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Concordato in appello: limiti al ricorso per Cassazione

Un imputato ha proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza di ‘concordato in appello’ per tentato furto aggravato, lamentando che la riduzione di pena per il tentativo non fosse stata applicata nella massima estensione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che, in caso di accordo sulla pena, non è possibile contestare in sede di legittimità la sua determinazione, a meno che la sanzione non sia illegale. I motivi di ricorso sono limitati a vizi del consenso o a una decisione del giudice non conforme all’accordo.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il concordato in appello, noto anche come ‘patteggiamento in appello’, è uno strumento processuale disciplinato dall’art. 599-bis del codice di procedura penale che permette alle parti di accordarsi sulla pena, rinunciando ai motivi di appello. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 24201/2024) offre un importante chiarimento sui limiti dell’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di tale accordo.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Basato sulla Riduzione della Pena

Nel caso specifico, un imputato aveva raggiunto un accordo con la Procura Generale presso la Corte di Appello per la rideterminazione della pena per il reato di tentato furto aggravato. Successivamente, l’imputato ha presentato ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello, lamentando una violazione di legge. In particolare, sosteneva che la riduzione della pena per la circostanza del tentativo non era stata applicata nella sua massima estensione, come previsto dall’art. 56 del codice penale.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure procedere alla trattazione formale, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: l’ambito di revisione di una sentenza emessa a seguito di concordato in appello è estremamente circoscritto.

Le Motivazioni sul Concordato in Appello e i Limiti all’Impugnazione

La Corte ha spiegato che, una volta raggiunto l’accordo sulla pena, le parti rinunciano implicitamente a sollevare questioni che sono state oggetto della negoziazione. Non è possibile, quindi, presentare un ricorso in Cassazione per contestare aspetti relativi alla determinazione della pena, come la quantificazione di una diminuzione per una circostanza attenuante, se questi non si traducono in una sanzione palesemente illegale.

La giurisprudenza costante, richiamata nell’ordinanza, stabilisce che il ricorso avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. è ammissibile solo per motivi specifici, quali:

1. Vizi nella formazione della volontà della parte di aderire all’accordo.
2. Mancanza del consenso del pubblico ministero.
3. Una pronuncia del giudice difforme rispetto a quanto concordato tra le parti.

Nel caso in esame, il motivo del ricorso non rientrava in nessuna di queste categorie. Anzi, dal verbale di udienza emergeva chiaramente che l’accordo prevedeva esplicitamente una riduzione per il tentativo ‘non nella massima estensione’. Pertanto, la doglianza dell’imputato era palesemente infondata e contraria agli stessi termini dell’accordo che aveva sottoscritto.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il concordato in appello rappresenta una scelta processuale che comporta la rinuncia a determinate facoltà di impugnazione. Accettando un accordo sulla pena, l’imputato accetta anche le modalità con cui essa è stata calcolata, precludendosi la possibilità di contestarle in Cassazione, salvo i casi eccezionali di illegalità della pena o di vizi del consenso. La decisione sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e consapevole da parte della difesa prima di aderire a un accordo, i cui termini divengono vincolanti e non più rinegoziabili in sede di legittimità.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza emessa a seguito di concordato in appello per motivi relativi alla quantificazione della pena?
No, di norma non è possibile. La Cassazione chiarisce che i vizi relativi alla determinazione della pena che non si traducono in una sanzione illegale non possono essere contestati se sono stati oggetto dell’accordo tra le parti.

Quali sono gli unici motivi per cui si può ricorrere in Cassazione contro una sentenza di concordato in appello?
Il ricorso è ammesso solo per motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere all’accordo, al consenso del pubblico ministero, o a un contenuto della sentenza del giudice diverso da quanto concordato.

Cosa succede se il ricorso contro un concordato in appello viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, determinata secondo equità, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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