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Concordato in appello: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8447/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza di appello. La decisione si fonda sul fatto che la pena era stata definita tramite un “concordato in appello” ex art. 599 bis c.p.p. La Corte ha stabilito che, una volta raggiunto tale accordo, che implica la rinuncia ad altri motivi, non è più possibile contestare la misura della pena concordata.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione Diventa Inammissibile

L’ordinanza n. 8447 del 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sui limiti dell’impugnazione a seguito di un concordato in appello. Questo strumento processuale, disciplinato dall’art. 599 bis del codice di procedura penale, permette alle parti di accordarsi sull’esito del giudizio di secondo grado, ma preclude successive contestazioni. Vediamo nel dettaglio la decisione della Suprema Corte.

Il Caso: Ricorso Dopo un Accordo in Appello

Il caso analizzato riguarda un imputato che, dopo una sentenza della Corte d’Appello, ha deciso di proporre ricorso in Cassazione. Il motivo del ricorso era la presunta violazione di legge nella determinazione della pena. Tuttavia, la sentenza di appello era stata pronunciata proprio sulla base di un accordo tra le parti, ovvero un concordato.

L’imputato, quindi, si è trovato a contestare un esito processuale che egli stesso aveva contribuito a definire attraverso l’accordo con la pubblica accusa. La questione giunta al vaglio della Cassazione era se tale ricorso potesse essere considerato ammissibile.

La Disciplina del Concordato in Appello

L’articolo 599 bis del codice di procedura penale introduce una forma di giustizia negoziata nel giudizio di appello. La norma prevede che le parti possano concordare sull’accoglimento, totale o parziale, dei motivi di appello, rinunciando contestualmente agli altri.

Un punto cruciale della disciplina riguarda la determinazione della pena. Se l’accordo comporta una nuova quantificazione della sanzione, il pubblico ministero, l’imputato e le altre parti interessate devono indicare espressamente al giudice la pena su cui hanno trovato un’intesa. Questo accordo diventa la base per la decisione della Corte territoriale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile. Il ragionamento dei giudici è lineare e si fonda sulla natura stessa dell’accordo processuale. Il raggiungimento di un concordato in appello, che si basa sulla rinuncia a tutti gli altri motivi, comporta una conseguenza drastica: la radicale inammissibilità di qualsiasi ulteriore doglianza relativa a una quantificazione della pena diversa da quella concordata.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva determinato la pena finale in modo esattamente conforme all’accordo raggiunto tra le parti. Pertanto, secondo la Cassazione, non è consentita alcuna ulteriore censura. Proporre un ricorso per motivi che sono stati oggetto di rinuncia esplicita o implicita attraverso l’accordo è un’azione non permessa dalla legge. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile de plano, cioè senza una discussione nel merito, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: il patto fa legge tra le parti, anche nel processo. Il concordato in appello è uno strumento deflattivo che offre vantaggi in termini di celerità e prevedibilità della decisione, ma richiede una piena consapevolezza delle sue conseguenze. L’adesione a un accordo sulla pena preclude in modo assoluto la possibilità di rimettere in discussione tale punto davanti alla Corte di Cassazione. La decisione serve da monito: la scelta di un percorso processuale concordato è definitiva e non ammette ripensamenti successivi sugli elementi che ne hanno costituito l’oggetto.

È possibile impugnare in Cassazione una pena determinata tramite concordato in appello?
No, l’ordinanza chiarisce che il raggiungimento di un accordo sulla pena, basato sulla rinuncia agli altri motivi, determina la radicale inammissibilità di ogni ulteriore doglianza relativa a una quantificazione della pena diversa da quella concordata.

Cosa prevede la procedura del ‘concordato in appello’ secondo l’art. 599 bis c.p.p.?
Prevede che le parti possano concordare l’accoglimento di alcuni motivi di appello, rinunciando agli altri. Se ciò comporta una nuova determinazione della pena, le parti devono indicare al giudice anche la pena specifica su cui sono d’accordo.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile in questo contesto?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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