LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso la rideterminazione della pena basata su un concordato in appello. La Corte ha ribadito che l’accordo sulla pena, raggiunto ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., non può essere contestato in sede di legittimità riguardo alla sua misura, salvo il raro caso di ‘illegalità’ della sanzione, non riscontrato nel caso di specie. La rinuncia ai motivi d’appello preclude ogni successiva doglianza sugli stessi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Impugnazione

L’istituto del concordato in appello, noto anche come ‘patteggiamento in appello’, rappresenta uno strumento processuale di grande rilevanza, finalizzato a deflazionare il carico giudiziario e a definire il processo in tempi più celeri. Tuttavia, la scelta di aderire a tale accordo comporta conseguenze significative sulla possibilità di impugnare la sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza i limiti del ricorso contro una pena concordata, offrendo importanti spunti di riflessione per la difesa.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Torino che, in parziale riforma di una precedente condanna per reati come bancarotta fraudolenta e truffa aggravata, aveva rideterminato la pena inflitta a un imputato. Tale rideterminazione era il risultato di un concordato in appello ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. L’accordo prevedeva il riconoscimento del vincolo della continuazione tra i reati oggetto del giudizio e altri già definiti con una precedente sentenza, a fronte della rinuncia dell’imputato agli altri motivi di gravame.

Nonostante l’accordo, il difensore dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio in relazione alla determinazione del trattamento sanzionatorio, con specifico riferimento alla pena base e al diniego delle circostanze attenuanti generiche.

Il Ricorso in Cassazione e il Valore del Concordato in Appello

Il fulcro del ricorso verteva sulla presunta inadeguatezza della motivazione della Corte d’Appello nel quantificare la pena, sebbene tale pena fosse il risultato di un accordo tra le parti. La difesa, con un unico motivo, cercava di rimettere in discussione elementi che erano stati oggetto del negozio processuale, sperando in un riesame da parte della Suprema Corte. Si poneva quindi la questione fondamentale: fino a che punto un accordo sulla pena vincola le parti e preclude ulteriori contestazioni?

La Decisione della Suprema Corte: Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in modo netto e inequivocabile. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: l’accordo stipulato ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. ha natura di negozio processuale che, una volta recepito nella decisione del giudice, non può essere modificato unilateralmente.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono chiare e si articolano su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, la rinuncia a uno o più motivi di appello, che è il presupposto del concordato in appello, circoscrive l’oggetto della decisione del giudice ai soli punti non coperti dalla rinuncia. Di conseguenza, l’imputato non può, in un secondo momento, lamentare in Cassazione una carenza di motivazione su aspetti ai quali ha volontariamente rinunciato. Sarebbe una contraddizione logica e procedurale.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, il ricorso per cassazione avverso la misura della pena concordata è, per sua natura, inammissibile. L’accordo liberamente stipulato tra le parti cristallizza il trattamento sanzionatorio. L’unica eccezione a questa regola ferrea è l’ipotesi di ‘illegalità’ della pena (ad esempio, una pena applicata al di fuori dei limiti edittali previsti dalla legge). Nel caso di specie, la Corte ha specificato che tale illegalità non solo non era stata eccepita dal ricorrente, ma non era comunque ravvisabile, conformemente a quanto statuito dalle Sezioni Unite.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un principio cardine della procedura penale: pacta sunt servanda. La scelta di accedere al concordato in appello è una decisione strategica che offre il vantaggio di una pena certa e potenzialmente più mite, ma che implica la definitiva accettazione di quel trattamento sanzionatorio. La decisione della Cassazione serve da monito: una volta siglato l’accordo e omologato dal giudice, la via per contestare la misura della pena è preclusa, salvo i casi eccezionali e tassativi di illegalità. Pertanto, la difesa deve ponderare con estrema attenzione i pro e i contro di tale istituto, essendo consapevole della sua natura vincolante e della quasi impossibilità di rimetterlo in discussione in una fase successiva.

È possibile impugnare in Cassazione la misura della pena decisa con un concordato in appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che è inammissibile il ricorso proposto in relazione alla misura della pena concordata, poiché il negozio processuale liberamente stipulato tra le parti, una volta consacrato nella decisione del giudice, non può essere unilateralmente modificato.

Cosa succede se un imputato rinuncia a dei motivi di appello per ottenere un concordato sulla pena?
Se un imputato rinuncia a uno o più motivi di appello a seguito di un concordato, la cognizione del gravame viene circoscritta ai soli capi o punti della decisione ai quali si riferiscono i residui motivi. Di conseguenza, l’imputato non può successivamente lamentarsi, con il ricorso per cassazione, dell’eventuale omessa motivazione in ordine ai motivi rinunciati.

Esiste qualche eccezione che permette di impugnare una pena concordata in appello?
Sì, l’unica eccezione che consente di impugnare una pena concordata è l’ipotesi di ‘illegalità’ della pena stessa. Tuttavia, come precisato dalla Corte nel caso di specie, tale illegalità non era stata né eccepita dal ricorrente né ravvisabile nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati