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Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello che aveva rideterminato la pena tramite un concordato in appello. La Suprema Corte ha chiarito che i motivi di ricorso contro tali sentenze sono limitati per legge e non includono censure generiche sulla motivazione o sul trattamento sanzionatorio, che è stato oggetto di accordo tra le parti. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Limiti all’Impugnazione e Inammissibilità del Ricorso

L’istituto del concordato in appello, disciplinato dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso che consente alle parti di accordarsi sulla pena, ottenendo una rapida definizione del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo netto i limiti all’impugnazione delle sentenze emesse a seguito di tale accordo, ribadendo un principio fondamentale: la scelta del concordato implica una rinuncia a contestare nel merito la pena concordata.

Il Caso in Esame

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato per il reato di cui all’art. 337 del codice penale (resistenza a un pubblico ufficiale). In sede di appello, l’imputato e la procura generale raggiungevano un accordo ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ratificava l’accordo e rideterminava la pena in un anno di reclusione.

Nonostante l’accordo, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazione di legge proprio in relazione al trattamento sanzionatorio, ovvero l’oggetto stesso del patto processuale.

La Decisione della Cassazione sul concordato in appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una lettura rigorosa della normativa che regola l’istituto. I giudici hanno sottolineato che, aderendo al concordato in appello, le parti effettuano una valutazione congiunta e accettano una determinata qualificazione giuridica dei fatti e l’entità della pena. Tale accordo, una volta vagliato e accolto dal giudice d’appello, non può essere rimesso in discussione con motivi generici in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che il legislatore, con l’introduzione del comma 5-bis all’articolo 610 del codice di procedura penale, ha volutamente limitato le ragioni per cui è possibile ricorrere in Cassazione avverso una sentenza frutto di concordato in appello. I motivi dedotti dal ricorrente, relativi a presunti vizi di motivazione sulla congruità della pena, non rientrano tra quelli consentiti.

Il ruolo del giudice d’appello, in questi casi, è quello di verificare la correttezza giuridica dell’accordo e la congruità della pena richiesta, assicurandosi che rispetti i parametri legali. Una volta effettuato tale controllo, come avvenuto nel caso di specie, la decisione diventa sostanzialmente non censurabile per quanto riguarda gli aspetti concordati. Impugnare la pena concordata equivale a contraddire la propria precedente manifestazione di volontà, un comportamento processualmente non ammesso.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza la natura e la funzione del concordato in appello come strumento di definizione processuale basato sull’accordo delle parti. La decisione di avvalersi di questo istituto è strategica e comporta una conseguenza ineludibile: la sostanziale rinuncia a contestare l’esito sanzionatorio davanti alla Corte di Cassazione. Per gli operatori del diritto e per gli imputati, ciò significa che la scelta del concordato deve essere ponderata attentamente, bilanciando il beneficio di una pena certa e spesso ridotta con la perdita di un grado di giudizio per contestarne il merito.

È sempre possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza decisa con ‘concordato in appello’?
No, non è sempre possibile. La legge (art. 610, comma 5-bis, c.p.p.) prevede specifici e limitati motivi di ricorso avverso le sentenze emesse a seguito di concordato, escludendo doglianze generiche sulla motivazione o sul trattamento sanzionatorio che è stato oggetto dell’accordo tra le parti.

Qual è il ruolo del giudice d’appello nel ‘concordato in appello’?
Il giudice d’appello ha il dovere di controllare la correttezza della qualificazione giuridica del reato e la congruità della pena concordata tra le parti. Deve verificare che l’accordo rispetti i parametri e i limiti stabiliti dall’art. 599-bis c.p.p. prima di ratificarlo con la sentenza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione contro una sentenza di ‘concordato in appello’ viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte nel caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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