LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per furto aggravato. La decisione si fonda sul fatto che avevano precedentemente definito il procedimento tramite un “concordato in appello”. Secondo la Corte, tale accordo sulla pena preclude la possibilità di un successivo ricorso per cassazione, in quanto implica una rinuncia a sollevare ulteriori questioni, bloccando di fatto l’intero processo di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Strada Senza Ritorno verso la Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento per definire il processo nel secondo grado di giudizio. Ma quali sono le conseguenze di tale accordo sulla possibilità di ricorrere in Cassazione? Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce che l’adesione a questo istituto ha un effetto preclusivo che rende inammissibile un’ulteriore impugnazione.

Il Contesto del Caso: Dal Furto Aggravato al Ricorso

Due soggetti, condannati in primo grado per il reato di furto aggravato, decidevano di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello. In questa sede, le parti raggiungevano un accordo sulla pena, definendo il procedimento attraverso il cosiddetto concordato in appello. Nonostante l’accordo, gli imputati presentavano comunque ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge relativa alla mancata verifica dell’assenza di cause di proscioglimento e un vizio di motivazione da parte del giudice d’appello.

La Decisione della Cassazione sul Concordato in Appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, utilizzando una procedura semplificata e senza formalità, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis c.p.p. La decisione si basa su un principio fondamentale: l’accordo sulla pena in appello preclude il successivo giudizio di legittimità.

L’Effetto Preclusivo dell’Accordo

Secondo gli Ermellini, la scelta di definire il processo tramite il concordato in appello comporta una rinuncia implicita a contestare questioni che avrebbero potuto essere sollevate. Questo effetto è analogo a quello della rinuncia all’impugnazione. L’accordo sulla pena, dunque, non solo limita la cognizione del giudice di secondo grado, ma estende i suoi effetti preclusivi all’intero svolgimento processuale, compreso l’eventuale ricorso in Cassazione.

Limiti al Potere di Controllo del Giudice

Nel caso specifico, i ricorrenti contestavano al giudice d’appello di non aver adeguatamente verificato l’eventuale presenza di cause di proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.). La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che la motivazione della sentenza impugnata era congrua in relazione ai poteri di controllo e verifica che spettano al giudice in presenza di un accordo tra le parti. In sostanza, il controllo del giudice è funzionale alla ratifica dell’accordo e non si estende a una rivalutazione completa del merito della causa, che le parti stesse hanno scelto di non proseguire.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che i ricorsi erano stati proposti per motivi non consentiti dalla legge. L’adesione al concordato in appello costituisce un atto dispositivo che chiude la controversia sulla pena e su questioni connesse, incluse quelle rilevabili d’ufficio alle quali l’interessato ha implicitamente rinunciato. Proporre ricorso dopo aver beneficiato di un accordo che ha definito la pena in appello si traduce in un tentativo di rimettere in discussione una scelta processuale già compiuta, il che non è ammesso. Di conseguenza, i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili con la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un punto cruciale per la difesa tecnica: la scelta di aderire al concordato in appello deve essere attentamente ponderata. Se da un lato può portare a un esito favorevole e a una rapida definizione del processo, dall’altro chiude definitivamente la porta a un futuro ricorso in Cassazione per la maggior parte delle questioni. L’effetto preclusivo è totale e impedisce di sollevare doglianze che, con l’accordo, si intendono superate e rinunciate. La decisione della Cassazione rafforza la natura dispositiva e definitiva di questo istituto, sottolineando che non può essere utilizzato come una tappa intermedia in vista di un’ulteriore impugnazione.

È possibile presentare ricorso in Cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (concordato in appello)?
No, l’ordinanza stabilisce che il concordato in appello ha effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, compreso il giudizio di legittimità, rendendo il ricorso inammissibile se proposto per motivi non consentiti dalla legge.

Qual è l’effetto del “concordato in appello” sul diritto di impugnazione dell’imputato?
La definizione del procedimento con il concordato limita la cognizione del giudice e implica una rinuncia a far valere determinate questioni, anche quelle rilevabili d’ufficio, alle quali l’interessato ha rinunciato in funzione dell’accordo. Questo preclude di fatto un’ulteriore impugnazione.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile in questi casi?
I ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice (in questo caso, quattromila euro), in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati