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Concordato in appello: limiti al ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (noto come concordato in appello), ha impugnato la sentenza chiedendo il proscioglimento. La Corte ha stabilito che l’accordo stesso implica la rinuncia a motivi di ricorso non legati alla validità dell’accordo, come la valutazione delle condizioni per il proscioglimento.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello e Ricorso in Cassazione: Quali sono i Limiti?

L’istituto del concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, offre una via per definire il processo nel secondo grado di giudizio attraverso un accordo tra le parti. Tuttavia, quali sono le conseguenze di tale accordo sulla possibilità di ricorrere ulteriormente in Cassazione? Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i confini dell’impugnazione, stabilendo che l’accordo sulla pena preclude la possibilità di sollevare questioni che si devono considerare rinunciate.

I Fatti del Caso

Un imputato, dopo aver raggiunto un accordo con la Procura Generale presso la Corte d’Appello per la rideterminazione della pena, ha visto la sua richiesta accolta dalla Corte territoriale. Nonostante l’accordo, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge. Nello specifico, sosteneva che i giudici d’appello avrebbero dovuto, prima di ratificare l’accordo, verificare la sussistenza delle condizioni per un proscioglimento immediato, come previsto dall’articolo 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione sul concordato in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso palesemente inammissibile. I giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato: la sentenza emessa a seguito di concordato in appello può essere impugnata in Cassazione solo per motivi molto specifici. Questi riguardano vizi nella formazione della volontà della parte di accedere all’accordo, nel consenso del Procuratore Generale o nel caso in cui la decisione del giudice sia difforme rispetto a quanto concordato. Al di fuori di queste ipotesi, il ricorso non è consentito.

L’effetto preclusivo dell’accordo

La Corte ha sottolineato la radicale diversità tra l’istituto del patteggiamento in primo grado e quello del concordato in appello. In quest’ultimo caso, l’accordo sulla pena determina una rinuncia implicita ai motivi di appello che non sono oggetto dell’accordo stesso. Questa rinuncia crea una preclusione processuale che impedisce al giudice di esaminare questioni ormai escluse dalla sua cognizione, inclusa la valutazione di un eventuale proscioglimento ex art. 129 c.p.p. In pratica, aderendo all’accordo, l’imputato accetta che il processo si concentri solo sulla quantificazione della pena, rinunciando a contestare la propria colpevolezza.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura dispositiva dell’istituto. L’articolo 599-bis c.p.p., introdotto dalla riforma del 2017, riconosce alle parti un potere dispositivo che limita la cognizione del giudice. L’interessato, scegliendo di accordarsi sulla pena, rinuncia volontariamente a far valere determinate questioni, anche quelle rilevabili d’ufficio, in funzione del beneficio ottenuto (ad esempio, una riduzione della pena). Pertanto, è inammissibile un ricorso che tenti di riaprire questioni coperte dalla rinuncia implicita derivante dall’accordo. La Cassazione ha citato diversi precedenti conformi, rafforzando l’idea che l’accordo processuale cristallizzi il perimetro del giudizio d’appello, impedendo successive doglianze su punti non inclusi nell’accordo.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio in materia di impugnazioni penali. Chi opta per il concordato in appello deve essere consapevole che tale scelta comporta una significativa limitazione del diritto di impugnazione. Il ricorso in Cassazione sarà possibile solo per contestare la validità e la correttezza formale dell’accordo, ma non per rimettere in discussione il merito della vicenda o la sussistenza dei presupposti per un proscioglimento. Questa decisione rafforza la finalità deflattiva dell’istituto, garantendo che l’accordo tra le parti rappresenti una definizione stabile del giudizio d’appello.

È possibile fare ricorso in Cassazione dopo un “concordato in appello” per chiedere il proscioglimento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è inammissibile. L’accordo sulla pena in appello implica una rinuncia a sollevare questioni relative al proscioglimento, poiché queste si considerano coperte dall’accordo stesso.

Quali sono gli unici motivi per cui è ammesso un ricorso in Cassazione contro una sentenza di concordato in appello?
Il ricorso è ammesso solo per motivi specifici, quali quelli relativi a vizi nella formazione della volontà della parte, al consenso del Procuratore generale sulla richiesta, o al contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.

L’accordo sulla pena in appello equivale a una rinuncia ai motivi di ricorso non legati all’accordo stesso?
Sì. Secondo la Corte, la scelta di accedere al concordato determina una preclusione processuale. Questo significa che l’imputato rinuncia a tutti i motivi di doglianza, anche quelli rilevabili d’ufficio, che non riguardino strettamente la validità e i termini dell’accordo sulla pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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