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Concordato in appello: limiti del ricorso in Cassazione

Un’imputata, dopo aver ottenuto una riduzione di pena tramite un concordato in appello, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata valutazione di cause di proscioglimento. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l’adesione al concordato in appello preclude la possibilità di sollevare motivi di doglianza a cui si è rinunciato, come la richiesta di assoluzione ex art. 129 c.p.p., confermando la solidità di questo istituto processuale.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il concordato in appello, introdotto dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso che consente alle parti di accordarsi sulla pena, rinunciando ad altri motivi di gravame. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 9973/2024) torna a fare chiarezza sui limiti dell’impugnazione successiva a tale accordo, stabilendo principi ferrei sulla sua irrevocabilità e sulle conseguenze della scelta processuale.

I Fatti del Caso: Dalla Riforma della Pena al Ricorso

Nel caso in esame, un’imputata aveva richiesto e ottenuto dalla Corte di Appello di Venezia una rideterminazione della pena in senso più favorevole, proprio attraverso l’istituto del concordato in appello. La pena originaria, inflitta dal Tribunale di Padova, era stata così riformata in sette mesi di reclusione e 180,00 euro di multa.

Nonostante l’accordo raggiunto, la difesa decideva di presentare ricorso per cassazione, sollevando come unico motivo la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione all’articolo 129 del codice di procedura penale. In sostanza, si lamentava che la Corte d’Appello non avesse valutato la sussistenza di eventuali cause di proscioglimento (come l’evidente innocenza), che per legge devono essere dichiarate in ogni stato e grado del procedimento.

La Decisione della Cassazione: I Limiti del Concordato in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, che l’ordinanza ha voluto fermamente ribadire.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, quando si accede al concordato in appello, la possibilità di ricorrere in Cassazione è estremamente limitata. L’impugnazione è ammissibile solo ed esclusivamente per motivi che attengono a:

1. La formazione della volontà delle parti: ad esempio, se il consenso all’accordo è stato viziato.
2. Il consenso del Pubblico Ministero: se ci sono state irregolarità nel suo assenso.
3. Il contenuto della pronuncia: se la decisione del giudice si discosta dall’accordo raggiunto tra le parti.
4. L’illegalità della sanzione: se la pena applicata è illegale, ovvero non prevista dalla legge o diversa da quella che la legge prescrive.

Al di fuori di queste precise ipotesi, ogni altra doglianza è inammissibile. In particolare, la Corte ha sottolineato che l’accordo implica una rinuncia ai motivi di appello non concordati. Di conseguenza, non è possibile, in sede di Cassazione, lamentare la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento ex art. 129 c.p.p. o sollevare vizi relativi alla determinazione della pena (a meno che, come detto, non sia illegale). La scelta di aderire al concordato preclude la possibilità di rimettere in discussione il merito della vicenda processuale.

Le Conclusioni

La decisione in commento rafforza la natura e la funzione del concordato in appello. Scegliendo questa via, l’imputato ottiene una certezza sulla pena, rinunciando però a contestare l’affermazione di responsabilità. Il ricorso per cassazione non può diventare uno strumento per aggirare tale rinuncia. La Corte ha quindi condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, a riprova della manifesta infondatezza del ricorso. Questa pronuncia serve da monito: la scelta del rito processuale ha conseguenze definitive che devono essere attentamente ponderate dalla difesa.

Dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (concordato), è possibile ricorrere in Cassazione per chiedere l’assoluzione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’adesione al concordato in appello comporta la rinuncia a tali motivi. Il ricorso è inammissibile se lamenta la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento secondo l’art. 129 c.p.p., poiché si tratta di un motivo a cui si è rinunciato con l’accordo.

Quali sono gli unici motivi per cui si può impugnare in Cassazione una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Il ricorso è ammesso solo per motivi relativi alla formazione della volontà delle parti di accedere all’accordo, al consenso del pubblico ministero, a un contenuto della sentenza difforme dall’accordo, oppure a vizi di illegalità della pena (ad esempio, una sanzione non prevista dalla legge).

Cosa succede se si presenta un ricorso inammissibile contro una sentenza di concordato in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come stabilito nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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