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Concordato in appello: limiti del ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24020/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza di concordato in appello. L’imputato contestava la quantificazione della pena, ma la Corte ha ribadito che tale accordo è impugnabile solo per vizi del consenso o difformità della decisione del giudice, non per rimettere in discussione la pena pattuita. Questa decisione consolida il principio secondo cui il concordato in appello ha un carattere largamente definitivo.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando è Possibile Ricorrere in Cassazione?

Il concordato in appello, disciplinato dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, permettendo alle parti di accordarsi su una ridefinizione della pena inflitta in primo grado. Tuttavia, una volta che il giudice ratifica tale accordo, quali sono le possibilità di impugnazione? Con la recente ordinanza n. 24020 del 2024, la Corte di Cassazione ha tracciato confini molto netti, ribadendo i limiti stringenti del ricorso contro una sentenza emessa a seguito di patteggiamento in appello.

I Fatti del Caso

Nel caso di specie, un imputato aveva proposto ricorso per Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari, emessa proprio a seguito di un accordo tra le parti. L’imputato non contestava l’esistenza dell’accordo in sé, ma le modalità con cui era stata calcolata la pena, in particolare per quanto riguardava l’aumento applicato per la continuazione tra i reati. In sostanza, si doleva del merito della sanzione pattuita, ritenendola eccessiva o ingiustificata.

La Decisione della Corte: Il Ricorso è Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: la sentenza che recepisce un concordato in appello può essere impugnata solo per motivi specifici e tassativi, che non includono una rinegoziazione o una critica della pena concordata. La Corte ha applicato una procedura semplificata, senza udienza, per definire rapidamente un ricorso palesemente infondato.

Le Motivazioni: I Limiti del Ricorso contro il Concordato in Appello

La Corte ha chiarito in modo inequivocabile che il ricorso per Cassazione avverso una sentenza emessa ex art. 599-bis c.p.p. è ammissibile solo in tre ipotesi:

1. Vizi della volontà: Quando si deduce che il consenso della parte a stipulare l’accordo era viziato (ad esempio, per errore, violenza o dolo).
2. Mancato consenso del Pubblico Ministero: Qualora vi siano contestazioni relative alla validità del consenso prestato dal rappresentante dell’accusa.
3. Difformità della pronuncia: Nel caso in cui la decisione del giudice si discosti da quanto pattuito nell’accordo tra le parti.

Qualsiasi altra doglianza è preclusa. Nello specifico, sono inammissibili i motivi, come quello sollevato dal ricorrente, che attengono alla dosimetria sanzionatoria e alle argomentazioni che la giustificano. Una volta che le parti hanno liberamente concordato la pena, non possono successivamente contestarne il merito davanti alla Corte di Cassazione. L’istituto del concordato in appello perderebbe la sua funzione di definizione rapida del processo se fosse possibile rimettere in discussione il cuore stesso dell’accordo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia rafforza la natura ‘tombale’ del patteggiamento in appello. Per gli avvocati e i loro assistiti, l’implicazione è chiara: la decisione di accedere a un concordato in appello deve essere ponderata con estrema attenzione. L’accordo sulla pena cristallizza la sanzione in modo pressoché definitivo, e le possibilità di un successivo ripensamento in sede di legittimità sono quasi nulle. La sentenza diventa, di fatto, inattaccabile sul quantum della pena. La conseguenza processuale per chi tenta un ricorso al di fuori dei casi consentiti è severa: la dichiarazione di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di ‘concordato in appello’ per contestare la pena concordata?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è possibile ricorrere per motivi relativi alla dosimetria sanzionatoria o alle argomentazioni usate per giustificarla. L’accordo sulla pena, una volta raggiunto, non può essere ridiscusso nel merito.

In quali casi è ammesso il ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento in appello?
Il ricorso è ammesso solo se si contestano vizi nella formazione della volontà della parte di accedere all’accordo, vizi nel consenso del pubblico ministero, o nel caso in cui la pronuncia del giudice sia difforme rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso inammissibile contro un concordato in appello?
La proposizione di un ricorso inammissibile comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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