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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tre imputati che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (cd. ‘concordato in appello’), avevano impugnato la sentenza per vizi di motivazione. La Corte ha ribadito che l’adesione al concordato comporta la rinuncia ai motivi di ricorso oggetto dell’accordo stesso, rendendo il successivo ricorso per cassazione manifestamente infondato.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: l’Accordo sulla Pena Preclude il Ricorso in Cassazione

L’istituto del concordato in appello, disciplinato dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta un importante strumento di economia processuale. Tuttavia, le parti devono essere consapevoli delle sue implicazioni, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di impugnare la decisione successiva. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 43996/2024) ha ribadito un principio fondamentale: l’accordo sulla pena implica una rinuncia ai motivi di ricorso ad esso collegati, rendendo inammissibile un’eventuale impugnazione in Cassazione basata sugli stessi punti.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Roma che, accogliendo la richiesta congiunta delle parti, aveva rideterminato la pena per tre imputati in quattro anni di reclusione e 800 euro di multa ciascuno. Questa decisione era il risultato di un concordato in appello, attraverso il quale difesa e accusa avevano trovato un’intesa sulla sanzione da applicare.

Nonostante l’accordo raggiunto, i tre imputati, tramite i loro difensori, decidevano di proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza d’appello, chiedendone l’annullamento.

I Motivi del Ricorso e le Doglianze degli Imputati

Le doglianze presentate erano distinte ma convergenti. Due degli imputati lamentavano una mancanza o manifesta illogicità della motivazione della sentenza impugnata, sostenendo che questa presentasse contraddizioni e non avesse tenuto conto delle ragioni esposte nei motivi di appello originari.

La terza imputata, oltre a un generico vizio di motivazione, si soffermava sul mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche con giudizio di prevalenza sulle aggravanti contestate. A suo dire, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente considerato il suo contributo minimo al reato, la sua ottima condotta processuale e la sua giovane età.

Il Principio del Concordato in Appello e l’Effetto Rinunciatario

La Corte di Cassazione ha dichiarato tutti e tre i ricorsi inammissibili, ritenendoli manifestamente infondati. Il fulcro della decisione risiede nella natura stessa del concordato in appello. I giudici hanno richiamato un orientamento consolidato secondo cui, quando il giudice d’appello accoglie le richieste concordate tra le parti, queste ultime non possono successivamente dedurre in sede di legittimità un difetto di motivazione o altre questioni relative ai motivi a cui hanno implicitamente rinunciato.

L’accordo processuale previsto dall’art. 599-bis c.p.p. limita la cognizione del giudice. Scegliendo di concordare la pena, le parti accettano quella specifica rideterminazione in cambio della rinuncia agli altri motivi di appello. Proporre nuovamente tali motivi in Cassazione equivale a contraddire la volontà precedentemente manifestata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che il ricorso per cassazione avverso una sentenza frutto di concordato è ammissibile solo in casi eccezionali, come l’irrogazione di una pena illegale o quando si sollevano motivi non oggetto di rinuncia. Nel caso di specie, invece, gli imputati hanno tentato di rimettere in discussione proprio il nucleo dell’accordo: la valutazione del trattamento sanzionatorio e delle circostanze del reato. Tali questioni dovevano considerarsi superate e rinunciate con la stipula del patto processuale. Pertanto, i ricorsi sono stati giudicati inammissibili in quanto basati su doglianze relative a motivi rinunciati.

Conclusioni: L’Effetto Rinunciatario del Concordato in Appello

Questa ordinanza conferma che il concordato in appello è un atto dispositivo che produce un effetto preclusivo. Le parti che scelgono questa via devono essere pienamente consapevoli che stanno rinunciando a far valere in un successivo grado di giudizio i motivi di appello che non vengono accolti nell’accordo. La decisione della Cassazione serve come monito: la strategia processuale del concordato deve essere attentamente ponderata, poiché chiude la porta a successive contestazioni sui punti oggetto dell’intesa, salvo ipotesi del tutto eccezionali. Di conseguenza, gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali.

È possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Sì, ma solo per motivi non oggetto di rinuncia. L’impugnazione è inammissibile se ripropone doglianze (come il vizio di motivazione sul trattamento sanzionatorio) che si considerano rinunciate con l’accettazione dell’accordo sulla pena.

Cosa comporta, dal punto di vista processuale, l’adesione al concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.)?
Comporta la rinuncia ai motivi di appello che sono oggetto dell’accordo. Le parti, concordando sulla pena, accettano di non contestare più le valutazioni del giudice su quei punti specifici, limitando la possibilità di future impugnazioni.

Perché i ricorsi degli imputati sono stati giudicati inammissibili?
Perché gli imputati, dopo aver accettato un accordo sulla pena, hanno basato il loro ricorso per cassazione proprio su una presunta mancanza di motivazione riguardo a elementi (come la valutazione delle circostanze attenuanti) che erano implicitamente inclusi e superati dall’accordo stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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