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Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver concordato la pena in appello per un reato di droga, ha tentato di contestare la sentenza. La Corte ha chiarito che il ‘concordato in appello’ preclude la possibilità di mettere in discussione la pena pattuita, poiché l’accordo si fonda sull’accettazione della responsabilità accertata in primo grado. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto senza formalità e il ricorrente condannato alle spese.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Cassazione Chiude le Porte al Ricorso sulla Pena

L’istituto del concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento per deflazionare il carico giudiziario, consentendo alle parti di accordarsi sulla pena da applicare in secondo grado. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di impugnabilità di una sentenza emessa a seguito di tale accordo, ribadendo un principio consolidato: patti chiari, amicizia lunga, anche nel processo penale.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in primo grado per un reato legato agli stupefacenti (art. 73, co. 1, D.P.R. 309/1990), presentava appello. In sede di giudizio di secondo grado, la difesa e l’accusa raggiungevano un accordo sulla pena, che veniva ridotta dalla Corte d’Appello a quattro anni e quattro mesi di reclusione e 20.000 euro di multa. Nonostante l’accordo, l’imputato decideva di presentare ugualmente ricorso per cassazione.

Il Concordato in Appello e il Motivo del Ricorso

Il ricorrente lamentava un vizio di motivazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse omesso di verificare la sussistenza di eventuali cause di proscioglimento, come previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, anche in presenza di un accordo sulla pena, il giudice ha sempre il dovere di accertare che non esistano le condizioni per un’assoluzione immediata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. I giudici hanno spiegato che, quando un imputato accetta di definire il processo tramite un concordato in appello, non può successivamente contestare la misura della pena pattuita. L’accordo, infatti, presuppone una rinuncia a contestare l’accertamento di responsabilità effettuato dal giudice di primo grado.

In altre parole, l’intesa tra le parti si fonda sulla condanna di primo grado, che non viene più messa in discussione. L’oggetto dell’accordo è esclusivamente la quantificazione della sanzione, che, come nel caso di specie, risulta essere più favorevole per l’imputato rispetto a quella inflitta in precedenza. Di conseguenza, un ricorso che mira a rimettere in discussione la decisione, lamentando una mancata verifica delle cause di proscioglimento, è privo di fondamento. La Corte ha inoltre specificato che, data la manifesta inammissibilità, la decisione viene presa de plano, ovvero senza udienza, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, c.p.p.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Concordato in Appello

Questa pronuncia rafforza la natura dispositiva del concordato in appello. La scelta di accordarsi sulla pena rappresenta una strategia processuale che implica l’accettazione del verdetto di colpevolezza del primo grado. L’imputato ottiene un beneficio certo (la riduzione della pena) in cambio della rinuncia a contestare nel merito la propria responsabilità. Pertanto, ogni successivo tentativo di impugnare la sentenza per motivi che contraddicono la logica dell’accordo stesso è destinato all’inammissibilità. La decisione comporta, come conseguenza, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver adito inutilmente la Suprema Corte.

È possibile ricorrere in Cassazione per contestare la pena dopo aver raggiunto un accordo in appello (concordato)?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’imputato non può mettere in discussione la misura della pena liberamente concordata con la pubblica accusa, in quanto l’accordo stesso implica l’accettazione della sanzione pattuita.

Il giudice d’appello, in caso di ‘concordato’, deve comunque verificare la possibilità di prosciogliere l’imputato ai sensi dell’art. 129 c.p.p.?
L’ordinanza chiarisce che l’accordo sulla pena in appello si basa sul pieno accertamento della responsabilità già effettuato in primo grado, che non è più oggetto di contestazione. Pertanto, un ricorso basato sulla presunta mancata verifica delle cause di proscioglimento è considerato inammissibile.

Quali sono le conseguenze se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile in un caso come questo?
L’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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