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Confisca di prevenzione: competenza su somme successive

La Corte di Cassazione ha chiarito la procedura corretta per richiedere la restituzione di somme legittime confluite su un conto corrente dopo che questo era già stato sottoposto a confisca di prevenzione. La Corte ha stabilito che non si tratta di un’istanza di revoca della confisca, bensì di un incidente di esecuzione, la cui competenza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento originario e non alla Corte d’Appello designata per le revoche.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca di Prevenzione: A Chi Chiedere la Restituzione delle Somme Successive?

La confisca di prevenzione è uno strumento potente per contrastare l’accumulazione di patrimoni illeciti. Ma cosa succede se, su un conto corrente confiscato, confluiscono somme di provenienza lecita, come una pensione, solo dopo l’applicazione della misura? A quale giudice bisogna rivolgersi per chiederne la restituzione? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo intricato dilemma procedurale, distinguendo nettamente tra ‘revoca’ della confisca e ‘incidente di esecuzione’.

I Fatti del Caso: Un Conto Corrente e le Somme “Sopravvenute”

Il caso riguarda un soggetto il cui conto corrente, con un saldo di circa 25.000 euro, viene prima sottoposto a sequestro e poi a confisca di prevenzione definitiva. Successivamente al provvedimento, sul medesimo conto continuano ad essere accreditati ratei pensionistici per un totale di quasi 20.000 euro. L’interessato presenta un’istanza per ottenere la restituzione di quest’ultima somma, sostenendo che essa non faceva parte del patrimonio originariamente confiscato e derivava da fonti lecite.

L’Errore Procedurale: Confondere Restituzione con Revoca

La richiesta, tuttavia, innesca un errore di valutazione da parte dei giudici di merito. La Corte d’appello di Roma, investita della questione, qualifica erroneamente l’istanza come una richiesta di ‘revoca della confisca’ ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 159/2011. Di conseguenza, dichiara la propria incompetenza e trasmette gli atti alla Corte d’appello di Perugia, competente per territorio per tale tipo di procedura. Quest’ultima, procedendo sulla base dell’errata qualificazione, rigetta la richiesta, non ravvisando i presupposti per la revoca.

La Decisione della Cassazione sulla corretta procedura della confisca di prevenzione

La Corte di Cassazione, adita dall’interessato, accoglie il ricorso e annulla senza rinvio l’ordinanza impugnata. I giudici supremi chiariscono la natura della richiesta: non si trattava di revocare la confisca originaria, ma di separare e restituire somme che non erano mai state oggetto del provvedimento ablativo, in quanto confluite sul conto in un momento successivo. La questione, pertanto, non attiene alla validità della misura di prevenzione, ma alla sua corretta esecuzione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la richiesta si colloca nella fase esecutiva ed è volta a separare una specifica somma dal compendio confiscato. Lo strumento giuridico corretto non è l’istanza di revoca, ma l’incidente di esecuzione. Questo procedimento serve proprio a risolvere le controversie che sorgono durante l’applicazione pratica di un provvedimento giudiziario. Di conseguenza, la Corte d’Appello di Perugia era ‘funzionalmente incompetente’ a decidere, in quanto la sua giurisdizione era legata alla sola (ed erroneamente invocata) procedura di revoca. La competenza, invece, spetta al giudice che ha emesso il provvedimento genetico, ovvero il Tribunale di Roma, che dovrà ora decidere sulla spettanza delle somme al richiedente.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante indicazione pratica. Chi si trova nella situazione di veder confluire fondi legittimi su un bene già sottoposto a confisca di prevenzione non deve avviare un procedimento di revoca. La via corretta è quella dell’incidente di esecuzione, da promuovere davanti allo stesso organo giudiziario che ha disposto la misura iniziale. Ciò garantisce che la questione venga trattata dal giudice con la conoscenza più approfondita del caso e previene errori procedurali che possono causare ritardi e denegata giustizia.

Se nuove somme lecite vengono versate su un conto già sottoposto a confisca di prevenzione, possono essere recuperate?
Sì, la sentenza chiarisce che è possibile richiedere la restituzione di somme che non facevano parte del patrimonio originariamente confiscato e che sono confluite sul conto in un momento successivo.

Qual è la procedura corretta per chiedere la restituzione di questi fondi successivi?
La procedura corretta è l’incidente di esecuzione. Non si deve presentare un’istanza di revoca della confisca, poiché la richiesta non mette in discussione la validità del provvedimento originario.

Quale tribunale è competente a decidere su questa richiesta di restituzione?
La competenza spetta al giudice che ha originariamente disposto il sequestro e la confisca (il cosiddetto ‘giudice dell’esecuzione’), in quanto si tratta di una questione relativa alla corretta esecuzione del suo stesso provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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