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Concordato in appello: limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (cd. concordato in appello), aveva impugnato la sentenza. La Corte ha chiarito che la rinuncia ai motivi di merito limita la possibilità di ricorso, rendendolo nullo se basato su punti oggetto dell’accordo.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in appello: i limiti invalicabili per il ricorso in Cassazione

L’istituto del concordato in appello, previsto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo che consente di raggiungere un accordo sulla pena tra le parti, ma quali sono le conseguenze di tale scelta sulla possibilità di impugnare ulteriormente la decisione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini invalicabili di questo strumento, dichiarando inammissibile un ricorso proposto proprio dopo un accordo di questo tipo.

Il caso in esame: dall’accordo in appello al ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Durante il giudizio di secondo grado, la difesa aveva raggiunto un accordo con la pubblica accusa sulla rideterminazione della pena, rinunciando di conseguenza ai motivi di merito del gravame. Tale accordo, tuttavia, non includeva la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, ostandovi una precedente condanna. Nonostante l’accordo, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, contestando la sentenza emessa sulla base del patteggiamento.

La natura del concordato in appello

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire la natura e gli effetti del concordato in appello. Quando le parti si accordano sulla pena, si verifica una rinuncia ai motivi di appello che non riguardano la determinazione della sanzione. Questo fenomeno, noto come “effetto devolutivo”, limita la cognizione del giudice di secondo grado esclusivamente ai punti non oggetto di rinuncia. Di conseguenza, la sentenza che ratifica l’accordo non può essere successivamente impugnata per le questioni a cui si è rinunciato.

Le regole sull’impugnazione della sentenza concordata

La Suprema Corte, richiamando un proprio consolidato orientamento, ha specificato che il ricorso in Cassazione avverso una sentenza emessa a seguito di concordato in appello è inammissibile quando solleva questioni relative a:

* Motivi a cui si è espressamente rinunciato.
* La mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento immediato (art. 129 c.p.p.).
* Vizi relativi alla determinazione della pena, a meno che non si traducano in una sanzione illegale (ad esempio, perché applicata fuori dai limiti di legge o di tipo diverso da quella prevista).

Le motivazioni della decisione

Nel caso di specie, il ricorso è stato giudicato inammissibile proprio perché tentava di rimettere in discussione aspetti coperti dall’accordo e dalla conseguente rinuncia. L’accordo sulla pena, per sua natura, cristallizza la decisione su quei punti, precludendo un successivo riesame. La Corte ha quindi applicato l’art. 615-bis del codice di procedura penale, che consente di dichiarare l’inammissibilità de plano, ovvero senza udienza, quando il vizio è palese. La decisione ha comportato anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio fondamentale del diritto processuale penale: le scelte strategiche compiute dalle parti nel corso del processo hanno conseguenze definitive. Il concordato in appello è uno strumento vantaggioso per accelerare la definizione del giudizio, ma implica una rinuncia consapevole che non può essere revocata in un secondo momento. Questa pronuncia serve da monito: una volta raggiunto l’accordo e ottenuta la sentenza che lo recepisce, le porte per un’ulteriore impugnazione sui motivi rinunciati si chiudono definitivamente, salvo i rari casi di palese illegalità della pena inflitta.

È possibile ricorrere in Cassazione dopo aver concluso un concordato in appello?
No, il ricorso è inammissibile se riguarda i motivi ai quali si è rinunciato con l’accordo. È possibile impugnare la sentenza solo per vizi che si traducono nell’illegalità della sanzione inflitta, come una pena non prevista dalla legge.

Cosa succede se l’accordo sulla pena in appello non contempla la sospensione condizionale?
Se l’accordo non prevedeva la concessione della sospensione condizionale, come nel caso di specie a causa di una precedente condanna, l’assenza di tale beneficio non può essere utilizzata come motivo valido per un successivo ricorso in Cassazione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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