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Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver accettato un concordato in appello ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., ha tentato di impugnare la sentenza. La Corte ha stabilito che l’accordo sulla pena implica una rinuncia totale ai motivi di gravame, rendendo ogni successiva doglianza, anche su questioni di legittimità, proceduralmente inaccettabile.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità del Ricorso

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento processuale che consente alle parti di accordarsi sulla pena da applicare in secondo grado. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo una delle sue conseguenze più significative: l’adesione a tale accordo preclude la possibilità di presentare un successivo ricorso per cassazione. Analizziamo insieme la pronuncia per comprendere la logica dietro questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

Il Caso in Esame

Nel caso di specie, un imputato aveva proposto ricorso presso la Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima, in parziale riforma della decisione di primo grado, aveva rideterminato la pena proprio in accoglimento di una proposta di concordato in appello formulata dalle parti. Nonostante l’accordo raggiunto, il difensore dell’imputato lamentava in Cassazione una presunta mancanza di motivazione riguardo alle prove a carico del suo assistito, che erano alla base dell’affermazione di responsabilità penale.

La Decisione della Corte e il Principio del Concordato in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso radicalmente inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine: l’accordo raggiunto tra imputato e pubblico ministero nel giudizio d’appello non è una semplice richiesta di ricalcolo della pena, ma una vera e propria rinuncia ai motivi di gravame. Di conseguenza, l’imputato, accettando il concordato in appello, si spoglia volontariamente del diritto di contestare la sentenza su quegli stessi punti ai quali ha rinunciato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che il raggiungimento dell’accordo determina una radicale inammissibilità di qualsiasi doglianza che si riferisca ai motivi oggetto di rinuncia. Questo principio si estende anche a quelli inerenti alla quantificazione di una pena diversa da quella concordata. Richiamando un orientamento ormai consolidato, i giudici hanno ribadito che l’accordo tra le parti implica la rinuncia a sollevare, nel successivo giudizio di legittimità, ogni diversa questione, incluse quelle che potrebbero essere rilevate d’ufficio.

Le uniche eccezioni a questa regola ferrea riguardano:
1. L’irrogazione di una pena illegale.
2. Vizi nella formazione della volontà della parte di accedere al concordato.
3. Un contenuto della sentenza difforme da quanto pattuito.

Al di fuori di queste ipotesi, il potere dispositivo riconosciuto alla parte dal legislatore con l’introduzione dell’art. 599-bis c.p.p. ha un effetto preclusivo sull’intero svolgimento processuale, compreso il giudizio di cassazione. La decisione di inammissibilità, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, c.p.p., viene adottata senza particolari formalità, a sottolineare la nettezza di questa barriera processuale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la difesa tecnica: la scelta di aderire a un concordato in appello è una decisione strategica con conseguenze definitive. L’imputato e il suo difensore devono essere pienamente consapevoli che, a fronte del beneficio di una pena concordata e potenzialmente più mite, si perde la possibilità di contestare la decisione nel merito davanti alla Suprema Corte. La pronuncia chiarisce che tale rinuncia è tombale e non ammette ripensamenti. Come conseguenza diretta dell’inammissibilità, il ricorrente è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma significativa alla Cassa delle Ammende, un ulteriore deterrente contro ricorsi presentati in violazione di questo chiaro principio procedurale.

È possibile ricorrere in Cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (concordato in appello)?
No, il ricorso è inammissibile. L’accordo sulla pena, ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., implica la rinuncia a dedurre ogni altra doglianza, anche se relativa a questioni che in teoria potrebbero essere rilevate d’ufficio dal giudice.

Quali sono le conseguenze se si presenta ugualmente un ricorso dopo un concordato in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza formalità. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende.

Ci sono eccezioni alla regola dell’inammissibilità del ricorso dopo un concordato in appello?
Sì, la Corte specifica che il ricorso resta possibile solo in casi eccezionali, come l’irrogazione di una pena illegale, vizi nella formazione della volontà della parte di aderire all’accordo, o se il contenuto della sentenza è diverso da quello concordato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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