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Concordato in appello: limiti al ricorso per Cassazione

Un imputato ha impugnato una sentenza basata su un accordo sulla pena, sostenendo che il giudice avrebbe dovuto valutare l’assoluzione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l’accettazione di un concordato in appello comporta la rinuncia a contestare il merito della colpevolezza, limitando drasticamente i motivi di un successivo ricorso.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: i Limiti del Ricorso in Cassazione

L’istituto del concordato in appello, reintrodotto con la legge n. 103 del 2017, rappresenta uno strumento processuale di grande rilevanza, consentendo alle parti di accordarsi sull’entità della pena nel secondo grado di giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo i ristretti limiti entro cui è possibile impugnare una sentenza emessa a seguito di tale accordo, ribadendo principi giurisprudenziali consolidati. La scelta di questo rito, infatti, comporta una rinuncia implicita a contestare l’accertamento di colpevolezza.

I Fatti del Caso

Nel caso di specie, un imputato, dopo aver ottenuto una rideterminazione della pena da parte della Corte d’Appello proprio grazie a un accordo con la Procura, proponeva ricorso per Cassazione. La difesa lamentava un’erronea applicazione della legge penale e un vizio di motivazione, sostenendo che il giudice d’appello non avesse considerato la possibilità di un proscioglimento immediato dell’imputato per una delle cause previste dall’art. 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte e il concordato in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno affermato che, nel momento in cui l’imputato rinuncia ai motivi di impugnazione originari per accedere al concordato in appello, la cognizione del giudice viene limitata ai soli termini dell’accordo. Di conseguenza, il giudice non è tenuto a motivare il mancato proscioglimento dell’imputato, poiché la discussione sul merito della vicenda è preclusa dalla scelta processuale delle parti. L’accordo sulla pena, infatti, presuppone un’accettazione della responsabilità penale.

Le Motivazioni

La Suprema Corte fonda la sua decisione sul cosiddetto ‘effetto devolutivo’ dell’impugnazione. Una volta che l’imputato sceglie di patteggiare la pena in appello, di fatto rinuncia a tutti i motivi che attengono alla sua colpevolezza. La Corte ha precisato che un ricorso avverso una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. è ammissibile solo in casi eccezionali e tassativi, quali:

* Vizi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato.
* Problemi legati al consenso del pubblico ministero sull’accordo.
* Una pronuncia del giudice difforme rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.
* L’applicazione di una pena illegale, perché non rientrante nei limiti edittali o diversa da quella prevista dalla legge.

Poiché le doglianze del ricorrente riguardavano la mancata valutazione di un’ipotesi di assoluzione – un motivo a cui aveva implicitamente rinunciato con l’accordo – il ricorso è stato giudicato al di fuori delle ipotesi consentite e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni

Questa pronuncia consolida un principio fondamentale: il concordato in appello è una scelta strategica che offre il vantaggio di una pena certa e potenzialmente più mite, ma al prezzo di rinunciare a contestare la propria colpevolezza. Gli avvocati devono informare chiaramente i propri assistiti delle conseguenze di tale scelta, che chiude quasi ogni porta a successive impugnazioni sul merito. La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come di prassi, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, non essendo stata ravvisata un’assenza di colpa nella proposizione di un ricorso privo dei presupposti di legge.

Dopo aver accettato un concordato in appello, posso ricorrere in Cassazione lamentando che il giudice non ha valutato la mia possibile assoluzione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’adesione al concordato in appello implica la rinuncia ai motivi di impugnazione relativi al merito. Non è quindi possibile contestare la mancata valutazione delle condizioni per un proscioglimento ai sensi dell’art. 129 c.p.p.

In quali casi è possibile impugnare in Cassazione una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Il ricorso è ammissibile solo per motivi specifici: vizi nella formazione della volontà della parte di aderire all’accordo, problemi relativi al consenso del pubblico ministero, una sentenza con un contenuto diverso da quello concordato, o l’applicazione di una sanzione illegale.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso inammissibile contro una sentenza di concordato in appello?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nell’ordinanza in esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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