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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 45919/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (c.d. concordato in appello), aveva impugnato la sentenza lamentando il mancato esame delle cause di proscioglimento. La Corte ha ribadito che l’accordo sulla pena implica la rinuncia ai motivi relativi alla responsabilità, formando un giudicato sul punto e precludendo la possibilità di sollevare tali questioni in Cassazione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando l’Accordo sulla Pena Preclude il Ricorso in Cassazione

L’istituto del concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo che consente all’imputato di ottenere una rideterminazione della pena in cambio della rinuncia a specifici motivi di gravame. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 45919 del 2024, chiarisce in modo netto i limiti di tale accordo, stabilendo che la rinuncia ai motivi relativi alla responsabilità dell’imputato è irrevocabile e preclude la possibilità di sollevare la questione in sede di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di detenzione di arma clandestina. In secondo grado, la difesa e l’accusa raggiungevano un accordo ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., e la Corte di Appello di Napoli rideterminava la pena in un anno di reclusione e 1000 euro di multa.

Nonostante l’accordo, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore, lamentando come unico motivo la carente motivazione della sentenza d’appello in ordine al mancato riconoscimento di eventuali cause di proscioglimento, come previsto dall’art. 129 c.p.p.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Funzionamento del Concordato in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire un principio consolidato in materia di concordato in appello. I giudici di legittimità hanno sottolineato che la scelta di accedere a tale accordo produce effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, limitando la cognizione del giudice di secondo grado ai soli motivi che non sono stati oggetto di rinuncia.

Quando l’accordo riguarda esclusivamente la quantificazione della pena, come nel caso di specie, si verifica una rinuncia implicita ma inequivocabile ai motivi di appello che contestano la responsabilità penale. Tale rinuncia è considerata irretrattabile e determina la formazione del giudicato sul punto della colpevolezza.

Le Motivazioni della Scelta Giuridica

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale costante. L’accordo previsto dall’art. 599-bis c.p.p. ha una natura negoziale che limita il perimetro del giudizio. La rinuncia ai motivi di appello in funzione dell’accordo sulla pena non è un atto di poco conto, ma una scelta processuale strategica con conseguenze definitive.

Analogamente a quanto avviene con la rinuncia totale all’impugnazione, il concordato in appello preclude l’esame di qualsiasi questione relativa ai punti coperti dalla rinuncia, incluse quelle rilevabili d’ufficio come le cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. Di conseguenza, il ricorso in Cassazione avverso una sentenza emessa a seguito di concordato è ammissibile solo in casi circoscritti, quali:

1. Vizi relativi alla formazione della volontà di accedere all’accordo.
2. Mancato consenso del pubblico ministero.
3. Contenuto della pronuncia del giudice difforme rispetto all’accordo.
4. Illegalità della pena inflitta (ad esempio, perché fuori dai limiti edittali).

Poiché il motivo del ricorso in esame riguardava proprio la mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento – un punto coperto dalla rinuncia implicita nell’accordo sulla pena – la Corte non ha potuto fare altro che dichiararne l’evidente inammissibilità.

Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un importante monito per la difesa: la scelta di perseguire un concordato in appello deve essere attentamente ponderata. Sebbene possa portare a un beneficio immediato in termini di riduzione della pena, essa comporta la cristallizzazione del giudizio di colpevolezza. L’imputato che accetta di concordare la sanzione perde la facoltà di contestare la propria responsabilità, e ogni tentativo di riaprire la questione in Cassazione, salvo le eccezioni tassativamente previste, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Qual è l’effetto principale del ‘concordato in appello’ sulla possibilità di impugnare la sentenza?
L’accordo sulla pena comporta la rinuncia ai motivi di appello ad esso collegati. Se l’accordo riguarda la pena, si intende che l’imputato abbia rinunciato a contestare la propria responsabilità, e non potrà più sollevare tali questioni in un successivo ricorso.

Dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello, è possibile chiedere alla Corte di Cassazione di valutare la sussistenza di cause di proscioglimento?
No. Secondo la Corte, la rinuncia ai motivi sulla responsabilità è irretrattabile e fa sorgere il ‘giudicato’ su quel punto. Di conseguenza, non è più possibile chiedere al giudice di legittimità di valutare d’ufficio l’esistenza di cause di assoluzione.

Cosa succede se si presenta un ricorso in Cassazione basato su motivi a cui si era rinunciato con il concordato in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. L’inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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