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Concordato in appello: no ricorso sulla pena

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44249/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la pena patteggiata tramite un concordato in appello. La Corte ha stabilito che l’accordo sulla pena e la rinuncia agli altri motivi di impugnazione creano una preclusione processuale, impedendo qualsiasi successiva contestazione, anche in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in appello: l’accordo sulla pena blocca il ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dalla legge n. 103/2017, rappresenta uno strumento fondamentale per la definizione dei processi penali. Tuttavia, quali sono i suoi limiti e le sue conseguenze? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 44249 del 2024, ha ribadito un principio cruciale: una volta raggiunto un accordo sulla pena, non è più possibile impugnare tale accordo davanti alla Suprema Corte. Questo pronunciamento consolida la natura vincolante dell’istituto e ne chiarisce gli effetti preclusivi sull’intero iter processuale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello di Milano. In sede di appello, le parti avevano raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale, concordando sull’entità della pena da applicare. Nonostante l’accordo, la difesa dell’imputato ha successivamente presentato ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio in merito alla misura della sanzione inflitta, ritenuta eccessiva.

La Decisione della Corte e gli effetti del concordato in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che l’accordo raggiunto tra le parti nel giudizio di secondo grado, unito alla rinuncia agli altri eventuali motivi di appello, produce un effetto di preclusione processuale. Questo significa che le parti, accettando una determinata pena, perdono il diritto di contestarla in una fase successiva del giudizio.

La Corte ha spiegato che il potere dispositivo riconosciuto alle parti dagli articoli 599-bis e 602 del codice di procedura penale non solo limita la cognizione del giudice d’appello ai soli punti non coperti dall’accordo, ma estende i suoi effetti preclusivi all’intero processo, compreso il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda sulla natura stessa del concordato in appello. Questo istituto processuale si basa su una logica di negoziazione: l’imputato rinuncia a contestare alcuni aspetti della sentenza di primo grado in cambio di una pena certa e, spesso, più mite. Permettere all’imputato di rimettere in discussione la pena concordata in Cassazione vanificherebbe lo scopo deflattivo e acceleratorio della norma.

La Suprema Corte ha richiamato il principio già elaborato dalla giurisprudenza durante la vigenza del precedente art. 599, comma 4, c.p.p., secondo cui la rinuncia ai motivi e l’accordo sulla pena creano una barriera invalicabile per il giudice, il quale non può più esaminare ciò che le parti hanno deciso di sottrarre al suo controllo. Di conseguenza, l’accordo sulla sanzione “proposta” determina una preclusione che rende inammissibile qualsiasi ricorso per Cassazione che abbia ad oggetto proprio l’entità della pena concordata.

Conclusioni

La sentenza n. 44249/2024 rafforza la natura tombale del concordato in appello per quanto riguarda i punti oggetto dell’accordo. Gli imputati e i loro difensori devono essere pienamente consapevoli che la scelta di aderire a questo istituto è definitiva: il beneficio di una pena certa comporta la rinuncia a future contestazioni sulla stessa. Questa decisione riafferma l’importanza della coerenza processuale e del principio dispositivo, per cui le scelte compiute dalle parti nel processo hanno conseguenze vincolanti e non possono essere rimesse in discussione a piacimento.

È possibile ricorrere in Cassazione per contestare l’entità della pena dopo averla concordata in appello?
No, la sentenza chiarisce che l’accordo sulla pena, unito alla rinuncia agli altri motivi di impugnazione, determina una preclusione processuale che rende il ricorso in Cassazione inammissibile.

Cosa comporta la rinuncia ai motivi di appello nel contesto di un concordato?
Comporta la limitazione del potere di valutazione del giudice ai soli motivi non rinunciati. Se l’accordo riguarda la pena, la rinuncia preclude qualsiasi successiva contestazione sulla sua congruità, sia in appello che in Cassazione.

Qual è l’effetto del ‘concordato in appello’ sull’intero processo penale?
Secondo la Corte di Cassazione, ha effetti preclusivi sull’intero svolgimento del processo, compreso il giudizio di legittimità. Ciò impedisce alle parti di rimettere in discussione i punti che sono stati oggetto dell’accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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