Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13732 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13732 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/01/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME NOME a CATANIA il DATA_NASCITA
NOME NOME a LOCRI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/06/2022 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avyfso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza del 22 giugno 2022 la Corte di appello di Catania, in riforma della decisione del locale Tribunale del 26 maggio 2021, ha – tra gli altri – ridetermiNOME, sull’accordo delle parti, la pena inflitta: a COGNOME NOME nella misura di anni tre, mesi sei di reclusione ed euro 3.500,00 di multa in ordine a un reato di cui all’art. 73, comma 5, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309; a COGNOME NOME nella misura di anni sei, mesi sei di reclusione ed euro 30.000,00 di multa, in ordine ad un delitto ex art. 73, comma 1, D.P.R. n. 309 del 1990.
Avverso tale sentenza hanno proposto due distinti ricorsi per cassazione gli imputati, rispettivamente deducendo: erronea applicazione degli artt. 599-bis e 602 cod. proc. pen. in relazione agli artt. 129 e 533 cod. proc. pen. (COGNOME NOME); violazione degli artt. 62-bis e 69 cod. peri., oltre a manifesta illogicità della motivazione (COGNOME NOME).
I ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, in quanto proposti con motivi non consentiti.
E’ stato precisato, infatti, che il ricorso in cassazione avverso la sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis cod. proc. pen. è ammissibile solo quando deduca motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato, al consenso del pubblico ministero sulla richiesi:a ed al contenuto difforme della pronuncia del giudice, mentre sono inammissibili le doglianze relative a motivi rinunciati, alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen. e ai vizi attinenti alla determinazione della pena che non si siano trasfusi nella illegalità della sanzione inflitta, i quanto non rientrante nei limiti edittali ovvero diversa da quella prevista dalla legge (Sez. 1, n. 944 del 23/10/2019, dep. 2020, M., Rv. 278170-01; Sez. 2, n. 22002 del 10/04/2019, COGNOME, Rv. 276102-01).
Il concordato in appello, d’altro canto, ha una diversa fisionomia rispetto all’applicazione della pena ex art. 444 cod. proc. pen. – derivante dal diverso contenuto dell’accordo che, nel primo caso, si innesta sulla rinuncia ai motivi di impugnazione (con conseguente impossibilità di contestare la responsabilità e la qualificazione giuridica del fatto), mentre nel secondo abbraccia anche i termini dell’accusa (da cui deriva la possibilità di proporre ‘ricorso per cassazione anche per ciò che concerne la qualificazione giuridica) – con la conseguenza che le ipotesi di annullamento della sentenza ex art. 599-bis cod proc. pen. sono sicuramente più limitate rispetto a quelle previste dall’art. 448-bis dello stesso
codice, dato che riguardano essenzialmente l’illegalità della pena che costituisce l’unica ipotesi in cui, indipendentemente dall’inammissibilità del ricorso per cassazione, sempreché non sia tardivo, la Corte di legittimità deve procedere d’ufficio all’annullamento della sentenza impugnata (così, Sez. 6, n. 41254 del 04/07/2019, Leone, Rv. 277196-01).
La declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione deve, pertanto, essere pronunciata «senza formalità», ai sensi di quanto disposto dall’art. 610, comma 5 -bis, cod. proc. pen.
All’inammissibilità dei ricorsi segue, per legge, la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali ed al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende che, avuto riguardo all’elevato c:oefficiente di colpa connotante la rilevata causa di inammissibilità, appare conforme a giustizia stabilire nella somma di euro 4.000,00 ciascuno.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 4.000,00 ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 17 gennaio 2024
Il Consigliere estensore