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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 532/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza emessa a seguito di un concordato in appello. Il ricorso era basato su un presunto vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena. La Corte ha ribadito che, in caso di concordato in appello, il ricorso è consentito solo per vizi specifici legati alla formazione della volontà delle parti o a una sanzione illegale, e non per contestare la motivazione di una pena concordata.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Concordato in Appello e i Limiti del Ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, permettendo alle parti di accordarsi sulla pena da irrogare nel secondo grado di giudizio. Tuttavia, una volta raggiunto tale accordo, quali sono le possibilità di contestarlo ulteriormente? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui rigidi limiti posti al ricorso contro le sentenze che ratificano un patteggiamento in appello.

I Fatti del Caso

Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato una sentenza di primo grado, rideterminando la pena inflitta a un imputato. Questa decisione era il risultato di un concordato in appello proposto e accettato dalle parti durante l’udienza.
Nonostante l’accordo, la difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione. In particolare, si contestava alla Corte d’Appello di non aver specificato nella sentenza i criteri utilizzati per quantificare la sanzione, seppur concordata.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Concordato in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Con una procedura semplificata, i giudici hanno stabilito che i motivi addotti dal ricorrente non rientravano nelle ristrette ipotesi per le quali è consentito impugnare una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. Di conseguenza, il ricorso non è stato esaminato nel merito e l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso sul Concordato in Appello è Stato Rifiutato?

La Corte di Cassazione ha chiarito in modo inequivocabile i confini del ricorso avverso una sentenza che recepisce un concordato in appello. La giurisprudenza consolidata, richiamata nell’ordinanza, stabilisce che l’impugnazione è ammissibile solo in casi eccezionali. Nello specifico, si può ricorrere per Cassazione se si lamentano:

1. Vizi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere all’accordo.
2. Problemi legati al consenso del pubblico ministero.
3. Un contenuto della sentenza difforme rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.

Sono invece considerati inammissibili tutti gli altri motivi, tra cui le doglianze relative a questioni a cui si è rinunciato con l’accordo, la mancata valutazione delle condizioni per un proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.) e, soprattutto, i vizi relativi alla determinazione della pena. Quest’ultimo punto è cruciale: una volta che la pena è stata concordata, non si può più contestare la motivazione sulla sua quantificazione, a meno che la sanzione inflitta non sia palesemente illegale. La semplice mancanza di un’esposizione dettagliata dei criteri di calcolo non costituisce un motivo valido per l’impugnazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza la natura dispositiva e definitiva del concordato in appello. Chi sceglie questa strada processuale deve essere consapevole che sta rinunciando a gran parte dei motivi di ricorso. L’accordo sulla pena implica un’accettazione del trattamento sanzionatorio che preclude, in linea di principio, successive contestazioni sulla sua congruità o sulla trasparenza del percorso motivazionale del giudice. La decisione della Cassazione ha quindi l’effetto di consolidare la stabilità delle sentenze emesse su accordo delle parti, contribuendo all’efficienza del sistema giudiziario ed evitando ricorsi meramente dilatori. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che la decisione di accedere a un concordato deve essere ponderata attentamente, comprendendo appieno la quasi totale preclusione di futuri mezzi di impugnazione.

È possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza che ratifica un concordato in appello?
Sì, ma solo per motivi molto specifici, come vizi nella formazione della volontà delle parti di accordarsi, nel consenso del pubblico ministero, o nel caso in cui la sentenza del giudice sia difforme dall’accordo raggiunto.

La mancata spiegazione dei criteri per determinare la pena in un concordato in appello è un motivo valido per il ricorso?
No, secondo questa ordinanza non è un motivo ammissibile. Le doglianze relative alla motivazione sulla determinazione della pena sono inammissibili, a meno che la sanzione finale non risulti illegale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
L’imputato (ricorrente) viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, quattromila euro) in favore della Cassa delle ammende, poiché non è stata ravvisata un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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