LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza di “concordato in appello”. La Corte ha ribadito che, dopo un accordo sulla pena in appello (ex art. 599-bis c.p.p.), il ricorso in Cassazione è consentito solo per vizi specifici legati alla formazione dell’accordo stesso e non per contestare nel merito la pena pattuita o la mancata concessione di attenuanti, motivi ai quali si è rinunciato con l’accordo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Limiti e Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dalla riforma Orlando (legge n. 103/2017), rappresenta uno strumento per deflazionare il carico dei processi di secondo grado, permettendo alle parti di accordarsi sulla pena. Tuttavia, questa scelta processuale comporta una significativa limitazione al diritto di impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini invalicabili per chi, dopo aver raggiunto un accordo, intende comunque ricorrere al supremo organo di giustizia.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Respinto

Nel caso di specie, un imputato aveva proposto ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte di Appello di Napoli. Tale sentenza era stata emessa proprio a seguito di un concordato in appello ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. L’imputato, nonostante l’accordo raggiunto, lamentava una violazione di legge e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Corte di Cassazione, però, ha prontamente dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Limiti al Ricorso dopo un Concordato in Appello

La decisione della Corte si fonda sulla natura stessa del concordato in appello. Quando le parti – imputato e pubblico ministero – dichiarano di concordare sull’accoglimento di alcuni motivi d’appello, rinunciando agli altri, stipulano un vero e proprio patto processuale. La legge stabilisce che la sentenza emessa sulla base di tale accordo può essere impugnata in Cassazione solo per motivi molto specifici.

Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, sono ammissibili solo i ricorsi che denunciano:

* Vizi nella formazione della volontà della parte di aderire al concordato;
* Problemi relativi al consenso del Procuratore Generale sulla richiesta;
* Un contenuto della sentenza difforme rispetto all’accordo pattuito tra le parti.

Al contrario, sono inammissibili le doglianze relative ai motivi d’appello a cui si è rinunciato o alla mancata valutazione da parte del giudice di cause di proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.), poiché l’accordo presuppone proprio la rinuncia a tali contestazioni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ritenuto che il ricorso presentato fosse palesemente al di fuori dei limiti consentiti. Le critiche mosse dall’imputato non riguardavano vizi procedurali dell’accordo, ma entravano nel merito della decisione, contestando la pena concordata e la valutazione sulle attenuanti. Questi, tuttavia, sono proprio gli aspetti su cui si fonda l’accordo e che, di conseguenza, non possono essere più messi in discussione in una fase successiva. L’imputato, accettando il concordato, ha implicitamente rinunciato a sollevare tali questioni. Proporre un ricorso basato su motivi rinunciati rende l’impugnazione, per l’appunto, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il concordato in appello è una scelta strategica che offre il vantaggio di una definizione più rapida della pena, ma che comporta la rinuncia a ulteriori gradi di giudizio sul merito della questione. Chi opta per questa via deve essere consapevole che sta chiudendo la porta alla possibilità di contestare la pena o altri aspetti della condanna in Cassazione, a meno che non si siano verificati gravi vizi procedurali nella formazione dell’accordo stesso. La decisione serve da monito sulla necessità di una valutazione attenta e consapevole prima di aderire a un accordo di questo tipo.

È sempre possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza di “concordato in appello”?
No, non è sempre possibile. Il ricorso è ammesso solo per un numero limitato di motivi, legati a vizi procedurali nella formazione dell’accordo e non al merito della sentenza.

Quali sono i motivi validi per impugnare un concordato in appello?
I motivi ammessi riguardano vizi nella formazione della volontà della parte che ha aderito all’accordo, problemi relativi al consenso del Procuratore Generale sulla richiesta, oppure il caso in cui la pronuncia del giudice sia difforme rispetto a quanto concordato.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché l’imputato contestava la misura della pena e la mancata concessione delle attenuanti generiche, ovvero questioni di merito a cui aveva implicitamente rinunciato aderendo al concordato, senza sollevare alcun vizio procedurale sull’accordo stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati