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Concordato in appello: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8258/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso proposto contro una sentenza emessa a seguito di ‘concordato in appello’. La Corte ha ribadito che l’accordo tra le parti implica la rinuncia a sollevare successive contestazioni, salvo casi eccezionali come l’applicazione di una pena illegale, non riscontrati nel caso di specie. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in appello e Ricorso: Quando è Inammissibile?

Il concordato in appello, previsto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, è uno strumento che mira a deflazionare il carico giudiziario, ma quali sono le sue implicazioni per un eventuale ricorso in Cassazione? Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i limiti dell’impugnazione successiva a tale accordo, delineando un principio di rinuncia quasi totale a future doglianze.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello, pronunciata proprio a seguito di un accordo tra le parti. L’imputato lamentava genericamente un vizio di motivazione della sentenza, cercando di rimettere in discussione l’esito del giudizio di secondo grado. Il ricorso è stato quindi sottoposto al vaglio di legittimità della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e le implicazioni del concordato in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: l’accordo delle parti sui punti oggetto del concordato in appello implica una rinuncia implicita a dedurre, nel successivo giudizio di legittimità, ogni diversa doglianza. L’accettazione dell’accordo preclude la possibilità di contestare successivamente aspetti che non rientrano nelle limitate eccezioni previste dalla legge e dalla giurisprudenza.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la ratio del concordato risiede proprio nella definizione concordata del processo. Pertanto, l’unica via per un ricorso successivo è strettamente limitata a due ipotesi principali:
1. L’irrogazione di una pena illegale: se la pena concordata e applicata dal giudice viola la legge (ad esempio, è fuori dai limiti edittali).
2. Vizi nella formazione della volontà: se l’accordo è stato raggiunto per errore, violenza o dolo, o se vi sono stati problemi procedurali relativi al consenso del pubblico ministero.

Nel caso in esame, il ricorrente non ha sollevato alcuna di queste specifiche questioni, ma si è limitato a una generica contestazione sulla motivazione. La Corte ha ritenuto che tali critiche fossero precluse dall’accordo stesso. Di conseguenza, non ravvisando assenza di colpa nel determinare la causa di inammissibilità, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza l’idea del concordato in appello come un atto processuale quasi tombale. Le parti che scelgono questa strada devono essere pienamente consapevoli che stanno rinunciando alla maggior parte delle future possibilità di impugnazione. La decisione sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e strategica prima di aderire a un accordo, poiché le conseguenze di un ricorso successivo, se ritenuto inammissibile, possono essere anche economicamente onerose per il proponente. L’ordinanza serve da monito: il concordato è una chiusura del contenzioso, non un semplice passaggio verso un ulteriore grado di giudizio.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza basata su un ‘concordato in appello’?
Sì, ma solo per motivi molto specifici. L’accordo implica la rinuncia a sollevare la maggior parte delle contestazioni. L’impugnazione è ammessa solo in casi eccezionali, come l’applicazione di una pena illegale o la presenza di vizi nella formazione della volontà delle parti che hanno sottoscritto l’accordo.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile contro una sentenza di ‘concordato in appello’?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, come nel caso di specie, può essere condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è determinato dal giudice in via equitativa.

Perché un vizio generico di motivazione non è un motivo valido per impugnare una sentenza frutto di concordato?
Perché l’essenza del concordato è proprio l’accordo tra le parti sui punti della decisione, che sostituisce la necessità di una motivazione analitica da parte del giudice su quegli stessi punti. Accettando il concordato, le parti implicitamente accettano anche la conseguente struttura della sentenza, rinunciando a contestarne la motivazione, a meno che non si configuri una delle specifiche e più gravi eccezioni previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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