Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 8021 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2   Num. 8021  Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME C.UCODICE_FISCALE nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/09/2023 della CORTE APPELLO di GENOVA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ricorso trattato de plano.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
 NOME ricorre, a mezzo del difensore di fiducia, avverso la sentenza della Corte di appello di Genova del 13/09/2023 che, in parziale riforma di quella del Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Genova e ai sensi dell’art. 599-bis cod. proc. pen., ha ridotto la pena inflitta all’imputato in ordine al delitt di tentata rapina continuata.
Con un unico motivo, la difesa deduce l’omessa motivazione in punto di quantificazione della pena e dell’indicazione delle ragioni per cui non opera alcuna delle ipotesi di proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen.
Il ricorso è inammissibile essendo le censure non consentite. In tema di ricorso per cassazione avverso sentenza di concordato in appello, la Corte di legittimità ha, infatti, precisato:
è ammissibile il ricorso in cassazione avverso la sentenza emessa ex art. 599-bis cod. proc. pen. che deduca motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato, al consenso del pubblico ministero sulla richiesta ed al contenuto difforme della pronuncia del giudice, mentre sono inammissibili le doglianze relative a motivi rinunciati, alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen. ed, altresì, a vizi attinenti alla determinazione della pena che non si siano trasfusi nella illegalità della sanzione inflitta, in quanto non rientrante nei limiti edittali ovvero divers dalla quella prevista dalla legge (Sez. 1, n. 944 del 23/10/2019, dep. 2020, M., Rv. 278170 – 01);
che il giudice di appello, nell’accogliere la richiesta formulata a norma del nuovo art. 599-bis cod. proc. pen., non deve motivare sul mancato proscioglimento dell’imputato per una delle cause previste dall’art. 129 cod. proc. pen., né sull’insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità del prove, in quanto, a causa dell’effetto devolutivo proprio dell’impugnazione, una volta che l’imputato abbia rinunciato ai motivi di appello, la cognizione del giudice è limitata ai motivi non oggetto di rinuncia. (In applicazione del principio, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione proposto avverso la sentenza ex art. 599-bis cod. proc. pen., con cui l’imputato deduceva la mancanza di motivazione sulle condizioni di cui all’art. 129 cod. proc. pen.). (Sez. 5, n. 15505 del 19/03/2018, Casero, Rv. 272853; Sez. 2, n. 30990 del 1/06/2018, Gueli, Rv. 272969).
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa per le ammende, così determinata in ragione dei profili di inammissibilità rilevati (Corte cost., 13 giugno 2000 n. 186).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 25/01/2024