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Condono edilizio: la Cassazione e le istanze separate

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso degli eredi contro un ordine di demolizione. I ricorrenti avevano presentato istanze separate di condono edilizio per singole porzioni di un unico immobile abusivo, nel tentativo di eludere i limiti volumetrici previsti dalla legge. La Corte ha stabilito che tale pratica costituisce un’elusione fraudolenta e ha ribadito che la legittimazione a richiedere la sanatoria spetta solo a chi detiene un interesse giuridicamente qualificato sull’immobile, non un mero interesse di fatto.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Condono Edilizio: La Cassazione Blocca le Istanze Separate per Eludere i Limiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha riaffermato principi cruciali in materia di condono edilizio, ponendo un freno ai tentativi di eludere i limiti volumetrici attraverso la presentazione di istanze separate per un unico immobile. La decisione chiarisce chi possiede la legittimazione per richiedere la sanatoria e conferma la natura inderogabile dell’ordine di demolizione come strumento di ripristino della legalità.

Il Caso: Un Immobile Abusivo e il Tentativo di Sanatoria

La vicenda giudiziaria trae origine da una condanna per abuso edilizio a carico dei proprietari di un grande manufatto, esteso su tre piani per una volumetria complessiva di oltre 1700 metri cubi. A seguito della condanna, era stato emesso un ordine di demolizione.

Successivamente, gli eredi dei costruttori hanno presentato ricorso per l’annullamento di tale ordine, basandosi su diverse istanze di condono presentate anni prima. La particolarità del caso risiedeva nel fatto che erano state depositate cinque domande distinte, ciascuna a nome di una delle figlie e di un altro parente, per singole porzioni dell’edificio. Questa strategia mirava a frazionare artificiosamente l’immobile per rientrare nei limiti di volume previsti dalla legge per la sanatoria, limiti che l’edificio, considerato nel suo complesso, superava ampiamente.

La Legittimazione a Chiedere il Condono Edilizio: Chi Può Farlo?

Il primo punto cruciale affrontato dalla Cassazione riguarda la legittimazione a presentare la domanda di sanatoria. I ricorrenti sostenevano di avere un interesse legittimo in quanto l’immobile era stato costruito dal padre con l’intenzione di destinarlo a loro.

La Corte ha respinto questa tesi, chiarendo che la legittimazione non può derivare da un mero interesse di fatto o da una semplice intenzione non formalizzata in un atto giuridico. Per poter richiedere il condono edilizio, è necessario possedere un “interesse giuridicamente qualificato”. Questo significa essere proprietari dell’immobile o titolari di un altro diritto reale (come l’usufrutto) o di un diritto obbligatorio basato su un titolo certo (come un contratto preliminare di compravendita). Al momento della presentazione delle istanze, i ricorrenti non avevano alcun titolo giuridico sull’immobile, poiché i genitori, unici proprietari, erano ancora in vita.

Il Divieto di Frazionamento Artificioso e il Condono Edilizio

La Corte ha poi condannato la pratica di presentare istanze multiple per singole unità di un unico edificio. Questo comportamento è stato qualificato come un’elusione fraudolenta della legge. Ai fini della verifica dei limiti stabiliti per la concedibilità della sanatoria (come quello dei 750 metri cubi), l’edificio deve essere considerato nella sua interezza come un complesso unitario facente capo a un unico soggetto legittimato. Il frazionamento delle domande rappresenta un espediente per aggirare una norma imperativa, rendendo le istanze illegittime.

Ordine di Demolizione: Natura e Inefficacia del Diritto all’Abitazione

Infine, i ricorrenti hanno invocato la violazione del diritto all’abitazione e il principio di proporzionalità, sostenendo che la demolizione sarebbe stata una misura eccessiva dato che l’immobile si trovava in un’area completamente urbanizzata. Anche questo motivo è stato respinto.

La Cassazione ha ribadito che l’ordine di demolizione è una sanzione amministrativa con carattere reale, non personale. Ciò significa che si applica all’immobile in sé, a prescindere da chi ne sia il proprietario o l’occupante. La sua funzione è quella di ripristinare l’ordine urbanistico violato, un interesse pubblico che prevale sul diritto (personale) all’abitazione su un bene abusivo. L’ordine, pertanto, non si estingue con la morte del reo e si trasmette agli eredi e a eventuali acquirenti successivi.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili basandosi su una solida linea argomentativa. In primo luogo, ha evidenziato la totale carenza di legittimazione dei ricorrenti al momento della presentazione delle domande di condono, non essendo titolari di alcun diritto reale od obbligatorio sull’immobile. La semplice destinazione di fatto o la volontà paterna, non tradotta in un atto giuridico valido, è stata ritenuta irrilevante. In secondo luogo, la Corte ha identificato l’operazione di frazionamento delle istanze come una “fraudolenta elusione del limite” volumetrico, un principio consolidato nella giurisprudenza che mira a impedire l’aggiramento delle norme sul condono edilizio. Infine, ha riaffermato la natura oggettiva e ripristinatoria dell’ordine di demolizione, che non può essere neutralizzato da diritti personali come quello all’abitazione, specialmente quando esercitato su un manufatto insanabile.

Le Conclusioni

La sentenza consolida tre principi fondamentali. Primo: la richiesta di condono edilizio è riservata a soggetti con un titolo giuridico qualificato. Secondo: un edificio deve essere valutato come un’entità unica ai fini della sanatoria, e il suo frazionamento artificiale per eludere i limiti di legge è illegittimo. Terzo: l’ordine di demolizione è una misura efficace e trasmissibile agli eredi, finalizzata a tutelare il territorio e non è soggetta a valutazioni di proporzionalità tipiche delle pene personali. Questa decisione rappresenta un monito contro i tentativi di sanare abusi edilizi di vasta portata attraverso espedienti procedurali.

Chi è legittimato a presentare una domanda di condono edilizio?
La legittimazione spetta al proprietario dell’immobile o a chiunque sia titolare di un interesse giuridicamente qualificato, basato su un diritto reale (es. usufrutto) o un rapporto obbligatorio con data certa (es. contratto preliminare). Un mero interesse di fatto o un’aspettativa non sono sufficienti.

È possibile presentare più domande di condono per diverse parti dello stesso edificio per rientrare nei limiti di volume?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa pratica costituisce un’elusione fraudolenta della legge. Ai fini della sanatoria, l’edificio va considerato come un complesso unitario e la sua volumetria totale deve rispettare i limiti imposti dalla normativa.

L’ordine di demolizione si estingue se l’immobile viene ereditato o venduto a terzi?
No, l’ordine di demolizione ha natura di sanzione reale, cioè è legato all’immobile e non alla persona che ha commesso l’abuso. Pertanto, conserva la sua efficacia nei confronti degli eredi, degli aventi causa e di chiunque vanti un diritto reale o personale di godimento sull’immobile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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