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Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un concordato in appello ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., ha impugnato la sentenza. La Corte ha stabilito che l’accordo implica la rinuncia a qualsiasi doglianza, rendendo il successivo ricorso per cassazione privo di fondamento.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Cassazione Chiude la Porta a Ulteriori Ricorsi

Il concordato in appello, introdotto dalla riforma Orlando (L. 103/2017), rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso penale, ma quali sono le sue conseguenze sulla possibilità di impugnare ulteriormente la decisione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo inequivocabile che l’accordo tra le parti preclude la via del ricorso per cassazione, salvo casi eccezionali. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Nel giudizio di secondo grado, la difesa e il pubblico ministero avevano raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. La Corte d’Appello, accogliendo la proposta congiunta, aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado e rideterminato la pena.
Nonostante l’accordo raggiunto, la difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione. La questione giungeva così all’esame della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso radicalmente inammissibile. Secondo i giudici di legittimità, l’adesione al concordato in appello comporta una rinuncia implicita a contestare i punti che sono stati oggetto dell’accordo stesso. Di conseguenza, l’imputato non può, in un secondo momento, sollevare doglianze che sono state superate proprio grazie al patto processuale siglato con l’accusa.

Le Motivazioni: L’Effetto Preclusivo del Concordato in Appello

La motivazione della Corte si fonda su un principio di logica e coerenza processuale. L’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, prevede una procedura semplificata proprio per dichiarare inammissibili i ricorsi contro sentenze emesse a seguito di concordato in appello. La ragione è chiara: l’accordo tra le parti determina la fine della controversia su specifici punti.

La Corte ha ribadito un orientamento già consolidato (richiamando la sentenza n. 29243/2018), secondo cui l’accordo produce un effetto preclusivo che si estende a tutto lo svolgimento processuale successivo, compreso il giudizio di legittimità. Scegliendo di concordare la pena, l’imputato manifesta la sua volontà di non proseguire il contenzioso sui motivi di gravame a cui ha rinunciato. Qualsiasi doglianza successiva, che non riguardi vizi propri dell’accordo (come una pena illegale o un vizio del consenso), è pertanto priva di fondamento giuridico.

L’ordinanza sottolinea che la rinuncia ai motivi di appello, funzionale al raggiungimento dell’accordo, esaurisce l’interesse stesso a impugnare. Permettere un successivo ricorso sui medesimi aspetti vanificherebbe la funzione stessa dell’istituto del concordato, pensato per definire in modo efficiente e rapido il processo.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa decisione consolida un principio fondamentale per la difesa tecnica: la scelta di accedere al concordato in appello è una decisione strategica definitiva e non una tappa interlocutoria. L’avvocato e il suo assistito devono essere pienamente consapevoli che tale accordo chiude la porta a quasi ogni possibilità di ricorso per cassazione. La pronuncia rafforza l’istituto del concordato come strumento di definizione del giudizio, garantendo certezza e stabilità alle decisioni che ne derivano. L’unica via per un’eventuale impugnazione rimane confinata a vizi strutturali dell’accordo stesso o all’applicazione di una pena palesemente illegale, circostanze che non sono state ravvisate nel caso di specie.

È possibile ricorrere in Cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello?
No, di regola non è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accordo sulla pena in appello (concordato ex art. 599-bis c.p.p.) implica la rinuncia a dedurre ulteriori doglianze, rendendo il successivo ricorso inammissibile.

Qual è la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
L’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in quattromila euro.

In quali casi eccezionali si potrebbe impugnare una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Sulla base del provvedimento, il ricorso sarebbe ammissibile solo per motivi eccezionali non dedotti nel caso specifico, come l’irrogazione di una pena illegale, vizi nella formazione della volontà di accedere all’accordo o un contenuto della pronuncia difforme da quanto pattuito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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