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Concordato in appello: no ricorso in Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che dopo aver stipulato un concordato in appello, l’imputato non può più impugnare la sentenza per motivi relativi alla responsabilità o alla misura della pena. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’accordo, una volta ratificato dal giudice, è un negozio processuale non revocabile. L’unica eccezione è l’applicazione di una pena illegale. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: L’Accordo che Blocca il Ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dalla riforma Orlando (L. n. 103/2017), rappresenta uno strumento processuale che consente di definire il giudizio di secondo grado con un accordo sulla pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 12650/2024) ribadisce un principio fondamentale: una volta accettato questo percorso, le porte del ricorso in Cassazione si chiudono quasi ermeticamente. Analizziamo la decisione per comprendere la logica e le implicazioni di questa regola.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. In secondo grado, le parti avevano raggiunto un accordo per la rideterminazione della pena. In sostanza, l’imputato aveva rinunciato a tutti i motivi d’appello, ad eccezione di quelli relativi alla quantificazione della sanzione, sulla quale era stato raggiunto un consenso con la pubblica accusa, poi recepito dalla Corte territoriale. Nonostante questo accordo, l’imputato presentava comunque ricorso per Cassazione, lamentando vizi relativi alla ritenuta recidiva, un aspetto che incide direttamente sulla misura della pena.

Il Concordato in Appello e l’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile, basando la sua decisione sulla natura stessa del concordato in appello. Questo istituto, disciplinato dagli articoli 599-bis e 602, comma 1-bis, del codice di procedura penale, prevede che l’imputato possa ottenere una riduzione di pena rinunciando ai motivi di appello. L’accordo che ne scaturisce viene considerato un vero e proprio ‘negozio giuridico processuale’. Ciò significa che, una volta perfezionato con il consenso delle parti e la ratifica del giudice, esso diventa vincolante e non può essere ritrattato unilateralmente.

Le Motivazioni della Cassazione

I giudici hanno spiegato che aderire al concordato in appello equivale a una rinuncia a far valere le proprie difese e le proprie eccezioni. L’imputato, scegliendo la via dell’accordo, accetta la pena concordata e, di conseguenza, perde la legittimazione a contestare in Cassazione sia la propria responsabilità sia la correttezza della pena stessa. Proporre un ricorso su questi punti equivarrebbe a contraddirsi, tentando di rimettere in discussione un patto già sigillato. L’unica stretta via d’uscita, non ravvisata nel caso di specie, è quella della ‘pena illegale’, ovvero una sanzione che la legge non contempla affatto per quel tipo di reato. Poiché il motivo del ricorso (la recidiva) non configurava un’ipotesi di illegalità della pena, ma una questione sulla sua commisurazione, la Corte non ha potuto fare altro che respingere l’impugnazione.

Conclusioni

La decisione in commento è un monito chiaro: il concordato in appello è una scelta strategica con conseguenze definitive. Se da un lato offre il vantaggio di una pena certa e ridotta, dall’altro comporta la rinuncia quasi totale a un ulteriore grado di giudizio. La Cassazione, con questa ordinanza, conferma la natura vincolante dell’accordo, sanzionando il tentativo di aggirarlo con la dichiarazione di inammissibilità e la condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una cospicua somma alla Cassa delle ammende, a sottolineare la colpa nel presentare un ricorso palesemente infondato.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza d’appello che applica una pena concordata tra le parti?
No, di norma non è ammissibile proporre ricorso per motivi relativi alla responsabilità o alla misura della pena, in quanto l’accordo processuale implica la rinuncia a tali contestazioni.

In quale unico caso si può ricorrere in Cassazione dopo un concordato in appello?
L’unica eccezione che consente il ricorso è l’ipotesi in cui la pena applicata a seguito dell’accordo sia ‘illegale’, cioè una sanzione che la legge non prevede per quella tipologia di reato.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso inammissibile dopo un concordato in appello?
Comporta una dichiarazione di inammissibilità e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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