, invece, chiedeva il rigetto del ricorso.

La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se l’omessa statuizione sulla confisca costituisse un vizio della sentenza tale da giustificarne l’annullamento parziale.

L’Evoluzione Normativa della Confisca Obbligatoria

La Corte ha ricostruito il quadro normativo applicabile al caso. Il reato era stato commesso il 30 settembre 2015. A quell’epoca, la normativa vigente (specificamente la Legge n. 244 del 2007) già prevedeva, attraverso il richiamo all’art. 322-ter del codice penale, l’applicazione della confisca obbligatoria per il reato di omessa dichiarazione.

Questa scelta legislativa è stata poi rafforzata e generalizzata dal D.Lgs. n. 158 del 2015, che ha introdotto l’articolo 12-bis nel D.Lgs. 74/2000, estendendo la confisca obbligatoria a tutti i delitti tributari previsti da quel decreto. La Corte ha sottolineato come questa evoluzione confermi la volontà del legislatore di rendere la misura una conseguenza inderogabile della condanna.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso del Procuratore generale pienamente fondato. I giudici hanno affermato che la censura relativa all’omessa pronuncia sulla confisca è corretta. Essendo la confisca una conseguenza giuridica obbligatoria della condanna per il reato contestato, il giudice di primo grado non poteva esimersi dal disporla. L’omissione integra una chiara violazione di legge.

Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente al punto concernente la mancata applicazione della confisca. Ha quindi disposto il rinvio degli atti al Tribunale di Fermo, che dovrà procedere a un nuovo giudizio (affidato a un giudice diverso) con il solo scopo di individuare la somma esatta da sottoporre a confisca.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce con fermezza il carattere imperativo della confisca obbligatoria nei reati tributari. La decisione insegna che questa misura non è un accessorio della pena, ma una sua componente essenziale e ineludibile. Per i professionisti e i contribuenti, ciò significa che una condanna per un reato fiscale comporta inevitabilmente la perdita patrimoniale dei vantaggi illecitamente conseguiti. Per i giudici, è un monito a non trascurare alcun aspetto sanzionatorio previsto dalla legge, pena la riforma della propria decisione.

Per il reato di omessa dichiarazione è sempre prevista la confisca del profitto?
Sì, la sentenza conferma che per il reato di omessa dichiarazione (art. 5, d.lgs. 74/2000) la confisca è obbligatoria e il giudice è tenuto a disporla in caso di condanna.

Cosa accade se un giudice condanna per un reato tributario ma si dimentica di ordinare la confisca obbligatoria?
La sentenza può essere impugnata e, come avvenuto in questo caso, la Corte di Cassazione può annullarla limitatamente alla parte omessa, rinviando il caso al giudice di merito per correggere l’errore e determinare l’importo da confiscare.

La normativa sulla confisca obbligatoria per reati tributari è recente?
No, la Corte chiarisce che l’obbligatorietà della confisca per questo tipo di reato era già prevista dalla Legge n. 244 del 2007. La successiva riforma del 2015 (con l’introduzione dell’art. 12-bis) ha solo confermato e generalizzato questo principio a tutti i delitti tributari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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