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Confisca di prevenzione: i termini per la decisione

La Corte di Cassazione ha annullato una confisca di prevenzione disposta nei confronti di due soggetti, poiché la Corte d’Appello ha depositato il suo decreto motivato oltre il termine perentorio di un anno e sei mesi previsto dalla legge. La sentenza chiarisce che tale termine decorre dal deposito dell’appello fino al deposito della decisione motivata e non è soggetto alla sospensione feriale dei termini, in quanto è un adempimento a carico del giudice e non delle parti. Di conseguenza, il superamento del termine comporta l’inefficacia della confisca e la restituzione dei beni sequestrati.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca di Prevenzione: Annullata per Decorrenza dei Termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43776/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di confisca di prevenzione, annullando un provvedimento ablativo perché la Corte d’Appello aveva depositato la sua decisione oltre il termine massimo di un anno e sei mesi. Questa pronuncia ribadisce la natura perentoria di tale termine, la cui violazione rende la confisca inefficace, e chiarisce che la sospensione feriale non si applica ai doveri decisori del giudice.

I Fatti del Caso: Una Confisca Patrimoniale Contesta

Due persone ricorrevano in Cassazione avverso il decreto della Corte di Appello di Firenze, che aveva confermato la confisca di numerosi beni mobili e immobili disposta dal Tribunale. I ricorrenti lamentavano due vizi principali: la violazione dei termini per la decisione in appello e la mancanza di una motivazione adeguata riguardo alla lecita provenienza di alcuni beni, questione per la quale avevano prodotto una dettagliata consulenza tecnica.

Il nucleo del ricorso si concentrava sul primo motivo: la decisione della Corte d’Appello era stata depositata ben oltre il termine di 18 mesi previsto dall’art. 27, comma 6, del D.Lgs. 159/2011, termine che decorre dalla presentazione del ricorso in appello.

La Decisione e i Termini della Confisca di Prevenzione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato proprio sulla base della violazione dei termini. L’analisi dei giudici è stata precisa e ha seguito un percorso logico ineccepibile.

L’importanza del termine per la decisione d’appello

La Cassazione ha verificato le date processuali: gli appelli erano stati presentati nell’ottobre 2022, mentre il decreto motivato della Corte d’Appello era stato depositato solo nell’aprile 2024. Questo intervallo temporale superava palesemente il limite di un anno e sei mesi. La Corte ha sottolineato che, secondo una giurisprudenza consolidata, il momento finale da considerare per il calcolo del termine è la data di deposito del provvedimento motivato, poiché è solo con il deposito che la decisione acquista esistenza giuridica.

La Sospensione Feriale non si Applica al Giudice

Un punto chiave affrontato dalla sentenza è stata la tesi della Procura Generale, secondo cui al calcolo del termine si sarebbe dovuta applicare la sospensione feriale. La Cassazione ha respinto con fermezza questa interpretazione. Richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite, ha ribadito che la sospensione feriale dei termini processuali riguarda esclusivamente gli adempimenti a carico delle parti (avvocati, imputati, etc.) e non quelli che incombono al giudice.

Il termine per decidere e depositare la sentenza, o in questo caso il decreto sulla confisca di prevenzione, è un termine imposto al giudice per garantire la ragionevole durata del processo e la certezza del diritto. Pertanto, non può essere sospeso durante il periodo estivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Cassazione si fonda sull’interpretazione rigorosa della normativa antimafia (D.Lgs. 159/2011). Il legislatore ha previsto un termine preciso per la definizione del giudizio di appello in materia di misure di prevenzione patrimoniale, sanzionando il suo superamento con l’inefficacia della confisca disposta in primo grado. Questa scelta normativa mira a bilanciare l’esigenza di contrastare l’accumulazione di ricchezze illecite con la necessità di tutelare il diritto di proprietà e di garantire una decisione in tempi ragionevoli. Poiché nel caso di specie il termine era stato superato e non erano intervenute cause legittime di sospensione, la conseguenza non poteva che essere l’annullamento della confisca.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ha un’importante implicazione pratica: la perentorietà del termine di un anno e sei mesi per la decisione d’appello sulla confisca di prevenzione è assoluta e non ammette deroghe come la sospensione feriale. Le Corti d’Appello devono definire questi procedimenti con la massima celerità, poiché il ritardo nel deposito della decisione motivata comporta la perdita di efficacia della misura patrimoniale. Per i soggetti coinvolti, ciò significa che un ritardo ingiustificato da parte dell’organo giudicante può portare alla restituzione dei beni, ripristinando la situazione patrimoniale preesistente al sequestro.

Qual è il termine massimo per la Corte di appello per decidere su un ricorso contro una confisca di prevenzione?
La Corte di appello è tenuta a pronunciarsi e depositare il decreto motivato entro il termine di un anno e sei mesi dalla proposizione del ricorso, come previsto dall’art. 27, comma 6, del d.lgs. 159/2011.

Il termine per la decisione del giudice sulla confisca di prevenzione è sospeso durante il periodo feriale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sospensione feriale dei termini si applica solo agli adempimenti delle parti e non ai termini imposti al giudice per decidere e depositare i provvedimenti.

Cosa succede se la Corte di appello deposita il suo decreto motivato oltre il termine previsto dalla legge?
Il superamento del termine di un anno e sei mesi determina l’inefficacia della confisca disposta in primo grado. La Corte di Cassazione, in tal caso, annulla senza rinvio il provvedimento di confisca, con conseguente restituzione dei beni sequestrati agli aventi diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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