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Concordato in appello: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato contro una sentenza di concordato in appello. L’imputato, dopo aver rinunciato ai motivi di appello e accettato la pena concordata, aveva tentato di riproporre le medesime doglianze in Cassazione. La Corte ha ribadito che, in tali casi, l’impugnazione è possibile solo se viene irrogata una pena illegale, escludendo ogni altra questione, inclusa la legittimità costituzionale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Limiti e Conseguenze sul Ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso che permette di definire il processo nel secondo grado di giudizio. Tuttavia, la scelta di percorrere questa strada comporta conseguenze significative sulla possibilità di impugnare successivamente la decisione davanti alla Corte di Cassazione. Un’ordinanza recente ha chiarito i rigidi paletti che limitano tale facoltà.

I Fatti del Caso

Nel caso in esame, un imputato aveva presentato appello contro una sentenza di condanna. Successivamente, in accordo con la Procura Generale, aveva rinunciato ai motivi di appello, accedendo a una proposta di pena concordata, che la Corte di appello di Roma aveva accolto. Nonostante l’accordo, il difensore dell’imputato presentava ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge legata alla mancata esclusione di un’aggravante che, a suo dire, era illegittima. In pratica, si tentava di rimettere in discussione un punto che era implicitamente parte dell’accordo di pena raggiunto.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Concordato in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato un principio consolidato: la sentenza emessa a seguito di concordato in appello non è ricorribile per cassazione se vengono riproposte questioni che erano oggetto dei motivi di appello a cui l’imputato ha espressamente rinunciato. L’accordo tra le parti, infatti, limita la cognizione del giudice a valutare la correttezza dell’intesa raggiunta, senza poter entrare nel merito delle questioni abbandonate dall’appellante.

Le Motivazioni della Corte

Il Collegio ha ribadito che l’accordo processuale cristallizza la situazione giuridica e preclude un successivo ripensamento. La rinuncia ai motivi di appello è una condizione essenziale per accedere al concordato in appello e non può essere aggirata riproponendo le stesse doglianze in sede di legittimità. L’unica eccezione a questa regola ferrea è rappresentata dal caso in cui la pena concordata e applicata dal giudice sia ‘illegale’. Si ha una pena illegale quando essa non è prevista dall’ordinamento giuridico per quel tipo di reato, sia per specie che per quantità. Nel caso di specie, la contestazione sull’aggravante non configurava un’ipotesi di pena illegale, ma una mera questione di valutazione giuridica, sulla quale l’imputato aveva rinunciato a insistere accettando il concordato. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile in quanto proponeva motivi non consentiti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma la natura tombale dell’accordo raggiunto con il concordato in appello. La scelta di questo rito alternativo deve essere ponderata attentamente, poiché implica la definitiva rinuncia a far valere determinate contestazioni. L’imputato e il suo difensore devono essere consapevoli che, una volta siglato l’accordo, l’unica porta aperta per un ricorso in Cassazione riguarda la rara eventualità di una pena palesemente contra legem. Qualsiasi altra questione, anche se potenzialmente fondata, si considera superata e non più discutibile. La conseguenza della dichiarata inammissibilità, inoltre, è severa: la condanna al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende.

È possibile fare ricorso in Cassazione dopo un concordato in appello?
Sì, ma solo in casi eccezionali. La regola generale è che il ricorso è inammissibile se ripropone motivi a cui si è rinunciato per ottenere il concordato.

Qual è l’unica eccezione che permette di ricorrere in Cassazione dopo un concordato in appello?
L’unica eccezione prevista è l’irrogazione di una ‘pena illegale’, ovvero una pena che per tipo o misura non è contemplata dalla legge per il reato contestato.

Cosa succede se viene presentato un ricorso inammissibile contro una sentenza di concordato?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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