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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 39344/2024, dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver concluso un concordato in appello e rinunciato ai motivi, ha tentato di sollevare questioni già coperte dalla rinuncia. La Suprema Corte ribadisce che l’accordo preclude l’esame di motivi rinunciati, inclusa la mancata assoluzione ex art. 129 c.p.p.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Concordato in Appello: Quando la Rinuncia ai Motivi Rende Inammissibile il Ricorso

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento processuale che consente alle parti di accordarsi sulla pena da applicare in secondo grado, a fronte della rinuncia dell’imputato a uno o più motivi di appello. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 39344 del 2024, ha ribadito con fermezza i limiti invalicabili posti da tale accordo, chiarendo perché riproporre motivi rinunciati renda il successivo ricorso per cassazione inammissibile.

Il Caso in Analisi

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato in primo grado, avverso la sentenza della Corte d’Appello. In sede di appello, la difesa e il Pubblico Ministero avevano raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. L’imputato, in cambio di una rideterminazione della pena, aveva rinunciato a tutti i motivi di gravame, ad eccezione di quelli relativi alla commisurazione della sanzione.

Nonostante l’accordo, l’imputato ha successivamente proposto ricorso per cassazione, lamentando sia l’omessa motivazione sulla sussistenza di una causa di proscioglimento (ai sensi dell’art. 129 c.p.p.), sia vizi nella determinazione della pena. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.

I Limiti Imposti dal Concordato in Appello

La Corte di Cassazione ha riaffermato un principio consolidato: l’accordo sulla pena in appello produce un effetto preclusivo. La rinuncia ai motivi limita la cognizione del giudice di secondo grado ai soli punti non oggetto di rinuncia. Questo significa che l’accordo “cristallizza” la decisione sui punti rinunciati, sui quali si forma un giudicato sostanziale che non può più essere messo in discussione.

Di conseguenza, anche le questioni rilevabili d’ufficio, come la possibile sussistenza di cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., vengono precluse dall’accordo. Il giudice d’appello, nel ratificare il concordato, non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento, poiché la cognizione su quel punto gli è sottratta dalla volontà delle parti.

Quando è Ammissibile il Ricorso in Cassazione?

La decisione chiarisce che il ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa a seguito di concordato in appello è ammissibile solo in casi eccezionali e specifici, quali:

1. Vizi nella formazione della volontà della parte di accedere all’accordo.
2. Mancato consenso del Pubblico Ministero sulla richiesta.
3. Contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo raggiunto.
4. Applicazione di una pena illegale o non consentita dalla legge.

Al di fuori di queste ipotesi, ogni tentativo di riproporre doglianze relative ai motivi rinunciati è destinato all’inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha sottolineato che la rinuncia ai motivi di appello è un atto irretrattabile che produce effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, compreso il giudizio di legittimità. L’accordo delle parti, una volta recepito dal giudice, limita l’effetto devolutivo dell’impugnazione, impedendo al giudice di pronunciarsi sui punti coperti dalla rinuncia. L’ordinanza evidenzia che riproporre in Cassazione motivi rinunciati, come la mancata valutazione di cause di proscioglimento, equivale a contestare una decisione su un punto che l’imputato stesso ha scelto di non sottoporre al giudizio d’appello. Pertanto, il ricorso che deduce l’omessa motivazione su tali punti o sulla commisurazione della pena (quando questa rispetta l’accordo e non è illegale) è intrinsecamente inammissibile. La Corte ha richiamato numerosi precedenti conformi, consolidando un orientamento che mira a garantire la stabilità e l’efficienza degli accordi processuali.

Conclusioni

La pronuncia in esame offre un importante monito per la difesa: la scelta di accedere al concordato in appello è strategica e definitiva. Comporta la consapevole rinuncia a far valere determinate censure, con l’effetto di cristallizzare la responsabilità penale per i fatti oggetto di imputazione. Qualsiasi ripensamento successivo, volto a rimettere in discussione i punti coperti dall’accordo, si scontra con il muro dell’inammissibilità eretto dalla giurisprudenza di legittimità, a tutela della stabilità del giudicato e della volontà processuale espressa dalle parti.

È possibile ricorrere in Cassazione dopo aver firmato un concordato in appello?
Sì, ma solo per motivi molto specifici: vizi nella formazione della volontà di accordarsi, dissenso del Pubblico Ministero, pronuncia del giudice non conforme all’accordo, o applicazione di una pena illegale. Non è possibile riproporre motivi a cui si è rinunciato.

La rinuncia ai motivi di appello in un concordato impedisce al giudice di valutare cause di proscioglimento come la mancanza di prove?
Sì. Secondo la Corte, l’accordo e la conseguente rinuncia ai motivi limitano la cognizione del giudice ai soli punti non rinunciati, precludendo l’esame, anche d’ufficio, di eventuali cause di proscioglimento previste dall’art. 129 c.p.p.

Cosa succede se, dopo un concordato in appello, si ripropongono in Cassazione i motivi a cui si era rinunciato?
Il ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile. La Corte condanna inoltre il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, data la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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